La rapina reato dell'anno

La rapina reato dell'anno Com'è il nuovo volto della delinquenza in Piemonte La rapina reato dell'anno Il reato dell'anno è la rapina. E anche in questo campo 11 Piemonte primeggia. La rapina, ormai, è quasi sempre a mano annata e spesso sconfina nel tentato omlcidio o addirittura nell'omicidio. Dice U dott. Guido Barbaro, presidente della corte d'assise di Torino: ala nuova delinquenza è disumana, senza treni e senza si pgli. Quando si parte ai ILjn quaUro o cinque, dpmpier\ M furto, è ci che si accetta la possibilità di sparare. E si spara molto facilmente. In due recenti processi si è avuta la conferma che basta un arido, «Attenzione, la polizia", per provocare drammatiche sparatorie: La più clamorosa rapina dell'anno è forse quella compiuta a Torino, U 26 giugno, nell'ospedale Cto. Un «commando» di audaci banditi, tenendo a bada, con le armi spianate, almeno 200 persone — medici, infermieri, visitatori — si è impadronito di circa 170 milioni. Bla il colpo più preoccupante, che documenta il pauroso crollo di ogni valore e la pesante influenza dell'esempio, è quello del 23 luglio, sempre a Torino: un bimbo di 8 anni è affrontato in mezzo alla strada da due coetanei che lo picchiano e gU sottraggono la bicicletta. Curioso (ma in fondo logico) il fatto che nel "76, con l'incremento del prezzo delle carni siano aumentate le rapine ai macellai: una trentina solo nella ■ cintura » del capoluogo. Ma anche altri negozi, specialmente i «market», sono presi di mira. Le rapine alle agenzie bancarie — una quarantina in Piemonte nei primi sei mesi dell'anno — guidano ancora la triste classifica del crimine. I banditi, come dicevamo, non esitano a uccidere: il 15 giugno, a Torino, una guar¬ dia giurata viene falciata davanti una banca, in corso Belgio. Seguono, con una trentina di rapine, gli uffici postali, notoriamente ' frequentati anche da cittadini di modeste condizioni e da vecchi pensionati. Si ha l'impressione che la delinquenza consideri l'assalto all'ufficio postale come un allenamento: rende poco (in L media un -paio di :milioni), im*. comporta scarsissimi rischi. • • Nei giorni di paga sono in pericolo le aziende, anche di medie dimensioni. Gli assalti alle « buste paga » sono assai pericolosi: un contabile, U 16 aprile, ci lascia la vita. Sangue anche attorno alle purtroppo classiche aggressioni ad orefici e gioiellieri: il 30 gennaio, ad Ivrea, un orefice è ucciso; il 3 feobraio, a Torino, è assassinato il cliente di un gioielliere; il 5 agosto, a Valenza, è abbattuto un bandito. Un quadro impressionante, di sfrenata violenza. Nelle rapine alle coppie appartate i banditi, spesso, violentano la ragazza. I rapinatori spingono la loro temerarietà fino ad entrare nelle case delle v.ttime: il 7 maggio uccidono una vecchia di 84 anni sorpresa nella sua abitazione e pochi giorni dopo, a S. Mauro, ammazzano nella sua villa l'impresario Leonardo Ferreri. In agosto una maestra di 75 anni è massacrata e bruciata in casa. Una rapina al giorno, dunque, e talvolta anche più di una. La provincia di Torino resta la più minacciata, ma anche a Cuneo, in questi ultimi mesi, la situazione è drammaticamente peggiorata. Il 13 ottobre, a Sa vigliano, un brigadiere dei carabinieri, Fulvio Iannucci, è falciato dai banditi che hanno assalito un ufficio postale E' vero che anche la corte d'assise di Cuneo non ha a- vuto molti processi (una decina in tutto l'anno), ma questo non è certo un sintomo di scarsa criminalità. L'on. Raffaele Costa ha presentato, pochi giorni or sono, un'interrogazione al ministro degli Interni per «contenere l'espandersi della delinquenza in provincia di Cuneo, con particolare riferimento alle bande armate che assaltano, con <frednéhztt sempre *mapgiore, agenzie di istituti bancari cufici postali, con- gMve pericolo per l'incolumità delle persone». Non sappiamo cosa ha risposto il' Ministro, non sappiamo nemmeno se ha già risposto. Ma in provincia di Cuneo (dove esistono circa 150 Comuni con meno di 2000 abi¬ tanti) sono anche gli assalti alle case e alle cascine più o meno isolate che hanno raggiunto una frequenza intollerabile. La Val Grana, tanto per fare esempi, lamenta da tempo uno snervante stillicidio di fiuti. Dal santuario di Castelmagno ignoti banditi hanno addirittura asportato, con un camion, un grosso e pesante mobile del Rinascimento passando con il vistoso bottino davanti alla" caserma dei carabinieri. La frazione di Narbona è quasi completamente svaligiata. La gente, sfiduciata, non denuncia nemmeno più i furti patiti. Ma quanti sono i carabinieri, come sono dislocati, di quali mezzi dispongono? Gino Apostolo

Persone citate: Fulvio Iannucci, Gino Apostolo, Guido Barbaro, Leonardo Ferreri, Raffaele Costa