Addetti al settore industria scesi dal 44 al 38 per cento

Addetti al settore industria scesi dal 44 al 38 per cento Durante l'ultimo decennio nel Savonese Addetti al settore industria scesi dal 44 al 38 per cento La situazione economica in una conferenza del presidente della Camera di commercio - "Il fenomeno negativo", ha detto, "è da attribuire anche agli enti locali che non sempre si adoperano per il meglio" - La collaborazione tra lavoro e capitale (Dal nostro corrispondente) Savona, 7 febbraio. Una cruda analisi della situazione economica del Savonese è stata fatta, questa sera, a palazzo «Lamba Doria», dal presidente della Camera di Commercio, dottor Leopoldo Fabretti. Partendo dalla constatazione che il tasso di attività per l'intera provincia è risultato, nell'ultimo censimento, del 35,60 per cento (valore inferiore alla media nazionale ed al tasso provinciale del 1961 cne era del 39,22 per cento) e che la percentuale di popolazione attiva nell'industria si è ridotta, nel decennio, dal 44 per cento al 38 per cento, il dottor Fabretti ha posto una domanda: «Quali sono le cause di questa situazione, oltre alla congiuntura nazionale ed ai negativi riflessi derivanti da andamenti programamtici generali?». Per il presidente della camera di commercio non c'è alcun dubbio: «Parte della responsabilità deve essere addebitata alle amministrazioni locali che non sempre si sono adoperate per il meglio», nel tentativo di offrire alle industrie quelle risorse di cui necessitano per svolgere con tranquillità la loro opera. «C'è, è vero — ha riconosciuto — una carenza di spazio dipendente da fattori morfologici e non dal comportamento delle amministrazioni pubbliche tuttavia — ha rilevato — nei piani regolatori avrebbero potuto essere accolte, come sostenuto dalla camera di commercio, migliori e più razionali soluzioni». Un appunto al piano regolatore intercomunale del comprensorio savonese? Quasi certamente si. Per la ripresa dell'economia ed in particolare di quella industriale è anche necessaria, ha detto Fabretti, «la massima collaborazione e cooperazione tra lavoro e capitale». «I complessi e frequenti contrasti che sorgono tra i fattori produttivi — ha sostenuto — devono trovare sollecitamente i punti di un incontro se non ni vuole dissennatamente distruggere preziose risorse per la vita e 10 sviluppo del Paese. Occorre quindi comportarci avvedutamente per rimuovere ogni ostacolo, ivi compresi quelli imbarazzanti». Quale esempio «imbarazzante», il presidente dell'ente camerale ha citato lo spostamento dellltalsider che insiste su «preziosi» spazi portuali e che attende di essere operativamente rimosso: «Occorre non perdere altro tempo — ha affermato — ed impostare 11 problema nel migliore dei modi, per dare sfogo alle attività mercantili e per offrire alla fabbrica una sede più confacente agli interessi della nostra economia e per assicurare, di conseguenza, la stabilità dell'occupazione». Questo online di considerazioni ha portato il relatore a tratta» dell'impiego' che ai deve fare delle risorse finanziarie pubbliche e quindi della gestione pubblica dei trasporti. «Le imprese di trasporti registrano già passività non trascurabili quando sono gestite privatisticamente. Il ] passaggio alta gestione pubblica — ha osservato — che in alcuni casi si può giustificare ed anche auspicare, non fa altro che moltiplicare le spese senza spesso arrecare vantaggi alla popolazione. Date queste premesse pare indubbiamente più opportuno non attendere a questi programmi così poco produttivi senza aver prima fatto una precisa e ponderata scelta delle priorità da darsi atte varie iniziative e indirizzare la spesa pubblica verso l'attuazione di programmi promozionali che possano risolversi a vantaggio dell'economia». Il dottor Fabretti si è quindi soffermato sui problemi più «acuti» della industria, tra i quali quello dell'Ape di Vado Ligure; sugli interventi della camera di commercio a .favore delle piccole e medie imprese; suj^ situa-aone del comparto agricolo che «w propòsta di legge sull'affittanza dei fondi rustici non tende certo a migliorare»; sull'attività del porto che «ha bisogno di finanziamenti, di spazio, di opere di ampliamento e di servizi»; sui problemi dell'approvvigionamento idrico che in dipendenza del ritardo nello sfruttamento del Tanaro e dell'Erro tendono ad aggravarsi facendo temere «futuri effetti negativi non solo per la domanda di acqua per usi potabili, ma anche per il rifornimento di utenze agricole e industriali» e, infine, sul turismo. Per il futuro, il dottor Fabretti non è pessimista. «Difficoltà — ha affermato — indubbiamente se ne avranno, ma la tenacia, la volontà e l'intelligenza della gente ligure riusciranno certamente a superarle. Nel settore agricolo è in atto una grande trasformazione delle colture da ortofrutticole a floricole, mentre nell'industria ci sono le premesse per la sistemazione del settore chimico e per la ripresa dell'edilizia. Infine — ha concluso — le iniziative. prese proprio in questi giorni dal prefetto, e dirette al rilancio del turismo, varranno certamente a favorire l'auspicata inversione detta tendenza che in questo ultimo anno ha preoccupato gli operatori economici del settore». Nicolò Siri Savona. Uno scorcio della sala durante la conferenza economica (Telefoto Ferrando)

Persone citate: Durante, Fabretti, Leopoldo Fabretti, Nicolò Siri Savona

Luoghi citati: Savona