I "signori" del Grand Hotel di Bruno Marchiaro

I "signori" del Grand Hotel Le belle vacanze nelle vallate monregalesi I "signori" del Grand Hotel Frabosa lanciata all'inizio del '900 da un colossale albergo a 7 piani ora demolito (Dal nostro inviato speciale) Frabosa, 3 agosto. Le valli del Monregalese starino vivendo la loro grande stagione: si calcola che non meno di 50 mila turisti siano presenti nelle varie località di villeggiatura sparse dalla vai Ellero alla valle Mongia. Lurisia, Roccaforte, Pamparato, Serra, San Giacomo di Roburent, Viola e St-Gree hanno assunto un aspetto festoso, gli alberghi sono al completo, le vie animate, i bar affollati di giovani. Lungo le strade che percorrono le colline gonfie di castagneti si incontrano chiassose comitive di ragazzi e ragazze in motoretta. In queste zone la villeggiatura, pur mantenendo un carattere familiare, è lievemente sofisticata, composta di una clientela in grande maggio ranza ligure; la presenza di alberghi di prima categoria, di campi da tennis, di maneggi per l'equitazione, di tavernette e nights dà un tono di mondanità che non si riscontra nelle altre valli del Cuneese fatta eccezione per Limone. Frabosa Soprana. con una popolazione stabile di nemmeno duemila abitanti, ospita in questi giorni da 5 a 6 mila persone distribuite nei numerosi alberghi e nelle case private. Nel parco dell'Ebmelstor, nei dehors dei catte si parla quasi esclusivamente ligure, la maggior parte delle auto in sosta davanti .agli alberghi o nella piazza Marconi sono targate Genova, Savona e Imperia. «Per noi la clientela ligure è una tradizione — dice il vice 'àruiswn Sandro Rulli proprietario dell'albergo Gildo —. Ho visto diventare giovanotti dei bambini venuti a Frabosa con i genitori quando appena erano nati. Si conoscono tutti perché sono cresciuti insieme almeno per un periodo dell'anno, in estate e in inverno quando vengono a sciare». La moda della villeggiatura a Frabosa è cominciata verso la metà del secolo scorso quando alcune vecchie trattorie prepararono poche camere per i primi ospiti senza eccessive pretese, « Il vero lancio si ebbe nel 1906 — dice ancora il signor Rulfi — con la costruzione del l'Hotel Gastone, il più grande albergo del Monregalese ». £Hotel Gastone, ora demo, era un palazzone di sette piani realizzato con tutti i servizi dell'epoca: saloni per ricevimenti, sale da gioco con biliardi e tavoli verdi per le carte, sale di lettura, disponeva di un acquedotto proprio e di un impianto elettrico autonomo. Era frequentato nei mesi estivi dalle famiglie dell'alta borghesia genovese e del Monregalese. I contadini di Frabosa guarda vano con rispetto e invidia quei «signori» che al mattino e prima di sera uscivano a gruppi per la passeggiata nei castagneti con i pullover di lana a vivaci colori, 1 calzoni bianchi e le scarpette di tela; si riunivano poi curiosi e ammirati davanti all'albergo quando si accendevano i. lampadari del salone per la cena. Xi Grand Hotel Gastone non ebbe vita lunga: appena 12 armi dopo la sua apertura verme demolito. Il proprietario lo cedette a un industriale di Legnano, indicato nei documenti di vendita cerne il commendator Borsani, che fece abbattere l'edificio per recuperare il ferro il cui prezzo subito dopo la guerra '15-18 era salito di molto. Risulta che il Borsani riusci a realizzare centomila lire; quanto aveva speso per l'acquisto del palazzo. Ormai sono in pochi a ricordarsi del «Gastone» ma non c'è dubbio che l'albergo dei « signori» ha contribuito alla fortuna turistica di Frabosa. Gli esercizi di un certo tono sono ora dieci e quasi tut- te le camere hanno il bagno privato; gli ospiti sono in contìnuo aumento grazie anche al fatto che Frabosa dispone di buone attrezzature sportive invernali: circa centomila all'anno sono gli ospiti del centro monregalese tra villeggianti estivi e appassionati dello sci. La giornata in questp periodo trascorre con passeggiate nei boschi, gite alle grotte di Bossea, lunghe sedute al bar, e la sera un po' di musica in discoteca. Tutte le valli monregalesi hanno in comune la caratteristica di una fitta vegetazione, in prevalenza castagneti, buone strade e paesini tranquilli e puliti. Purtroppo anche da queste parti è arri¬ vata la speculazione edilizia che ha infierito in modo sciagurato a San Giacomo di Roburent per cui il ridente villaggio di un tempo non molto lontano appare ora deturpato da casoni e grattacieli che nulla hanno a che fare con la riposante natura che li circonda. Bruno Marchiaro Franosa. Chi prende la tintarella e chi gioca, fra le montagne del Monregalese

Persone citate: Borsani, Ellero, Gree, Pamparato, Roccaforte, Rulfi, Sandro Rulli, Serra

Luoghi citati: Frabosa Soprana, Genova, Imperia, Legnano, Roburent, San Giacomo, Savona