Lo sdegno del Cuneese per la fuga di Kappler

Lo sdegno del Cuneese per la fuga di Kappler Zona che subì la ferocia nazi-fascista Lo sdegno del Cuneese per la fuga di Kappler (Nostro servizio particolare) Cuneo, 16 agosto. Appresa dalla radio e dalla tv, la notizia della fuga dall'ospedale militare del Ce- lio di Roma dell'ex colonnello nazista Herbert Kappler, cbe comandò la strage delle Fosse Aideatine, ba suscitato vivaci reazioni nell'opinione pubblica cuneese, delle zone, cioè, in cui imperversò la ferocia dei nazifascisti, seminando morte e desolazione. Il sindaco di Cùneo, Guido Bonino, cbe è presidente dell'Associazione nazionale Comuni decorati al valor militare, ha inviato telegranmi al ministro della Difesa ed al ministro dell'Interno, in cui si afferma che «la rocambolesca e poco chiara fuga del criminale nazista Kappler induce a pensare a gravi complicità che dovranno essere individuate ed esemplarmente punite. A nome degli oltre ottanta Comuni italiani decorati al valor militare — prosegue U telegramma di Guido Bonino — esprimo profondo sdegno per il grave fatto». Nuto Revelli, lo scrittore cuneese ex comandante partigiano, al quale chiediamo di esprimere le sue impressioni sulla vicenda, risponde con voce ferma ed incisiva, quasi dettando: «Più che ràbbia e indignazione — afferma Nuto Revelli — di fronte a questo caso gravissimo, che a mio giudizio conferma lo sfilacciamento di certe strutture dello Stato, soprattutto dei servizi di sicurezza che da troppo tempo sono, invece, di "insicurezza" per il nostro Paese, provo una sensazione di impotenza». Nuto Revelli non è a Cuneo e ci chiede un aggiornamento sulle reazioni in citta dopo la notizia. «Dovessi fare un telegramma — egli aggiunge — to inderei al ministro della Difesa affinché dia subito le dimissioni, anche tn relazione atte penose dichiarazioni che ha fatto atta tv in merito atta ' grave vicenda». A Boves — città martire della Retri sten ra — raccogliamo la dichiarazione di Barto- torneo Giuliano, presidente deU'Anpi: «/ partigiani, la Re sistema, la popolazione di Boves. tutti siamo indignati ed offesi per la fuga di Kap- pter. Non crediamo — afferma U professor Giuliano — che sia riescito ad andarsene con il solo aiuto della moglie e di un complice. A Boves in quasi tutte le famiglie la furia nazifascista la- sciò un segno tremendo di dolore e di distruzione. «Mentre sentiamo variare del trattamento di favore ed addirittura di lusso riservato a questa belva delle SS e detta Gessano — dice U professor Giuliano — pensiamo alle sofferènze inflitte dai tedeschi atta nostra popolazione,e al trattamento riservato ai nostri partigiani combattenti, caduti nette mani di assassini come Kappler. Ricordiamo i nostri Ezio Baudino e Giovanni Fiandrino, catturati e feriti a Vinadio nel 1943 e portati in barella dia fucilazione. Ricordiamo il fatto di Levaldigi: noi, dopo l'azione di guerra liberxffnmo sani e salvi due tedeschi catturati; i tedeschi invece fucilarono ed appesero con un gancio per oltre 24 óre tt nostro Ramerò, di 19 anni, caduto ferito nette loro mani. Ricordiamo Giovanni Barale, segretario provinciale del pei, ferito in combattimento il 31 dicembre 1943 e fucilato dai tedeschi con il figlio Spartaco, che lo soccorreva, il primo dell'anno 1944. Gli aguzzini hitleriani come Kappler — prosegue Bartolomeo Giuliano — non conoscevano né umanità né pietà e avrebbero dovuto essere fudlati subito, al momento della loro cattura». Giorgio Ravasi

Luoghi citati: Boves, Cuneo, Roma, Vinadio