Agricoltura astigiana in crisi che si può fare per salvarla?
Agricoltura astigiana in crisi che si può fare per salvarla? Un convegno organizzato dalla Provincia Agricoltura astigiana in crisi che si può fare per salvarla? (Dal nostro corrispondente ) Asti, 23 novembre. (v. m.) I mali. 1 rimedi, le prospettive future dell'aericoltura astigiana sono stati ampiamente dibattuti, per tutta la giornata, in un convegno indetto nel suo salone dall 'amministrazione provinciale. Al microfono si sono succeduti tecnici, rappresentanti politici, esperti, agricoltori, sindacalisti. Tutti hanno sottolineato che l'agricoltura astigiana è in piena crisi e ebe occorre provvedere al più presto per risanarla, afa come e con quali mezzi? Il presidente delia Provincia, Pietro Andriano, nell'auspicare un concreto impegno di Regione, Comprensorio, enti locali, istituti di eredito per uno sforzo congiunto a favore del settore agricolo, ha analizzato l'attuale situazione. Un terzo della popolazione attiva continua ad occuparsi di agricoltura, ma l'inurbamento della popolazione è giùnto ormai a scardinare la struttura e le capacità produttive dell'azienda contadina coltivatrice. Da 70 mila occupati nel settore agricolo del 1951. si è scesi a 29 mila unità nel 1971. «L'esodo rurale — ha detto Andriano —, fattore normale nel rispetto di certi equilibri in una moderna società in espansione industriale, diventa qui negativo, perché fascia un'agricoltura sconvolta, con ntano d'opera insufficiente e basata essenzialmente su vecchi e dònne con prospettive di ulteriore decadimento».; L'oratore ha pure sostenuto che l'arretratezza den'agrtcol tura BHUglmra è dovuta anche atta divistane dei campi, alla frsrannentaskme. della proprietà e delle aziende, che impedisce di ridurre i costi, di approfittare dei contributi e dalla sovvenzioni. «Bene la proprietà e Vazumda sono ridotte a piccole dimensioni — ha sostenuto Andrtano^— è problema detta cooperazione, che in provincia di Asti è molto imitata. In onèsto campo, inoltre, giocano ancora in modo negativo costumi', secolari». > L'assessore provinciale Carlo Saracco na parlato a lungo dei vari problemi. «La provincia astigiana — egli ha detto —, entro un decennio sarà annoverata tra le più depresse d'Italia e questo .ci deve fare meditare e spronare, all'azione». La ristrutturazione airtwidalB, secondo Tasaessore, non è più proarasfinaMle se si vuole rilanciare l'agricoltura astigiana e se si vuole che i giovani non abbandonino la loro azienda. A questi, però, dev'essere assicurato un reddito pari, o quasi, alle altre categorie di lavoratori. Dopo un'interessante relazione del presidente del Comprensorio. Giuseppe Bersano, ha parlato il presidente della no ne e oe oe le ii, n lamo, a Cassa di Risparmio di Asti, Giovanni Giraudi, sul credito agevolato per io sviluppo dell'agricoltura. Attualmente, solo per quanto riguarda la provincia di Asti, le erogazioni di capitali a tasso agevolato oscillano intorno ai dieci miliardi annui: poco meno di sei miliardi per gli investimenti . permanenti e circa [ quattro per operazioni di credito agrario d'esercizio. Giraudi ha. effettuato che, per quanto riguarda gli orientamenti in matèria di credito agrario, pare proprio che esso debba giocare in futuro un ruolo ancora più. importante e delicato. Asti. Una fase del convegno stnTagricoltura della iwoviucla che è in crisi
Persone citate: Andriano, Carlo Saracco, Giovanni Giraudi, Giraudi, Giuseppe Bersano, Pietro Andriano
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