In sei al pronto soccorso dell'ospedale affermando: "Non si poteva giocare"

In sei al pronto soccorso dell'ospedale affermando: "Non si poteva giocare" Calciatori savonesi della terza categoria dilettanti In sei al pronto soccorso dell'ospedale affermando: "Non si poteva giocare" Del "Bar Belluno", reduci dal l'aver abbandonato il campo dove stavano perdendo (1-5) con il Coiaeria, ultimo in classifica - "C'era troppo ghiaccio" sostengono - Le prognosi vanno dai 4 ai sette fiorai (Nostro servizio particolare) Savona, 15 gennaio. Per dimostrare alla Lega che quella partita «non s'aveva da fare», sei giocatori del «Bar Belluno» — una squadra savonese militante nel campionato di III Categoria dilettanti — si sono fatti medicare ieri sera al «pronto soccorso» dell'ospedale, affermando di essersi infortunati sul ghiaccio che ricopriva per metà il terreno di gioco di Cengio, dov'erano impegnati contro la formazione del Cosseria, ultima in classifica. Afflitti dall'influenza e dal freddo, i savonesi erano scesi in campo, imbottiti di riserve e di maglie, ma nessuno avrebbe scommesso, comunque, un soldo sul successo del Cosseria. Contro tutti i pronostici, le ali della «vitto¬ ria» — magari un po' rattrap-pite dal freddo, ma sempre generose — hanno invece av- volto la squadra di casa, che ria sepolto il «Bar Belluno» sotto una valanga di gol, cinque a uno. E' stato davvero un risultato a sorpresa, e, per giustificarlo, i savonesi, oltre che al apronto soccorso», hanno dovuto ricorrere a recriminazioni infuocate, riserve scritte, verbali, esposti, rifuggendo comunque dal parlare di scalogna, il che, tutto sommato, sarebbe stato forse piò adeguato alle circostanze e meno pericoloso. In effetto, dopo il ghiaccio di Cengio, il «Bar Belluno» rischia anche i fulmini della Lega, per avere abbandonato il campo al 22' della ripresa. Motivo: «avversità atmosferiche». Ecco come racconta la partita, il giorno dopo, un dirigente del «Bar Belluno», Lui gi Pellosio. «Eravamo in un j dici a Cengio — dichiara — e ; non è che non volessimo oto i care. Ma c'era troppo ghiac ! ciò, cosi abbiamo fatto una riserva scritta all'arbitro Falco, per giunta di Savona, dicendo che ci eravamo dimenticati i pattini a casa e che, per favore, ci lasciasse liberi di divertirci da un'altra parte». «La partita — risponde l'arbitro Falco — la cominciamo, poi si vedrà». «Per tre volte — racconta il dirigente — gli abbiamo chiesto di farla finita. La terza volta perdevamo tre a tino, e l'arbitro voleva tirarla fino in fondo, perché pensava che non fossimo sportivi e che ci dispiacesse perdere». Nel frattempo, sul campo accadevano cose strane: qual- \ etino cadeva, altri si ferivano. al veterano del «Bar Belluno» | (41 anni improvvisamente una mano. «Nel secondo tempo — conti- suonati) gonfiava i «vone^ - i nostri^ noceto'SJ?^ Zi* £,.u«^£i rrl facevano più» Quelli del Cos- seria, invece, tutti nati, pare, dalle parti di Vladivostok, volteggiavano leggeri sul ghiaccio e continuavano a se- \ i gnare gol. I «Per l'ennesima volta —\ < racconta Pellosio — il capita- \ j no si è rivolto all'arbitro con , la speranza di ottenere il rin- i I vio. L'arbitro, nato anche lui ; ! in riva al mare e non insensi! bile a tanto grido di dolore, è ' ! sembrato commuoversi, ha, ; fosfato il ghiaccio, è scivolato : ! un paio di volte, e si è infine ; : deciso a valutare serenamente la situazione». Purtroppo p?r la squadra ' di Savona, era una situazione. : fin troppo facile da valutare: ; ; il Cosseria vinceva Sale nemmeno la tormenta avreb-. be convinto i locali a rinunciare all'indimenticabile ebbrezza della prima vittoria. Il ' ; pubblico, poi, come l'arbitro '■ accennava a dirigersi verso gli spogliatoi, muggiva con ' urla possenti, minacciando sconquassi. Il signor Falco, tenuto conto che mancavano , venti minuti alla fine, propoI se con gesti decisi di ripren ' dere il gioco. «.Voi. a questo punto — afferma il dirigente de! "Bar Belluno" — ci siamo guardati in faccia: domani e lunedi ragazzi — è stato detto — an- < diamocene che dobbiamo la . vorare». Cosi è finita, con largo anticipoja partita. Giunti a Sa, vona, i feriti sono stati ac- compagnati all'ospedale. Sono: Giuseppe Bottero, 18 anni; Giovanni Mai da, 23; Luigi Capezzuoli. 41; Orazio Au taro, 23, tutti di Savona; Sergio Granone, 23 anni, e Ugo Fazio, di 22, residente a Varazze. Le prognosi sono comprese tra i quattro ed i sette giorni. Adesso si sta stilando un voluminoso esposto diretto in Lega. L'accoglimento — si sussurra negli ambienti della società — non è del tutto certo. Sergio Del Santo ♦ CELLE LIGURE — La Giunta ha deciso di dare un nuovo ac- \ quedotto a Terrabianca. Costa e Natta, località alle spailo dei | quartiere Piani. I lavori potrebbe- ro essere portati a termine, in e- conomla, per la prossima sta gio-ne estiva. i calizzano - il consiglio co- 'munaIe approvato a bilancio Preventivo per il 1973. Prevede 10S ^ Ure ^ trate e altrettante di spesa

Persone citate: Giovanni Mai, Giuseppe Bottero, Luigi Capezzuoli, Natta, Orazio Au, Sergio Granone, Ugo Fazio