L'arte del panettone è emigrata nel Cuneese di Gianfranco Fiori
L'arte del panettone è emigrata nel Cuneese L'arte del panettone è emigrata nel Cuneese Le domande per il Natale cominciano ad arrivare già copiose (Dal nostro corrispondente) Alba, 33 ottobre. . La grave crisi economica che investe il Paese con i noti prov sedimenti del governo orientati a ridurre i consumi, le vicende di alcune aziende come la Venchi Unica, la Motta e l'AIemagna, inducono a pensare che il settore dolciario stia attraversando un momento difficile, anche perché i dolciumi sono un po' considerati un genere quasi voluttuario e quindi una delle prime voci da contenere per far quadrare i bilanci familiari. La provincia di Cuneo, con oltre 4 onta addetti. 33 aziende tra le quali la Ferrerò di Alba, la Balocco e la Maina di Fossano ed altre quattro-cinque industrie di una certa importanza, ed una serie di aziende mino ti, ha un discreto peso sulle produzione complessiva naziormle in questo settore, Per vedere come si prospetta la situazione nella provìncia Grande, in relazione anche delle vendite per la festi- piculazita17stnoessttumseleliamratrqcomtobapzipdFuco7ivita natalizie, abbiamo com-1 co piuto un sondaggio presso alcune ditte. Alla Ferrerò (3 mila dipendenti, con una produzione annua di 300 mila quintali ed un fatturato di circa 171 miliardi), dice l'addetto stampa, dottor Eldrado Bellono: «La situazione, pur non essendo eccellente, è abbastanza soddisfacente, soprattutto per la buona tenuta del mercato estero che rappresenta circa il 28 percento delle vendite dèlia Ferrerò Italia». «Per quanto riguarda il mercato interno — dice ancora 0 dottor Bellono — non intravoedìamo cali notevoli in quanto la nostra clientela continua a consumare dolciumi. Notiamo che il consumatore si è fatto pia accorto e bada meno all'esteriorità e più al contenuto delle confezioni». 11 rag. Aldo Balocco, presidente e amministratore delegato della Spa Balocco di Fossano (140 dipendenti, più una trentina di stagionali, con una produzione annua di 75 mila qiiint*»H rtj miwttngi colombe pasquali, biscotti) è molto ottimista sulle prospettive dell'attenda. «Nonostante la crisi — aferma — abbiamo delle buoe prospettive. R panettone mandorlato, una nostra speialità un po' àsverta da tutti U altri tipi, sta andando molo bene. Quasi UUU le fami lie, almeno a Notate, che è la esta più importante dell'ano, un panettone buono e spedale se lo possono ancora ermettere. Tutto sommato, remila lire sono ancora alla portata di tutti». n rag. Andrea Sarotti. un dirigente detta Balocco, afferma: «Rispetto all'anno scoro, abbiamo avuto un incre mento nella domanda dei pa nettoni del SO per cento: Noi avoriamo esclusivamente per l .mercato nazionale: abbiamo però fatto dei sondaggi su alcuni' mercati stranieri dobbiamo atre che i risultati ono stati più che favorevoli, anto che è nei programmi dell'azienda potenziare gli tabilimenti, per poter operare nel campo dell'esportazione*. Alla Maina di Fossano vi sono, pure buone prospettive, n dottor Vincenzo Brandom, amministratore dell'azienda, dice: «Da statistiche risulta che a livello nazionale, vi è un calo nelle vendite di panettoni. Noi invece, come altre ditte della provincia, stiamo riscontrando in questi anni una richiesta tempre in aumento. Questo riteniamo sia da attribuire al fatto che i consumatori si orientano sempre meno verso i grossi nomi e sempre più verso la qualità, con conseguenti maggiori spazi per le aziende minori che si sono specializzate nel settore». all panettone è nato a Milano— continua il dottor BrtBdoni — ma ora — dice con una punta di orgoglio —, sfa emigrando in provincia di Cuneo, ove ti produce attualmente il 15-20 per cento delia produzione globale nazionale». La buona situazione nel settore dolciario in provincia è anche confermata da alcuni titolari di aziende artigiane. I fratelli Oliva, di Borgo S. Dalmazio. Ezio Cirio, di Alba, pi evedono una produzione analoga a quella dello scorso anno;- anche se, per' loro, avendo una clientela più fimitate, le richieste stanno appena arrivando. «Sulle mense natalizie — sostengono —, il panettone non dovrebbe mancare». ePer i prezzi — affermano — a causa degli aumentati costi delle materie prime, si prevedono ritocchi nell'ordine del 20-30 per cento». Un altro prodotto dolciario caratteristico del Cuneese. è il torrone. Uno dei produttori, Q ragionier Dario Sebaste, ti telare dell'antica ditta omonima di Gallo Grmzane. che, con una trentina di dipendenti, produce circa 3 nula quintali di torrone all'anno, sostiene: sNell'andamento del mercato, perora, vi è nulla di anormale. Cè un leggero rallentamento nella stipulazione dei contratti. Un tempo si era toUti redigerli già nei mesi di marzo-aprile. Data l'incertezza del momento, invece, siamo costretti ad operare in termini molto più brevi». Gianfranco Fiori
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