"Ma come possiamo giocare se a Bra è carente il verde?"

"Ma come possiamo giocare se a Bra è carente il verde?" La protesta dei bambini (e dei genitori) "Ma come possiamo giocare se a Bra è carente il verde?" (Dal nostro corrispondente) ! dBra, 20 maggio. ; t(g.n.) 1 bambini di'Bra chiedono spazi verdi per giocare. Il loro desiderio è condiviso dai genitori, consapevoli dei pericoli che comporta il non avere a disposizione aree isolate dal caotico traffico cittadino pgassttIl problema è particolar- j cmente sentito nei quartieri periferici, più intensamente popolati: «Nel centro storico — osserva Francesco Borando, padre di tre ragazzi, Sergio, Mauro e Fabrizio, in età compresa fra i 13 e gli 8 armi — esistono almeno dei cortili: non saranno l'ideale per giocarci, ma i bambini non stanno in mezzo alla strada. E poi il nucleo antico detta città è stato costruito quando neppure si parlava di piani regolatori o di qualsiasi altra disciplina urbanistica. Ma che si progettino quartieri nuovi senza prece- mSzi'adere spazi verdi è una vergo- ! i gna ». I Borando abitano nel rione di San Giovanni Lontano, che nell'ultimo decennio è cresciuto tumultuosamente è disordinatamente: via Isonzo e via Cacciorna sono « infestate » da palazzoni di cinque o sei piani, mentre una non j meno deturpante fungaia di I viilini ha cambiato volto aUa splendida collina che si estende alle spalle del quartiere. Ogni sera, terminati i compiti di scuola, una cinquanti- ] ria. di ragazzi si riversa sulle strade per sgranchirsi le gam- j be correndo in bicicletta o ì dando due calci al pallone. | Almeno altrettanti sono 1 ! bambini che se ne stanno chiusi in ossa, anche durante la bella stagione, perché i genitori temono che finiscano sotto un'automobile. «Il giardino pubblico più vicino — dice Margherita Bracco, operaia — è quello di piazza XX Settembre. Ma per arrivarci bisogna traversare la statale per Alba, percorsa ad ogni ora da lunghe code di macchine. Non mi fido a lasciar andare i miei ! due figli da soli D'altra par; te non posso accompagnarli perché lavoro in fabbrica» Claudio Cagherò è un ragazzino con l'argento vivo addosso: avrebbe bisogno di spazio per sfogare la sua esuberanza. Si dice più fortunato dei coetanei del quartiere perché può giocare nel j cortile di casa, anche se in mezzo ai camion del papà. Sua madre indica l'unico pezzo di terreno Ubero in tutto il rione. E' un triangolino 'antistante la nuova casa di riposo: poche decine di metri quadri invasi dalle erbacce. « Oggi — dice Franco Prato, coetaneo di Claudio — i nostri amici hanno organizzato una partita al pallone in piazza d'Armi, al capo opposto della città: saranno tre o quattro chilometri. Ci si va in bicicletta, cercando di fare attenzione alle macchine ». Due ragazzine, Marianna ! Coltella e Maria Teresa Al- i locco, passeggiano in via isonzo. Anche loro vorrebbero un posto più tranquillo, con alberi e qualche panchina. Qui non esiste ancora neppure un embrione di comitato di quartiere, ma forse, proprio dal bisogno di verde. , è o e n j prenderà U via una serie di i I iniziative spontanee: si par- a la di una petizione stesa e firmata dai bambini stessi. Marianna Coltella Claudio CagHcro Maria Teresa Allocco

Persone citate: Borando, Francesco Borando, Franco Prato, Maria Teresa, Maria Teresa Allocco, Marianna Coltella Claudio

Luoghi citati: Alba, Bra