A Fossano i detenuti protestano e si rifiutano di svolgere lavori
A Fossano i detenuti protestano e si rifiutano di svolgere lavori Misteriosa tensione interna nel carcere piemontese A Fossano i detenuti protestano e si rifiutano di svolgere lavori (Nostro servizio particolare) Fossano, 11 settembre. Che si riparlasse del carcere «Santa Margherita» di Fossano, lo hanno voluto proprio loro, i detenuti. Stamane è stato recapitato alla nostra redazione un telegramma a firma dei reclusi del penitenziario fossanese: «S.O.S. Vogliamo parlare con voi, venite subito». Siamo andati. Il carcere è stato raggiunto poco dopo lo 14. Davanti, nella stretta e maleodorante via. non c'è nessuno. Dall'interno. mmtrrMiio un rumore. Pare disabitato. Ad aprirci il portone è l'agente «usciere». «Abbiamo ricevuto un telegramma, vorremmo parlare con i detenuti» diciamo. L'agente sorride: «Parlare? Accomodatevi, che adesso vedo». Oltre il pesante portone di ferro, con la vernice ormai corrosa dal tempo e dagli acquazzoni che lo battono in continuazione, si è in un altro mondo. Mentre l'agente di cu stodia spiega al centralinista cosa desideriamo, gli dice di avvisare il comandante ed il direttore, ci guardiamo attorno. Su di un tavolo, contro la parete, ci sono valigie, borse, sacchetti di plastica; tutti aperti. Si intravedono bottiglie di vino, del pane, dei salumi. E' l'ora dei colloqui. Una veneta, ormai anziana, spiega all'agente, che controlla quanto viene portato ai reclusi, che lei ha con sé «solo un cucchiaino, un piccolo salame ed una bottiglia. Me li aveva chiesti per piacere — dice — e li ho portati». Non si sa chi abbia in galera, se marito o figlio, ma è penoso vedere gli occhi di quella ma¬ dre o sposa, sofferenti, vuoti. La fila che attende con è molto lunga. Ognuno ha tutto il tempo di leggere il cartello che è appeso all'ingresso, sopra la porta. Lo ha firmato «La Direzione», lo ha timbrato il «Maresciallo comandante». Dice: «le donne che si presenteranno ai colloqui con i reclusi in abiti succinti o con profonde scollature, non saranno ammesse». L'attesa finisce. Il centralinista dice che «il direttore verrà subito». Infatti, pochi minuti dopo, il dottor Beali, direttore, del «Santa,,Caterina», è con noi. Giovane, distinto, sorride anche lui alla nostra domanda di «parlare con i reclusi». «E' impossibile — dice —. Occorre l'autorizzazione ministeriale ed il visto del giudice di sorveglianza». Ma il telegramma, allora? — ribattiamo. «I detenuti — dice il dottor Reali — non hanno accettato di sedersi ad un tavolo con me ed il giudice di sorveglianza, per discutere, quindi è impossibile anche per quello che ho detto prima parlare con loro». Continuano le manifestazioni all'interno? «Si — ammette il direttore —, ma si limitano a non lavorare. Noi, per discutere con loro, abbiamo anche chiesto la sospensione dello sciopero». Dottor Beali, ma cosa chiedono i reclusi di Fossano? «Ita completa attuazione — spiega — della riforma penitenziaria e la modifica dei famosi articoli per i quali i reclusi recidivi non possono ottenere determinati benefici». Lasciamo il carcere: il colloquio è finito. Cerchiamo il cappellano del penitenziario, don Felice Favole, che risiede proprio dinanzi alla casa di pena, nel «centro addestramento professionale». Don Felice, ma cosa sta succedendo dentro il «Santa Caterina»? «Niente di allarmistico — .spiega —. I detenuti chiedano delle modifiche alla legge come in questo momento si sta facendo in tutta Italia. Vogliono un incontro con il senatore Galante Garrone e con i giornalisti per discutere la loro problematica interna». Ma il telegramma che ci è stato inviato, parlava di repressione, cosa c'è di vero? «A me non risulta v— contiuna don Febee — che i detenuti subiscano alcuna repressione, né da parte del corpo degli agenti di custodia, né tanto meno da parte di altri reclusi Penso che si riferissero al fatto del telefono». Ossia? «Si, c'era qualcuno che abusava nel telefonare a casa e quindi la direzione ha provveduto a dare un giro di vite, tutto qui». Lo sciopero continuerà a lungo? «Da voci di cortile mi pare di aver inteso che lunedi dovrebbe cessare tutto, ma non lo posso di certo confermare». Nulla di più si è appreso sulla situazione dei 160 detenuti del carcere fossanese. Nei prossimi giorni, se la vicenda dovesse sbloccarsi, forse ci sarà la possibilità di parlare con loro. Fiorenzo Panerò
Persone citate: Felice Favole, Fiorenzo Panerò, Galante Garrone, Penso
Luoghi citati: Fossano, Italia, Santa Caterina, Santa Margherita
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