Nuova politica per i porti

Nuova politica per i porti I problemi dello scalo commerciale di Savona Nuova politica per i porti I lavoratori, riuniti a congresso, hanno sollecitato iniziative per coordinare l'attività su scala regionale - La "cerniera" Savona-Vado e Genova Voltri - L'interessamento degli enti locali - La direzione dell'ente di gestione esprime "preoccupazione" (Dal nostro corrispondente) Savona, 22 febbraio. Si è concluso* il VI Congresso provinciale della Federazione italiana lavoratori'portuali. Nel dibattito sono stati affrontati tutti i temi oggi all'attenzione dei lavoratori dei porti e dei trasporti quali lo sviluppo pubblico delle attività marittime, portuali, cantieristiche e del trasporto via terra, la gestione degli sdali marittimi e l'unità di tutti i lavoratori del settore traspor ti. La discussione ha sottolineato la necessità, soprattutto, di chiare riforme strutturali nell'ambito delle quali abbiano un'adeguata collocazione i problemi del settore marittimo-portuale. «Non possiamo accettare — è stato detto — che al nostro sistema portuale sia assegnata solo una funzione petrolifera e di porti privati ma chiediamo ' ver esso congrui investimenti, onde porlo in grado di affrontare una nuova realtà di sviluppo economico, basata soprattutto sulla rinascita del Mezzogiorno e su un diverso e più ampio rapporto con i paesi di tutto il mondo e particolarmente con quelli a nuova indipendenza dell'Africa e dell'Asia ». Sul tema dei finanziamenti si è insistito particolarmente in relazione, soprattutto, agli ingenti stanziamenti per le autostrade. «Non esistono soltanto i trasporti terrestri — si è rilevato — ma anche quelli marittimi. Anzi, questi ultimi, stanno assumendo una sempre maggiore importanza. E' indispensabile destinare ai porti somme ben maggiori di quelle ad essi sinora concesse, distraendole. se del caso, dai finanziamenti destinati alle autostrade». n convegno ha anche rilevato l'importanza di un intervento coordinatore e promotore dell'ente Regione e la necessità di giungere a una gestione e direzione dei porti attraverso enti pubblici che abbiano «più ampi e autonomi poteri». Partendo da questa visione generale del problema portuale, i lavoratori savonesi hanno affrontato i temi specificatamente locali, ponendo l'accento sull'urgenza di giungere «all'attuazione definitiva del piano regolatore del porto di Savona e all'utilizzo, in senso pubblico, della rada di Vado Ligure con l'inizio di opere portuali collocate nella strategia di un moderno emporio portuale integrato a livello regionale e basato sulla cerniera Savona-Vado e Genova-Voltri». II congresso ha sottolineato, inoltre, una serie di «aspetti» che hanno un loro «preciso» posto nel contesto dei problemi di carattere più generale, quali una sempre maggiore competenza e impegno dell'ente portuale nei vari problemi organizzativi, di controllo e di gestione di tutte le attività portuali e dei servizi connessi e un maggior interessamento degli enti locali ai problemi del porto e alla loro collocazione nel tessuto socio-economico del territorio. Infine si è trattato dell'unificazione deUe compagnie operanti neUo scalo savonese della eliminazione delr«occasionalato» e della regolamentazione antinfortuni. A conclusione dei lavori si è proceduto alla elezione dei nuovi organismi direttivi del sindacato portuale e dei delegati al congresso nazionale della Filp-Cgil. A nutrire preoccupazioni per il futuro dello scalo savonese non sono però soltanto i lavoratori portuali. Lo stesso ente autonomo del porto ha espresse in più occasioni, e conferma ora senza modificarla, la sua riprovazione per la situazione di «stallo» in cui sono stati calati i porti italiani. «Nel tentare alla fine del 1971 un primo sintetico giudizio sull'andamento dei traffici che aveva segnato una diminuzione complessiva, ri- spetto al 1970, del 9.94 peri cento avevamo parlato di preoccupazioni e di timori. Nel 1972 — afferma il direttore dottor Giovanni Bono — si è avuto un aumento sul 1971 del 2,99 per cento, ma il commento non trova ragioni sostanziali per discostarsi da quello relativo al traffico del precedente anno». Allora si erano invocati, a giustificazione della flessione registratasi nel movimentcommerciale, tre motivi principali: la situazione congiunturale deU'economia italianal'insufficienza della politicportuale nazionale: i massicclavori tn conto nei poitffc ommàÈWttìif; che no lna&flb: Qualche motivo di soddisfazione viene invece dai lavori eseguiti a opera dell'ente e che sono praticamente terminati: si tratta come noto del terminal per la cellulosa e del cavalcavia di accesso allo scalo: «Sono lavori assai importanti che. tra l'altro, permetteranno di adeguare alcune zone operative alle mutate esigenze tecniche dei trasporti e della manipolazione: ma — sottolinea U dottor Bono — non bastano a risolvere i problemi del porto. Non resta quindi che rinnovare la speranza che l'anno, da poco cominciato, segni l'inizio di una ripresa che solo in minima e trascurabile misura può dipendere dalla volontà locale. E' questa la conclusione più melanconica per chi desidera affermare un cosciente e resronsabile principio di autonomia di gestione». Nicolò Siri S P Savona. Portuali durante i lavori di scarico d'una nave (Foto Ferrando)

Persone citate: Foto Ferrando, Giovanni Bono, Nicolò Siri S

Luoghi citati: Africa, Savona, Vado Ligure