Il Piemonte contadino ha scoperto il "rosso"

Il Piemonte contadino ha scoperto il "rosso" Analisi dei risultati nella circoscrizione-Sud Il Piemonte contadino ha scoperto il "rosso" L'analisi dei risultati eiettore- j li per circoscrizioni, può riservare ' delie sorprese. Specialmente se j abblamp guardato solo te tendenze ì dei grandi numeri a livello nazio-j nale. Ciò avviene per la maggio- re disaggregazione delie cifre, prò- j vincia per provincia. Nella mi-i sura in cui. poi. all'interno di ! ogni provincia, è possibile ricono- j scere aree di citta e di campa- j gna. zone industrializzate e zone agricole, il significato dell'analisi viene a mordere nel vivo del vo- to. nelle sue ragioni soggettive j e condizioni oggettive: socioeconomiche e pGiioCO-Cuiuirati. .Man mano che si sale alle cifre nazionali si toccano i vertici delle quantità altamente statistiche, man mano che si scende a disaggregare il voto della gente nel suo contesto sociale, si metta in luce tutta una serie dr significati non solo quantitativi ma profondamente qualitativi. Ciò avviene, per esempio. nell'anali!;; dei risultati elettorali, nella circoscrizione comprendente le province di Alessandria. Asti, Cuneo. Tre caratteristici territori pie- • nontesi, che presentano, non so- lo estesi complessi urbani, con aree di industrializzazione e settori terziari relativamente diffusi, ma anche vaste plaghe agrìcole, attraversate da contraddizioni (crescita e regresso) molteplici, nonché da zone mentane ed alpine di bassa, media ed alta valle. La sorpresa che i dati nazionali delle recenti elezioni ci hanno riservata è stata duplice: la nuova crescita del pei e la ripresa della de. La circoscrizione Alessandria. Asti, Cuneo, dà la misura dell'ulteriore progresso comunista in voti e percentuali. Quanto alla seconda sorpresa, essa è di altro tipo. Mentre il pei. rispetto alle elezioni del 1972. sale in percentuale, dal 20.4 (175:772 voti) al 28,3°o (252.136 voti) la de. sempre rispetto al 1972. nella circoscrizione in parola, scende in percentuale, dal 44.7 (384.577 voti) al 43X0.» (384.294 voti). Quanto meno una sorpresa alia rovescia. Ancora più sinteticamente. Mentre il pei sale di 7,9 punti, la de cala di 1.5 punti. Va da sé che. rispetto alle regionali del 15 giugno 1975. Il discorso invece sarebbe: recupero della de senza toccare il tetto dei 1972. La de ha recuperato meno ad Asti e più a Cuneo ed Alessandria. Guardando ancora più da vicino i risultati, i dati e le percentuali dei due partiti maggiori, de e pei, provincia per provincia, l'impressione che se ne ricava è. un tantino sconcertante. Almeno per la ragione che non vi si trova una conferma d! certe comuni opinioni, sia sul voto democristiano che su quello comunista. Per esempio: la de complessivamente, nella circoscrizione, caia, però ciò non avviene, sebbene per pochissimo. nell'Alessandrino; l'area può essere certamente stimata, tra le altre due dell'Astigiano e del Cuneese, quella .con una piti estesa o diffusa attività e quindi popolazione Industriale. Si dovrà certo tenere conto di altre variabili, che ora non -sono raggiungibili. Ma. di primo acchito, in base ai dati l'impressione è quella riferita. L'area astigiana, che presenta, invece, una più omogenea caratterizzazione agricola, è stata quella che ha visto il maggior calo della de (3,6 punti in meno) cioè, in voti: da 68.757 a 66.325. La • provincia granda > di Cuneo ha penalizzato meno la ripresa del partito di maggioranza relativa. Ripetiamo: probabilmente bisognerà introdurre altre variabili. Tuttavia non sempre la sede naturale del voto comunista è solo la città industriale. O per meglio dire, mentre la de ora rischia, dove prima andava liscia. Il pei sembra andare liscio un poco dappertutto. Il progresso del pei. nelle tre province considerate è infatti forte ed omogeneo sia ad Alessandria che ad Asti e Cuneo (prò-vince) non solo, rispetto ai dati del 1972, ma anche rispetto ai dati del 15 giugno 1975. Che cosa dire di questa crescita, che sembra ancora lontana dall'averj' j esaurito le sue riserve? Vaie ari' che qui ciò che si può dire a j vello nazionale, ove il pei. dalle ì politiche dei 1972 alle ammlnlj strative del 1975 ad oggi, è pas sato, dal 28.23. al 33.9 e al 35.4% j dei voti nazionali, i Anche nelle province in que! stione. come in tutto il Piemonj te. hanno il loro peso, non solo j la tradizione e la storia dei co| munisti e la loro organizzazione ! di partito, ma pure il fatto che. j ormai, le cosiddette amministra- ' j zìoni 'rosse-», sono ir. buon nu- I mero e rappresentano indubbia- i mente, per l'eiettore non preve- j nuto. un elemento di notevole vi- j sibilità. Nel voto ha infatti una j j grossa influenza l'immagine pub- ' blica che'ogni .partita sa dare j di sé Forte il progresso del P.C.I. nel Cuneese. Probabilmente a spese del P.S.I. Questo partito è arretrato invece in (ina misura che non sarebbe stata neppure grande (rispetto ad altre circo- scrizioni! nelle Provincie di Ales-1 sandria e Asti. Invece il suo ca-1 lo è stato piuttosto pesante nel- i ia provincia cuneese. La quale j ha visto anche il miglior rlsul Oove pure questa nuova formazione, che com'è noto si pone alla sinistra del P.C.I. ha dato buona prova di se. La •vivccua e la mobilità elettorale che, da qualche anno, rivela la « provin eia granda > è mostrata, in que- tato di Democrazia Proletaria. ri-I spetto alle altre due province.! sta occasione, anche da tre altri risultati. Quelli positivi del PRI. e del P.R.. che hanno entrambi guadagnato voti: e quello nega tivo del P.L.I.. il quale, nella prò vincia in parola, ha perso ben tre punti secchi. Come sono mutati i tempi! L'immagine della provincia grande come roccaforte conservatrice è ben lontana! Ma anche gii elettori alessandrini ed astigiani hanno penalizzato il P.L.I. Questi tonfi dei. partiti minori. tome anche queiio dei P.S.D.Ì. sono chiaramente andati a vantaggio della D.C. Pur non arrivando questa a raggiungere il tetto del 1972. Là buina affermazione del Par- tito radi-ale e di Democrazia prò- letaria, trova le sue ragioni in aree provinciali, le quali, ancor- ché non ristagnanti e sonnolen-1 te. mostrano, non solo di sapere j accogliere orietamenti e sugge- j rimenti politici nuovi, ma ■anche di saperli interpretare ed in qualche buona misura rappresentare. La stessa affermazione dei P.R.I.. j che nei dati nazionali è meno j chiara e contrastata, nelle tre j province in parola è stata ti screta, con .buone punte ad Alessandria e Cuneo. Quanto al • bipolarismo -, che a livello dei - grandi numeri nazionali sta facendo tanto senso, a livello delle aree disaggregate presenta varianti di notevole interesse. Filippo Barbano

Persone citate: Alessandrino, Filippo Barbano