Le lunghe, snervanti attese per una analisi del sangue

Le lunghe, snervanti attese per una analisi del sangue Davanti all'ospedale San Paolo di Savona Le lunghe, snervanti attese per una analisi del sangue Occorre stare in coda ore ed ore e chi arriva dopo l'alba rischia di dovere ritornare il giorno dopo • Il laboratorio di analisi è efficientissimo, ma mancano i locali Savona. 4 aprile. (n.s.) Per un prelievo di sangue è necessario stare in coda per ore e ore e chi arriva dopo l'alba corre il rischio di dover ritornare il giorno successivo dopo aver sprecato buona parte della mattinata. E' quanto accade a Savona presso il laboratorio di chimica biologica, microbiologia e | microscopia dell'ospedale «San Paolo». E' una situazione inconcepibile che, quotidianamente, costringe centinaia di persone a disagi non indifferenti e dal 10 marzo scorso «per esigenze tecniche, temporanee» è peggiorata in quanto per le analisi è stato fissato un numero massimo di pazienti che pos- ! sono essere giornalmente accettati: 70. La precedenza, naturalmente, spetta a chi arriva prima e ciò viene stabilito con la consegna di un talloncino numerato. Si ha così una vera corsa ai primi posti, per evitare più lunghe e snervanti attese. La coda si forma, all'esterno, già prima dell'alba, poi, all'apertura, la gente si riversa in un'angusta stanzetta con serte sedie e due impiegate. A mano a mano il locale (circa 10 metri quadrati utili) e il corridoio adiacente si riempiono e a pazienti affollano la scala. Ci sono vecchi, bambini, adulti e giovani, stretti in una calca impressionante. «Sono venuto prima delle sei — dice Giuliano Manfredini di Spotorno — e c'erano già 14 persone. Una donna era in attesa dalle 4». Un meccanico, Dario Perosino. di Savona, aggiunge: «i/o ho avuto l'ultimo numero. Erano appena le sette quando sono arrivato. E' una cosa incredibile. Bisogna perdere un sacco di tempo per una analisi del sangue. Ed è tempo per noi prezioso perché dobbiamo rinunciare a ore di lavoro». Una casalinga, Marisa Giannelli di Zinola, interviene osservando: «Mi sono alzata alle cinque per essere qui alle sei e trenta. Ho avuto il numero 35. Se va bene sarò a casa per le 10». D laboratorio, diretto dal primario professor Piero Ferro, è relegato in locali angusti (utilizza anche i corridoi) che divide, in parte, con l'istituto ; di patologia. - j Questa è una delle cause I della penosa situazione. «Non : è questione di personale — afferma il professor Ferro —- ; siamo in quaranta e stiamo per assumere tre periti chimici. E' solo questione di spa¬ zio. Prima della fine del mese s! UdC; sl'istituto sarà provvisoria , mente trasferito in altra sede Ine quindi la situazione dovrebbe sia pure leggermente migliorare. Ma la soluzione radicale si avrà soltanto quando potremo sistemarci a Valloria nel nuovo laboratorio già ulti-1 moto per quanto riguarda la \ parte muraria. Mancano le ri- ! finiture, e l'arredamento per i \ quali si prevede una spesa di 200 milioni, somma della quale oggi l'amministrazione ospedaliera non dispone». Un altro motivo dell'attuale insufficienza del laboratorio è l'aumentato numero di pazienti che ad esso fanno ricorso. «Con il passaggio all'assistenza diretta per gli iscritti all'Enpas — osserva il primario — U lavoro è triplicato e quindi si sono accresciuti anche i disagi. Ma di questo non ha colpa nessuno. Già oggi siamo attrezzati molto bene ma i locali non ci consentono più di settanta ottanta prelié- ri di sangue». Savona. Coda davanti al laboratorio dell'ospedale San Paolo (Foto Ferrando)

Persone citate: Dario Perosino, Foto Ferrando, Giuliano Manfredini, Marisa Giannelli, Piero Ferro, Zinola

Luoghi citati: Savona, Spotorno