Venti mesi all'impiegata dell'Aci che portò a casa la cassa sociale

Venti mesi all'impiegata dell'Aci che portò a casa la cassa sociale La sentenza dei giudici del tribunale d'Imperia Venti mesi all'impiegata dell'Aci che portò a casa la cassa sociale Era accusata di peculato - Restituì la somma (mezzo milione) il giorno dopo • Si giustificò dicendo che temeva un furto - Era imputata anche di appropriazione di buoni-benzina per 2 milioni: è stata assolta (Dal nostro corrispondente) Imperia. 5 giugno. rb. v.) L'ex impiegata dell'Automobile Club Marisa Rega, 25 anni, abitante in via De Sonnaz 22, è stata condannata, questa mattina, in tribunale, ad un anno e otto mesi di reclusione, con interdizione dai pubblici uffici per lo stesso periodo di tempo. La giovane è stata condannata per peculato: nel mese di ottobre 1971 si sarebbe appropriata Imperia. Marisa Rega (Telefoto Moraglia) di circa mezzo milione dalla cassa di cui era responsabile. Il tribunale ha assolto la Re¬ ga dall'accusa di peculato per j un altro ammanco, denunciato dall'Aci, riguardante la scom- parsa di buoni-benzina per ; circa un milione e novecento- ! mila lire. Anche questo servi- ; zio, dal 1968 al febbraio 1970,1 era affidato alla giovane. L'udienza è stata movimentata: la Rega, madre di due figli, nel suo interrogatorio ha negato di essersi appropriata dei buoni. Ha ammesso di aver risarcito una piccola j parte del danno subito dall'A ci e di avere firmato una let tera nella quale si impegnava ; a restituire tutta la somma, ! «Firmai la lettera — ha affer; mato — perché il direttore. 1 Bardi, mi disse che si trattava di un semplice documento interno. Non mi resi conto che il suo contenuto era cosi grave». Secondo la Rega, la «vera giacenza» dei buonibenzina presso l'Aci di Imperia, sotto la direzione del dottor Bardi, non era mai stata esattamente determinata. Ha i soggiunto l'ex impiegata, che j era assistita dall'avvocato i Fulloni di Sanremo: «Quando ricevetti l'incarico dei buoni' ; benzina non furono fatte re<golari consegne: inoltre le ! chiavi dell'armadio in cui era! no custoditi i buoni erano a : disposizione di varie persoi ne». i Per la scomparsa di circa I mezzo milione dalla cassa dell'ufficio «servizio soci», la ReI ga ha sostenuto di essersi i portata a casa la somma un : venerdì sera, non essendo stato possibile consegnarla in i banca. « Temevo — ha detto '— che lasciandola in cassaj forte, nei giorni di sabato e domenica, potesse sparire ». Su questo punto la Rega è stata smentita dal direttore dottor Vittorio, successore ] del dottor Bardi: «Un sabato i mattina decisi di fare il con! trotto di cassa della signora i Rega — ha detto —. Mi accorI si che la somma era sparita: \ l'impiegata disse che l'aveva { versata in banca, ma un con' frollo, eseguito alla riapertu'. ra del lunedì, rese evidente la ddcqaslsscztdsi! que rimborsò l'intera somma mancante entro le ventiquat! tro ore successive». a a a l , , bugia della donna. Alla mia ; contestazione la Rega disse |iche si era confusa e comun- j i ; oìtreaid^aSettori hanno ipoi deposto gli impiegati Ma-!ria Paglieri. Carlo Troiani, I i Bianca Borelli, Giovanna Ver-1 , da. Maria Bordanti. \ i II pjn.. dottor Antonio Pen-1 . co. ha detto: «Si tratta di un i ! episodio penoso, che purtrop- ipo rammenta diversi episodi \consimili avvenuti in altri uf- j fici pubblici di Imperia ed \ 1 ugualmente conclusisi nell'au- ! la del tribunale». Il dottor i I Penco ha poi sostenuto che; ' l'episodio della sparizione di ! I circa mezzo milione (apparso ; 1 inoppugnabile e confermato! in una lettera scritta dalla | stessa imputata) «conferma il j : primo» sul quale le prove di i . colpevolezza sono apparse • - ; più esili. Dopo avere lamenta-1 to che le «maglie dei control- ì - li» non abbiano tempestiva- j - _ - i mente funzionato e che la Re-1 , _ - i- : t „ 1 „ -nn ; - \ ga, sotto inchiesta per la spae rizione dei buoni-benzina, fos¬ o a se stata nuovamente addetta ad un ufficio con maneggio di pubblico denaro, il dottor Penco ha concluso sostenen- do la responsabilità penale della donna, colpevole di peculato continuato e per la quale ha chiesto la condanna a due anni e 4 mesi di reclusione. Il difensore, avvocato Fulloni, ha insistito soprattutto sui «punti di dubbio», emersi sopra le varie vicende ed ha concluso chiedendo l'assoluzione. Alla lettura della sentenza l'imputata, che è a piede libero, non ha reagito. Il suo difensore ha annunziato il ricorso in appello.

Luoghi citati: Imperia, Sanremo