A Riva Ligure tre uomini armati e mascherati assaltano una banca e fuggono con sei milioni

A Riva Ligure tre uomini armati e mascherati assaltano una banca e fuggono con sei milioni Una nuova impresa della malavita in un centro della Riviera A Riva Ligure tre uomini armati e mascherati assaltano una banca e fuggono con sei milioni Sono entrati ed hanno spianato mitra e pistole - Avevano occhiali scuri e fazzoletti sul volto - Il cassiere, già vittima di una rapina tre anni fa, è stato costretto a consegnare il denaro -1 banditi non si seno accorti di un altro milione, in un cassetto - Posti di blocco sull'Aurelia, ma finora dei rapinatori nessuna traccia (Dal nostro corrispondente) Sanremo, 23 agosto. Rapina a mano armata, questo pomeriggio: tre uomini mascherati (un quarto complice sostava alla guida di un'auto rubata) hanno assaltato la filiale di Riva Ligure del Banco di Imperia. La piccola banca, che dispone di un solo sportello, è situata nel palazzo Esperia, al 19 della via Aurelia. C'era già stata una rapina tre anni fa. Il bottino, questa volta, è stato di sei milioni 573 mila lire. Lo ha accertato il cassiere Arnaldo Canavese. 51 anni, lo stesso che aveva subito la rapina dell'aprile del "70. I banditi si sono diretti alla volta di Sanremo dove hanno abbandonato l'auto, che risulta rubata al rappresentante di medicinali Giancarlo Saietto, di Arma di Taggia. E' una «Alfa 1600 Super» blu. Gli è stata rubata a Sanremo mentre era parcheggiata in corso Garibaldi. Tolta la targa, i ripinatori l'hanno sostituita con quella di una «600», rubata a Imperia. Nella «1600» sono stati trovati tre paia di occhiali da sole e una parrucca scura da uomo. Carabinieri e polizia che hanno dato inizio alle indagini ritengono che i malviventi, i una volta abbandonata l'auto, abbiano raggiunto un rifugio nella Valle Argentina. I numerosi posti di blocco istituiti sulla via Aurelia non hanno dato, fino a questa sera, alcun esito. «"Mani in alto, questa è una rapina": è stato gridato da quello che sembrava a capo, dice il cassiere Arnaldo Canavese, un tipo alto, robusto, capelli scuri, un bel ragazzo. Gli altri due erano molto più piccoli di lui. Questi impugnavano una pistola e un mitra». In quel momento oltre ai tre impiegati, il Canavese, Marco Riconi di Porto Maurizio, Imperia, e la signora Ermanna Da Bove, che sostituiva il dirigente in ferie, c'era un solo cliente. Giorgio Gaudio, titolare di un distributore di benzina di Riva Ligure, nei pressi del passaggio a livello. «Stavamo per chiudere la banca, erano te 13,30. dice ancora il Canavese, quando sono entrati i tre. Il capo aveva un fazzoletto scuro sulla bocca e portava gli occhiali dà sole; anche gli altri erano mascherati, con un fazzoletto bianco. Il capo parlava volentieri, mentre un complice ha scavalcato il bancone. Hanno preso circa due milioni dalla cassaforte, due dalla cassa. Poi quello più piccolo si è messo ad aprire i cassetti mentre l'amico mi chiedeva minaccioso dove erano gli altri soldi. Io allora gli ho indicato un cassetto dove di solito metto gli spiccioli. Invece hanno trovato altri due milioni. A questo punto, erano passati non più di due minuti, ha smesso di cercare e non si è accorto di un altro milione e centomila lire che era custodito nell'ultimo cassetto. Poi se ne sono andati gridando quasi in coro: "Non muovetevi. altrimenti vi ammazziamo tutti"». Arnaldo Canavese ha fatto questo racconto ancora in preda all'emozione. Al maresciallo Contini che lo invitava a recarsi a Sanremo in commissariato ha risposto che doveva andare dal medico perché temeva di sentirsi male. «Non posso arrischiare la vita ogni due o tre anni», ha dichiarato. Per un caso i rapinatori non ai sono imbattuti nei carabinièri: aAbbiamo piantonato il Banco di Imperia sull'Aurelia per tutta ta mattina, le ore di chiusura le abbiamo dedicate a quella di S. Stefano», hanno riferito. z Dna donna. Maria Schenar- di, che- al momento della rapina si trovava nei pressi della banca e deve aver visto bene i rapinatori quando sono risaliti in auto e si sono tolti gli occhiali, è stata interrogata a lungo dai carabinieri. Renato Olivieri Armando Canavese