L'eredità del nonno di Bruno Marchiaro

L'eredità del nonno NEL VECCHIO PIEMONTE L'eredità del nonno D T HtI L Pic^r Abituato da qualche settimana a « riscoprire » ristoranti plurisecolari, mi è sembrato quasi di visitare un neonato quando sono andato dai « Battaglino » di Bra, in piazza Roma; intendiamoci, un neonato che ha visto la luce all'inizio del '900 e che ha già fatto parlare tanto di sé da gastronomi e buongustai. La fortuna di questo locale piemontese e legata soprattutto al suo fondatore, « 1 cavajer » Sebastiano Battaglino, figura ricca di carica umana, tipico personaggio di oste come lo si vede in una vecchia fotografia:' robusto, viso pieno, bocca sormoir. ;a da grossi baffi, sguardo sveglio e il bianco grembiule del mestiere stretto all'altezza della vita. Lo chiamavano tutti Bastian c i braidesi hanno avvertito di aver perso qualcosa quando lui c mancato nel 1967. Sebastiano Battaglino faceva già il ferroviere quando agli inizi del nostro secolo decise di aprire una trattoria con la moglie Emma nel vecchio rione Vencria: la chiamò x Antica trattoria Vezza d'Alba, detta Hotel Picad'ai ». Forse l'idea gli era venuta durante una sosta nel ristorante di qualche stazionerà dove il suo treno si era fermato. L'Hotel, come argutamente lo definiva Bastian era in realtà una osteria con qualche cantera per dormire dove si mangiavano cibi semplici ma buoni e in cucina non si elemosinava sull'impiego di aglio. •» Picad'ai » (forse, imbottito di aglio) doveva significare il largo uso di quella che i non più giovani conoscono come la « soma d'ai » taglio strofinato sul pane con olio c saie) e che ora i nipoti di Bastian continuano a servire ai clienti con il nome più italianizzato di -bruschettà». Negli anni '20, con il fascismo che ormai aveva stroncalo ogni opposizione, il macchinista Battaglino, di fede socialista, dovette lasciare le ferrovie e acquistò la casa di piazza Rema dando vita al ristorante che ora tutti i piemontesi conoscono. Ricorda un suo fornitore di Albcnga: « L'n locale olla buona. loii Junglti tavoli dove i clienti "mangiavano a contatore ". cioè a volontà per una. due o tre ore di seguito al prezzo che variava da una lira e mezzo a due. E Ma fine del lungo pranzo il nostro Bastian si sedeva tra gii avventori e offriva a tutti il bicchiere della staffa: il Sebbiolo o il " Beato chi mi beve " un grande vino di sua produzione ». II cortile del ristorante era ancora uno stallaggio, i clienti non arrivavano in auto, bensì sul carro tirato dai cavalli. Nel dopoguerra il « Battaglino » conobbe il periodo di maggior splendore. Quasi ogni volta che da Roma si trasferiva nella sua Dogliani. l'allora presidente Luigi Einaudi, faceva una sosta a Bra dall'amico Battaglino con la scorta dei corazzieri un po' stupiti. « Ciao Bastian » 1 Ciao Luis ». una stretta Ji mano e una bottiglia di Dolcetto dei poderi Einaudi sul tavolo. Non sempre il presidente Li beveva tutta, anche per avere la scusa di tornare il giorno dopo. Tanto era in vacanza. Dopo gli statisti, i grandi personaggi delia lirica. Il figlio di Bastian. Cario tmorto nel 75) era un appassionato di musica operistica e molti lo ricorderanno campione in questa materia a « Lascia o raddoppia? » nel 1957. La Tebaldi e la Callas erano di casa al « Battaglino » con i più famosi direttori d'orchestra. Ora sulle pareli del ristorante, accanto ai ritratti con dedica del «presidente» e delle cantanti ci sono anche quelle di attori e calciatori famosi. E' il periodo dei figli di Carlo, i nipoti di Bastian il macchinista: sono Giuseppe e Sebastiano. 11 primo è in cucina con la cognata Elsa, il secondo si occupii della sala avendo fatto utile esperienza sulle grandi navi di linea italiane: i Michelangelo ». « Raffaello » e « Leonardo ». Hanno voluto continuare una tradizione che ha reso celebre la loro famiglia: quindi fedeltà a una cucina, quella piemontese, e a uno stile. I clienti chiedono con insistenza gli agnolotti < senssa marciane » (cioè senza il contorno di sfoglia); il collega scrittore Giovanni Arpino nei suoi frequenti ritorni a Bra passa al -- Battaglino » per i « t'aiarin » l'atti in casa. 1 due fratelli onorano cosi una passione ereditata dal nonno. Specie quando, alla fine del pranzo, posano sul tavolo un delizioso Barbaresco scacciapensieri. Bruno Marchiaro

Luoghi citati: Bra, Piemonte, Roma