Castagne, frutto proibito

Castagne, frutto proibito Nel Cuneese raccolto rovinato dalla pioggia Castagne, frutto proibito (Dal nostro Inviato spedale) Cene©, 30 ottobre. Castagne, frutto ' proibito. Questi i commenti delle massaie davanti al banco del -fruttivendolo alla vista del prezzi, erte vanno da 400 lire per quelle "bon pai", a 900-1000 lira per grossi marroni. Castagne, frutto proibito, fanno eco 1 produttori, in particolare quelli del Cuneese. che per gli alti costi di raccolta e il prezzo di vendita ai grossisti, che non è remunerativo, preferiscono lasciar marcire II frutto. Ce? la crisi La "provincia granda" è la più importante produttrice di castagne di tutta l'Italia. Si calcola che quest'anno il raccolto sia stato di 7540 mila quintali. Vent'anni fa era di 150 mila; prima dell'ultima guerra superava i 500 mila quintali. Una produzione in crisi, anche perche al calo di produzione non ha fatto riscontro il miglioramento della qualità. I motivi di questo peggioramento? Secondo gli esperti sono due: la malattia che ha decimato I castagneti: l'abbandono delle vai ! late alpine, che ha portato a trascurare la coltura, non più j ripulita e concimata, : Quest'anno, inoltre, è anda i ta peggio del solito: la siccità prima, i temporali e i piovaschi dalla metà di luglio in poi, e. negli ultimi giorni, la neve mai caduta a quote così basse in questo periodo, hanno impedi¬ i a 0 a . e e i a a ù à i . i n ¬ to la maturazione. I pruni eò* no crolwti. Dicono i Bjonjanari: «Non si può continuare cosi, sono più le spèse che II guadagno». Matteo Baudino si lamenta: Lavorando sodo tutto il glorino Uno a spaccarmi la schiena, riesco a raccogliere quaranta chlUdlcastagne, che scendono a trenta dopo la cernita, obbligatorie se sì vuol vendere. £ per che-xosa?. Per portare a casa nemmeno cinquemila lire. D'altronde, con quello che guadagno, non posso certo assumere manodopera. A dìflerenza dell'altra frutta, come pere, mele, pesche, la raccolta non è fatta da stagionali. I raccoglitori sono dì solito anziani montanari: «£' un peccato lasciar marcire tutta quella roba li — dicono —. £ pensare che noi, una volta, con le castagne ci slamavamo tutto l'inverno. Adesso le mangiano i vermi». Un tempo quelle piccole erano fatte seccare (quasi ogni famiglia aveva il suo essiccatoio). Oggi in città le castagne secche sono introvabili. «Quella delle castagne era la colto- \ re-base del montanari, assieme ; a un po' di zootecnia» spiega ! Raffaele Bassi,, responsabile dal servizio tecnico dell'Aspro-1frut. l'associazione dei. frutti-jcoltoli cuneesi. Oggi, invece, è \considerata secondaria, addi- ;rittura marginale. iI prezzi «strappati» sui mercati della zona? 'Dipende dalla qualità — risponde Bassi —: si va dalle 150-250 lire franco mercato, prezzo medio, per II prodotto non selezionalo, alle 700 lire delle qualità extra, come nella zona del Boeri, dove la castagna matura prima, quindi è ancora una primizia: Il mercato è" In mano a~ pochi' grossisti., che a Saluzzo, Caraglio. Busca. Mondovì. Borgo San Dalmazzo. Drenerò, per Citare i più importanti, «fanno II bello a cattivo tempo». Il prodotto, pagato magari 150 lire, dopo la cernita a seconda della grandezza, lo scarto di quelle'bacate e l'Imballo viene rivenduto a 350. Anche in questo settore, pur tra mille difficoltà, i produttori si stanno organizzando. In prima linea l'Asprofrut, che raccoglie produttori ortofrutticoli singoli e associati (comprese cinque cooperative). Per quanto riguarda le castagne, l'organizzazione ha in animo di agire su due piani. Anzitutto «lavorare» il prodotto per conto proprio e venderlo direttamente. •Abbiamo dei mercati molto ricettivi, anche se motti pensano il contrarlo, soprattutto all'estero. L'Italia esporta 45 mila quintali di castagne, cioè un terzo della produzione nazionale. All'estero, ovviamente, bisogna dare un prodotto soddisfacente e competitivo, trattato opportunamente per evitare che si guasti». ....... - Beasi apiege che ena qualità di rmaini deBltalia kàoraattrcg^ao lldaele «"bucala ai leatrtaftarMi\mo\' fpjrei gonfia Cos^jrwho fa- scn\cchezza^'ma la dkudJaè motto . eonaibr/e e queste la gante A città è torta dai cfàé gsnoi- tazdsvcpDtgmdnfadi onesti cibili» Chi e e a i , i . . o e - \ e ; a ! come secondo punto per la e rjpresa della castagna cuneese o-1 Bassi sta studiando di innesta-j re Pjante di buona qualità è \ (compresi i marroni di Chiusa - ; pesio. «tra / migliori che ci i sono») su piante nane di pro- • uno trucpKr IT sapore del castagnaccio comprato alla bancarella con le poche lire avute come mancia la domenica? Oppure le scorpacciate di castagne e latte nelle sere d'inverno? Ecco, dicono i montanari, bisognerebbe ricordare alla gente i momenti felici che creavano le cose semplici, genuine. «A Cuneo — è sempre Bassi che parla — oltre a piazzare il prodotto per la vendita presso I fruttivendoli, abbiamo la possibilità di venderlo alle industrie di trasformazione: marmellate e marron glacés» L'Importante è organizzarsi, dice ancora Basai, «e pensare che i cuneesi hanno una delle agricolture più sviluppate e moderne del nostro Paese. L'orto d'Italia è qui. nel Cuneese: altro che Emilia-Romagna. Lasciate che lo dica uno che viene da Ravenna». Ma il discorso sulla cooperazione non sempre da queste parti è ben accolto. Piante nane Crl—: o venienza giapponese, per risparmiare spazio e concentrare la produzione. «/ castagneti saranno piantati alle giuste al- tttudlnl e In zone facilmente accessibili mi lavoranti». Nelle zona più alta, dova il bosco di castagni non sarebbe più sfruttato, secondo Bassi, «converrà rifare II rimboschimento^ con essenze pregiale, con dei plani suggeriti dslla.fortstale. Dove possibile. WmcéTaarà Introdotts la coltivazione di fragole, lamponi, mirtilli». Insomma, Dottato pianificai ione e Industria anche nelle più lontane vallate alpine, per fermare, fin che ai pub, un esodo che ai fa di giorno in giorno più Giorgio Lombardi e à a i a e o a mp7mldmggStbddllvtsmcsctf

Persone citate: Boeri, Giorgio Lombardi, Matteo Baudino, Raffaele Bassi