Il Comitato caccia sostiene l'utilità della "zona Alpi "

Il Comitato caccia sostiene l'utilità della "zona Alpi " Le polemiche in provincia di Savona Il Comitato caccia sostiene l'utilità della "zona Alpi " Si è affiancato alla Federcaccia - L'Arcicaccia è invece contraria - Nella "zona faunistica", creata per tutelare la selvaggina tipica, possono accedere gli sportivi muniti di tesserino (Dal nostro corrispondente) Savona, 29 agosto, 4secondo giorno di caccia allaselvaggina migratoria, da ap-postamento fisso o tempora neo, nella zona litoranea del Savonese. Come già avvenuto domenica scorsa, non si prevede un notevole afflusso di cacciatori che si preparano, invece, per l'apertura vera e propria della stagione venatoria fissata per domenica 16 settembre. La polemica tra la Federcaccia e l'Arci-caccia non accenna a smorzarsi e il motivodelle divergenze resta più che mai quello relativo alla zona faunistica delle Alpi, appoggiata dalla prima e avversata dalla seconda associazione venatoria, Tra i sostenitori della zona è anche il Comitato provincia le caccia, che ha chiesto al ministero dell'Agricoltura un ampliamento della zona soggetta al regime di caccia controllata e che oggi comprende i territori dei comuni di Nasi no, Castelbianco, Zuccarello, Erti, Castelvecchio. Bardineto, Calizzano, Massimino, Muriate» e Osiglia. «iVot crediamo — dice Guido Bonino, presidente del Comitato provinciale Caccia — fermamente sulla utilità della zona faunistica delle Alpi la cui funzione è quella di favorire una maggiore tutela della selvaggina tipica. Non bisogna infatti dimenticare che in casi particolari il comitato caccia può decidere, per tali zone, la chiusura anticipata dell'esercizio venatorio». Alla zona faunistica delle Alpi (che non ha nulla a che vedere con le riserve comunali Alpi) possono accedere tutti i titolari di licenza di caccia purché muniti dell'apposito tesserino che viene rilasciato dal Comitato dietro versamento di una quota di ammissione di 5 mila lire a titolo di partecipazione alle spese di gestione e di ripopolamento. In tali zone, inoltre, onde garantire un necessario riposo alla selvaggina stanziale, la caccia è permessa, per tale specie di fauna, soltanto nei giorni di martedì, giovedì e domenica mentre quella alla selvaggina migratoria è consentita tutti i giorni da appostamento fisso o tempora' neo. Ogni cacciatore ha diritto di abbattere due capi di sei vaggina stanziale protetta per ogni giorno di caccia tra cui una sola lepre e un solo gallo forcello. Le specie di selvaggina protetta di cui è permessa l'uccisione sono le seguenti: fagiani, pernice rossa, coturnice, starna, gallo forcello e ; lepre; per ogni capo di selvaggina abbattuto abusivamente 4 re e tenuto alla rifusione dei danni alla fauna stanziale < protetta con il versamento al Comitato caccia delle seguenti somme: 30 mila lire per pernice, starna, fagiano e scoiattolo: lire 50 mila per lepre e gallo forcello; lire 100 mila per femmina di forcello. «In questi anni — rileva Bonino — abbiamo compiuto notevoli sforzi per il ripopolamento del nostro territorio. Ancora recentemente abbiamo lanciato 2000 pernici il cui costo è di 3600 lire a capo. Il nostro invito ai cacciatori è quindi quello di autodisciplinarsi riducendo al minimo l'uccisione della selvaggina. Un grazie particolare va alle sezioni comunali cacciatori che con sacrifici non indifferenti hanno costituito 30 oasi di rifugio per favorire sia la sosta sia la riproduzione della selvaggina». Ed è proprio in queste zone che i cacciatori locali hanno iniziato a coltivare terreni da tempo abbandonati, lasciandoli «ad uso e beneficio» esclusivo della selvaggina. « Il Comitato provinciale caccia — afferma Bonino — interviene con contribu- ti finanziari ed inoltre ha po sto allo studio una regola- mentazione di queste zone per addivenire ad una colla- borazione più stretta con le associazioni venatorie». Frattanto, come già abbia | mo pubblicato, è stato reso ! noto il nuovo regolamento della caccia al cinghiale che si aprirà il primo novembre prossimo. «Con il nuovo regolamento — spiega Bonino — si spera di ottenere tre risultati: soddisfare le attese di tutti i cacciatori che si dedicano a tate tipo di caccia, evitare inutili stragi, risarcire i contadini dei danni loro arrecati, durante l'anno, dai selvatici. Per questo ogni squadra di almeno dieci cacciatori. ì che sono temltl a versare due mila Ure ciascuno, non potrà uccidere, nell'annata venato ria, più di cinque cinghiali», n. s.

Persone citate: Bonino, Calizzano, Guido Bonino, Nasi

Luoghi citati: Bardineto, Castelbianco, Osiglia, Savona, Zuccarello