Verso la difesa passiva contro le grandinate

Verso la difesa passiva contro le grandinate Deciso dai frutticoitori nel Cuneese Verso la difesa passiva contro le grandinate (Dal nostro corrispondente) Saluzzo. 2 giugno. Per garantirsi contro i danni che il maltempo e la grandine, in particolare, possono arrecare alle colture frutticole e vinicole, gli agricoltori della provincia di Cuneo hanno costituito un «consorzio di difesa delle produzioni intensive». Particolarmente scettici nei riguardi della forma di difesa cosiddetta «attiva», i soci del consorzio hanno preferito la difesa «passiva». Gli agricoltori cuneesi hanno snobbato i tanto reclamizzati cannoni an ti grandine ed hanno voltato la schiena alla flotta aerea che doveva alzarsi in volo nell'imminenza del temporale e bombardare le nuvole per evitare la dannosa caduta dei chicchi di grandine. Troppe volte si erano riscontrati gli scarsi risultati di questo tipo di lotta contro le avversità atmosferiche. Ai mezzi tecnici i frutticoitori cuneesi hanno preferito, nella quasi totalità, il tradizionale sistema della assicurazione. Ma l'assicurazione fatta da ogni singolo agricoltore incideva fortemente sul costo del prodotto; di qui l'Idea ùi costituire un consorzio che raggruppando il maggior numero possibile di frutticoitori avrebbe potuto non soltanto ottenere delle tariffe più vantaggiose dalle compagnie assicuratrici, ma anche beneficiare dei contributi dello Stato e della Provincia a tal fini destinati dalle disposizioni legislative in vigore. Il consorzio, nato quattro anni fa, contava 1641 soci; oggi sono 5074 appartenenti a 153 comuni della provincia. «Questa è la prova più evidente della validità del consorzio — dice Federico Dall'Orto, che ne è il presidente —. Gli agricoltori che per assicurarsi privatamente dovevano pagare un premio pari al 15-16 per cento del valore del raccolto assicurato, pagano ora meno del 5 per cento». Gino Taricco, che è il direttore del consorzio, afferma: «I valori assicurati si sono de terminati nell'importo complessivo di 31 miliardi e 859 milioni di lire, dei quali oltre 8 miliardi per il solo settore vitivinicolo. Per quanto riguarda l'aspetto finanziario del consorzio, fatti i conti, si realizza la possibilità di ridurre dello 0,20 per cento il carico contributivo dei soci. Si tratta di un grosso risultato che è stato possibile conseguire grazie all'allargamento della base contributiva, malgrado si operi in un contesto di rincaro dei premi assicurativi ». Il Saluzzese, con le sue colture frutticole altamente specializzate e redditizie, rappresenta l'entità più cospicua del consorzio. I venti comuni che il territorio saluzzese comprende, raggruppano 1250 soci (un quarto del totale) che assicurano complessivamente poco meno di quindici miliardi di produzione (la metà circa di quanto, nel suo insieme, assicura il consorzio). - In testa a tutti si trova Lagnasco (124 soci con un imponibile di quattro miliardi e 622 milioni ), seguita da Saluzzo (con 228 soci ed un imponibile di 2 miliardi e 725 milioni); poi Savigliano, Verzuolo, Revello. Il consorzio è fondato su solide basi. Nel sue primo quadriennio di vita i soci hanno pagato complessivamente 2 miliardi 358 milioni di premi ed hanno incassato indennizzi per 4 miliardi 389 milioni. Il numero degli aderenti è in costante aumento. La politica della difesa «passiva» ha dato e continua a dare i migliori risultati. v j

Persone citate: Federico Dall'orto, Gino Taricco

Luoghi citati: Cuneo, Lagnasco, Saluzzo, Verzuolo