Benevello: l'orologio "valeva poche lire"
Benevello: l'orologio "valeva poche lire" Il parroco risponde alle accuse Benevello: l'orologio "valeva poche lire" (Nostro servizio particolare/ Benevello. 25 agosto, (f. /.) Le polemiche sorte a Benevello, piccolo centro sulle colline albesi, in merito alla vendita effettuata dal parroco del paese, don Antonio Bergadano, di un orologio che in passato era sistemato sulla torre campanaria, non si sono ancora sopite anche se col passare del tempo vanno perdendo par-; te della loro intensità. .la vicenda, che aveva provocato un certo scalpore, ri-; sale ai primi giorni del mese, quando erano sorte le prime proteste per la vendita dell'orologio ad un antiquario. Secondo l'opinione di alrami. il parroco avrebbe compiuto un abuso cedendo l'orologio che avrebbe avuto un discreto pregio artistico e. storico, senza preventivamente sentire il parere della popolazione. Inoltre si sosteneva che il prelato non aveva il diritto di procedere alla vendita. In quanto l'orologio sarebbe stato di proprietà co- Don Bergadano contesta il valore artistico dell'orologio in questione. «Come chiaramente risulta da una dichiarazione di un perito industria¬ le, titolare della ditta Ecat di Ceva, fabbrica di orologi da torre, dichiarazione che posso produrre in ogni momento, l'orologio che fece chiasso non meritava alcun scalpore in guanto era solo "vecchio", non aveva alcun valore storico, artistico o di antiquariato. Se un antiquario, sapendo a chi rifilarlo, ha potuto pagarmelo una piccola somma (170 mila lire n.d.r.) debbo solo ringraziarlo perché quella somma mi sarebbe servita per un lavoro che inderogabilmente si deve fare all'interno del campanile». Don Bergadano esamina poi l'aspetto legale della cessione: « Che la vendita sia stata illegale è da provarsi dalla radice. Da nove anni l'orologio, ridotto in pessime condizioni, ingombrava un fradicio ripiano del campanile e nessuno mai si era curato di interessarsene. Alcuni se la sono presa a cuore solo quando si è trattato di svegliare una campagna scandalistica e denigratoria. Sono sicuro che se sulla cosa avessero ripensato, non sarebbero ricorsi ai carabinieri, ma sarebbero venuti da me. avrebbero avuto ampia spiegazione ed i problemi si sarebbero risolti».
Persone citate: Antonio Bergadano
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