"Tutti a terra, non muovetevi,, e rapinano sette milioni in una banca di Borghetto

"Tutti a terra, non muovetevi,, e rapinano sette milioni in una banca di Borghetto Già arrestati dai carabinieri tre dei 5 presunti autori del "colpo,, "Tutti a terra, non muovetevi,, e rapinano sette milioni in una banca di Borghetto La stessa banca era stata saccheggiata anche nel settembre scorso (bottino sempre sette milioni) - Tre malfattori, mascherati con passamontagna colorati, hanno immobilizzato con le armi i presenti ripulendo cassaforte e cassetti Altro "colpo,, in una banca a Vado Ligure: bottino sotto milioni (Dal nostro corrispondente) Borghetto Santo Spirito, 7 maggio. (g. m.) Tre rapinatori hanno fatto irruzione in banca stamane, realizzando un bottino di circa sette milioni. Sono riusciti a fuggire insieme con altri due complici, ma prima di mezzogiorno i carabinieri avevano già trovato tre presunti responsabili. Si tratta del ventisettenne Ivo Garda, nato ad Ivrea e residente a Donnaz, in via Janni 3; Filippo Passone, 29 anni, di Torino, via Candioli 42; e Francesco Vicario, di 27, da Galati Mamertino. Altri due sono riusciti a dileguarsi; uno non è stato rintracciato; un altro è riuscito a sfuggire all'inseguimento di una pattuglia, dirigendosi nelle campagne verso la zona del cimitero. ' La banca presa di mira-è l'Istituto San Paolo di Torino. In paese c'è uno sportello stagionale, che venne assalito anche l'anno scorso, il 4 settembre: la rapina fruttò, come stamane, circa 7 milioni. Al momento in cui i malviventi si sono presentati davanti agli sportelli, in banca c'erano una decina di clienti, il direttore ragionier Luciano Calò, 35 anni, di Finale Ligure, e altri cinque impiegati: il cassiere Giovanni Lucarelli, 27 anni, di Albenga; Angelo Briano, 32 anni, di Borghetto; Giacomo Zerbone, 24 anni, di Imperia; Giorgio Ro sciani, di 27, di Finale Ligure; e Silvana Tassare, di 25 anni, di Loano. Tre i rapinatori entrati in banca; un quarto è rimasto probabilmente sulla porta; il quinto sull'auto, un'«Alfa Romeo 2000». targata Cremona, rubata nella notte a Finale Li- gure. Racconta il direttore della banca, ragionier Calò: «frano ruffe tre mascherati con passamontagna: due l'avevano blu e uno rosso; vestivano abiti scuri. Uno solo era armato: ci ha invitati a star fermi, assicurandoci che non ci sarebbbe stato fatto del male. Ci siamo distesi tutti a terra: uno è passato dietro il bancone, si è diretto alla cassa e ha riempito di banconote un sacchetto: ha impiegato, in tutto, non più di due minuti». Una dipendente delle poste, Licia Bonfiglio, presente nella banca, è stata colta da malore. Le indagini dei carabinieri si sono estese subito anche a Loano; bloccate le strade, controllate la stazione ferroviaria e le fermate degli autobus. Verso le il era in atto una movimentata «caccia all'uomo». Il maresciallo Panté ha individuato presso il bar «La Piola», sull'Aurelia, due giovani sospetti che al suo apparire hanno cercato di allontanarsi. Sono stati bloccati e tenuti a bada col mitra fino a quando una «pantera» li ha caricati e portati in caserma. Erano il Passone e il Vicario. Mezz'ora più. tardi, altri due sospetti, che probabilmente stavano andando all'appuntamento con i complici, vengono individuati davanti al Bar «Haiti», sempre sulla via Aurelia. Alla vista dei carabinieri si danno alla fuga. Uno, il Garda, che sarebbe ricercato per altri motivi, desiste, si libera di un coltello e il brigadiere Piccolo può agguantarlo; l'altro prosegue la fuga in direzione del cimitero: una pattuglia lo insegue e spara alcuni colpi d'arma da fuoco per intimidirlo; ma rie¬ sce ugualmente a dileguarsi nelle campagne e le sue tracce si perdono. I «fermati» sembra non abbiano fatto alcuna ammissione circa la rapina: avrebbero affermato di essere giunti in Riviera con l'nautostop» perché senza soldi; invece avevano a disposizione un'auto, ritrovata davanti al bar «La Piola» e in tasca circa 100 mila lire. In serata i tre fermati sono stati denunciati per rapina pluriaggravata e trasferiti a Savona, a disposizione dell'autorità .giudiziaria. Continuano le ricerche degli altri due preseunti complici. Savona, 7 maggio. (n. s.) Mentre polizia e carabinieri erano impegnati nelle ricerche dei due rapinatori di Borghetto Santo Spirito ancora latitanti, un altro colpo, questa volta riuscito, era compiuto a Vado Ligure ai danni della locale succursale della Banca Popolare di Novara. Tre banditi si sono impadroniti di circa sette milioni riuscendo ad allontanarsi. Sono quasi le 13,30 e nell'agenzia, situata nella centralissima via Gramsci, ci si appresta alla chiusura. Due individui irrompono nella banca. Impugnano grosse pistole e hanno il viso parzialmente coperto da maglie verdi tirate fin sul naso. Portano anche occhiali neri e berrettoni di lana. Mentre uno minaccia i presenti con la pistola puntata, il secondo malvivente, invece, raggiunge l'ufficio della { direzione, ne fa uscire il diretI tore, ragionier Longoni, e un cliente, Luigi Borgatta, li fa allineare contro il muro, nella sala riservata al pubblico. Poi, il primo dei rapinatori scavalca il bancone afferra le mazzette di banconote e le infila in un sacchetto di cello¬ phane. Svuotati i cassetti si fa aprire la cassaforte e prende altri soldi. Indietreggiando lentamente e continuando a tenere impiegati e clienti sotto il tiro delle armi, i due rapinatori escono dall'agenzia e salgono su un'Alletta rossa ferma, con il motore acceso, dinanzi alla banca e sulla quale un complice li sta attendendo. La vettura parte a tutta velocità, percorre via Gramsci, raggiunge l'Aurelia e quindi si dirige verso Savona. Sono in corso indagini per rintracciare i rapinatori. Borghetto S. Spirito. Alcuni impiegati presenti al momento della rapina Borghetto S. Spirito. Da sinistra Ivo Garda, Filippo Fassone e Francesco Vicario, arrestati per la rapina in banca