Da sempre intreccia panieri (ma è l'ultimo in provincia)

Da sempre intreccia panieri (ma è l'ultimo in provincia) Nel mondo artigiano che scompare: Grazzano Da sempre intreccia panieri (ma è l'ultimo in provincia) (Nostro servizio particolare) Grazzano. 26 agosto. Si chiama Pietro Abbano, ha 69 anni, è l'ultimo panieraio delia provincia astigiana. Il prossimo anno cesserà la propria attività. Da tre generazioni la sua famiglia ha mantenuto viva la tradizione di un mestiere antico. Per oltre un secolo gli Abbano hanno intrecciato arbusti di salice per costruire canestri e panieri, cestoni e gerle, contenitori di damigiane e sedie di vimini. Nonno, padre e figlio si sono tramandati i segreti di un'arte umile fatta di piccole soddisfazioni e di lunghi pomeriggi impiegati a sistemare e a ricucire migliaia di esili fibre in legno. Ancora oggi la giornata di Pietro Abbano trascorre nel piccolo laboratoio di casa, una stanzetta quasi buia in cui a volte compare un amico o un visitatore curioso per scambiare quattro chiacchiere. Le pareti sono adorne di cesti e canestri, al centro spicca uno sgabello su cui il vecchio panieraio compie gli ultimi capolavori. Il procedimento di lavorazione è complesso, le operazioni sono lunghe e laboriose. Gli arboscelli vengono ripuliti, piegati, intrecciati con una serie di gesti veloci. Il paniere prende forma poco alla volta, mentre le mani si muovono abilmente in un inestricabile groviglio di decine di arbusti di salice. I clienti più affezionati sono ancora i contadini. Le ordinazioni non mancano: cesto per le uova, canestri per la frutta, qualche soprammobile per il tavolo del salotto. li panieraio però è stanco. «Devo proprio smettere — dice Pietro Abbano —. Alla mia età, cosa vuole, lo si fa più per passione che per altro». Ultimamente qualcuno è venuto a fargli compagnia? «Ogni tanto arriva qualche giovane che vuol imparare il mestiere. Si mette Ù, prova, poi gli scappa la pazienza e se ne va». L'ultimo panieraio è molto orgoglioso del suo passato di musicista. Da giovane suonava piano e violino in alcune celebri compagnie di rivista. Spesso doveva però abbandonare il lavoro e cambia¬ re città, essendosi sempre rifiutato di «prendere la tessera del fascismo». La tradizione di famiglia è continuata anche per questo motivo: stabilitosi.a Grazzano durante la guerra, Abbano avevs ' TJeciao di 'imprèndere, proprio qui, 11 mestiere appreso da bambino. «I miei erano originari di Crescentino — racconta —. Mio padre aveva un piccolo laboratorio dove riusciva a raggranellare qualche soldo per mandare avanti la baracca. Aveva cominciato con l'aiutare il nonno, poi si era appassionato al lavoro e aveva continuato, proprio come ho fatto io». Trentacinque anni fa. quando venne a stabilirsi a Grazzano, Pietro Abbano provò una sensazione di amarezza. L'impiegato all'ufficio anagrafe non voleva registrare la sua attività di panieraio in quanto il termine non compariva nell'elenco ufficiale delle professioni riconosciute. «Non conoscevano U significato della parola — conclude sconsolato —. Al suo posto hanno scritto operaio delle fibre in legno». Mentre sta parlando le mani continuano a intrecciare veloci arbusti di salice. Mauro Anselmo Grazzano. L'ultimo cestaio del Monferrato fotografato nel suo laboratorio

Persone citate: Mauro Anselmo, Pietro Abbano

Luoghi citati: Crescentino