Cinque albesi stamane vanno a giudizio per furti ed estorsioni compiuti in città

Cinque albesi stamane vanno a giudizio per furti ed estorsioni compiuti in città Gli episodi di delinquenza accaduti oltre un anno fa Cinque albesi stamane vanno a giudizio per furti ed estorsioni compiuti in città (Dal nostro corrispondente) Alba, 13 ottobre. Accusati di una serie di reati, cbe vanno dal furto alla rapina, all'estorsione, cinque persone compaiono «VflTrPnl davanti ai giudici del tribunale di Alba. Sono Agostino Bottero, di 24 anni, nw«mi. co, di Baldissero d'Alba; Fasquale Vivaldo, 23 anni, saldatore, nativo di San Floro e residente ad Alba, in via Cerrato 9, il portalettere Demetrio Sacchero, di 24 anni, di Corneliano d'Alba, Giovanni Basso, di 28 anni, esercente, residente in corso Piave 49, ed Antonio diselli, di 33 anni, nativo di Rizziconi e residente ad Alba, in corso Corte milia 13. Bottero, Vivaldo e Sacchero sono accusati della rapina all'ufficio postale di Piobesi d'Alba, avvenuta la mattina del 4 aprile '75. Quel giorno, due individui, mascherati ed armati di fucile e pistola, identificati poi in Bottero e Vivaldo, facevano irruzione nella posta, dove si trovavano la titolare, Domenica Te sta, il portalettere, il fiaccherò, appunto, ed altre persone. I malviventi si pppmuyytPvano di 3 milioni 547 ™jiq lire. Dalle indagini condotte, si riuscì ad appurare che complice della rapina era il por talettere. Come egli stesso avrebbe poi ammesso, aveva fornito, dietro un compenso di 300 mila lire, informazioni ai due amici, autori materiali del colpo, facendo sapere a loro il giorno in cui avrebbero trovato il denaro. Per la rapina si erano serviti di un'Alfa Romeo 1750, rubata la notte precedente a Torino, in un garage, e di proprietà di Wilma Luttati. Bottero, Vivaldo e Sacchero, devono poi rispondere di un furto di quadri e di altri oggetti per un valore complessivo di 5 milioni 500 mila lire, avvenuto a Corneliano d'Alba il 9 aprile "75, nell'abitazione di Giovanni Mlcca Botto. Tutti e cinque gli imputati sono accusati di furto aggravato, per essersi impossessati la notte del 28 .marzo 75 di quadri d'autore per un valore di 40 milioni, sottratti' al ! gallerista Giovanni Zennaro. In questa occasione, i malviventi, per penetrare nel negozio; avevano praticato un foro nel muro. Tutti e cinque sono inoltre incriminati ! di concorso in estorsione, i poiché avrebbero intavolato delle trattative con il com-' merciante d'arte costringen- j dolo a versare a loro 1 milione e 200 mila lire, per restituirgli quanto gli avevano! rubato. Lo Zennaro, però, avveniva i carabinieri, che riuscivano ad introdursi nel giro, smascherando, infine i j malviventi. A Bottero e a Vivaldo, vie- j ■ ne addebitato, poi, un. altro j ; furto, compiuto nell'oreflce- {ria di Emilio Prunotto, il 23 |1 giugno '75. I ladri erano pe-,; netrati nella gioielleria, dopo *aver fatto un laborioso foro1nel pavimento, riuscendo co-1si ad impossessarsi di prezio- si, per un valore di 10 mi- ,;' , .„„' IZ.^")"" honi. Ancora di estorsione.sono accusati Boterò e Vi-jvaldo, poiché con 1 inganno si | sarebbero fatti ceder" dal Sac chero la sua-moto «bionda». Bottero, Vivaldo e Sacchero, infine, devono rispondere di detenzione abusiva di armi. qdj ■ ; ' ld Giovanni Basso Pasquale' Vivaldo

Luoghi citati: Alba, Rizziconi, San Floro, Torino