Alba: i subnormali in scuole normali

Alba: i subnormali in scuole normali Un gruppo spontaneo vuole l'inserimento Alba: i subnormali in scuole normali (Dal nostra corrispondente) I Alba. 28 maggio. Da alcuni anni funziona ad • Alba una scuola speciale per: handicappati: ora si vorrebbe abolirla o quanto meno ridur-. la per inserire questi ragazzi nelle scuole normali dell'obbligo a partire dal prossimo anno scolastico. Il problema dell'inserimento si sta dibattendo in questi giorni con una serie di riunioni nelle scuole, nei quartieri, con i sindacati. Per martedì 31 maggio è I stato organizzato presso la j Biblioteca Civica un pubblico ; dibattito per una verifica di ! questa proposta avanzata dal ' Gruppo Spontaneo Handicap- j pati, composto da genitori, insegnanti, alcuni medici, giovani che da qualche tempo curano ad Alba iniziative a favore di subnormali. Sull'argomento, al centro di vivaci discussioni in que- j sto periodo in città, abbiamo j raccolto il parere di alcuni genitori di bambini in età scolare. Silvia Cirio, esercente, madre di tre bambini, sostiene: «Io penso che si debbano accettare Questi bambini nelle scuole. E' vero che vi è un pregiudizio diffuso nei toro confronti. Quasi come se \ ci si dovesse difendere. Riten- j go che noi genitori dovrem-ì mo essere più preoccupati a difenderci dalla società che accoglierà i nostri figli dopo la scuola e non da Questi ra- Fiorentina Boif a non ha alcun preconcetto. «Per il momento non vedo nulla di strano a mettere degli handicappati nelle scuole normali. Non so però se. nel caso di esperienza pratica e diretta, cambierei idea». Anche Bruno Beraudo è favorevole ad un inserimento, ma a certe condizioni. «Questi bambini —, afferma — non vanno lasciati soli, ma seguiti particolarmente da insegnanti specializzati ». Un'altra madre, Francesca Viglione. invece, non è favore\'ole. «Penso sia meglio mantenere delle scuole speciali — dice — e non mettere Questi ragazzi con gli altri. Infatti non potrebbero seguire nello stesso modo le lezioni e quindi potrebbero creare delle difficoltà agli altri». «Per un inserimento proficuo — afferma l'insegnante di scuola media, Franca Asinari — occorre prima di tutto che gli insegnanti siano molto preparati. che sappiano dare un inse-\ gnamento individualizzato, non far pesare le differenze. \ Ritengo che solo frequentan- j do dei corsi appositi gli inse- ; guanti siano in grado di portare avanti iniziative di questo genere ». Per altre due madri, Magda . Fona e Speranza Ferrerò. «l'inserimento non può essere ; che proficuo sia per gli handicappati che hanno bisogno di ; stare con i coetanei più fortunati, sia per i normali da un punto di vista educativo». Per il dottor Alfonso Ricca, direttore didattico, l'inserimento di handicappati gravi nella scuola deve essere solo parziale: momenti di socializzazione con gli altri, ma poi cure particolari di insegnanti specializzati. «In questi ultimi anni — dice il dottor Ricca — nella nostra scuola abbiamo inserito un buon numero di handicappati lievi. S' certo che il problema non si risolve nascondendo il ragazzo nella massa. Il subnormale stesso che è molto sensibile, nota di non poter tenere il passo con gli altri e quindi ha bisogno di un programma a parte: nel momento in cui si realizza ciò egli avverte un senso di emarginazione». Problemi difficili dunque, che quanto meno vengono ora affrontati apertamente a tutti j livelli, contrariamente a qualche anno fa, quando per l'handicappato non si vedeva altro che il ricovero in istituti. g. f. I • : . I j ; ! ' j j j

Persone citate: Alfonso Ricca, Bruno Beraudo, Franca Asinari, Francesca Viglione, Ricca, Silvia Cirio

Luoghi citati: Alba