Ceva: bambino rischia di morire inghiottito dalle sabbie mobili

Ceva: bambino rischia di morire inghiottito dalle sabbie mobili Salvato dalFintervento del cuginetto e di un operaio Ceva: bambino rischia di morire inghiottito dalle sabbie mobili (Dal nostro corrispondente) | sCeva. 21 aprile. Un bambino di 13 anni ha i rischiato di essere sommerso dalle sabbie mobili, nei pressi j del campo sportivo «France|sco Riera» di Ceva. L'interj vento di un abitante della zona è valso a salvarlo. Il bam| bino. Alessandro Peirano, che frequenta la seconda media, ieri nel tardo pomeriggio è andato a giocare lungo la riva sinistra del Tanaro, in compa dAFmcsdgnia del cugino, Davide Seve-1 ga, 9 anni. Si è fermato vici- J ilo al campo sportivo, dove j recentemente sono stati effet tuati alcuni scavi. L'acqua ha reso il terreno molto fangoso: si sprofonda facilmente e i bambini non si rendono conto del pericolo che corrono. La zona, di proprietà privata, | non è recintata, né ci sono ! cartelli di divieto. | «Ho sentito cedere il terrei no sotto i miei piedi — rac- Allora ho cercato di togliermi le scarpe, ma non ci sono riuscito. Andavo sempre più giù e ho cominciato a chiamare mio cuginetto che si trovava poco distante», lì piccolo Davide ha tentato di liberare Alessandro dalla morsa del fango, rischiando a sua volta di sprofondare. «Visto che non ce la facevamo da soli, mio cugino è andato in cerca di aiuto — dice ancora Alessandro —. intanto io continuavo a muovere la terra con le mani divincolandomi, ma più mi agitavo più diventavo prigioniero del le sabbie mobili». e i Davide ha corso per un po' I senza meta, finché si è ricor- dato che nelle vicinanze abita Angelo Buscaglia, operaio Fiat. Questi è accorso prontamente: «Alessandro urlava, chiedeva aiuto, piangeva forte: era disperato», dice il Buscaglia. L'operaio, con la sola forza delle braccia, non riusciva a trarre a sé il piccolo e doveva anche stare attento a non mettere i piedi nella melma. «Mi sono reso conto che non ce l'avrei fatta — continua il Buscaglia —. ma non ho pen sato di chiamare altri. Sono hopoercanitaa ptecite«Nstgiluuritornato a casa a prendere j aun badile e una zappa e poi I gr ho cominciato a scavare». Do- ! po circa un'ora, Alessandro! era fuori dal fango. Gli mancavano le forze, si sentiva svenire: chiedeva solo che lo portassero da sua madre. Giunto a casa, si è prontamente ripreso. Ora sta bene, anche se sente un po' di dolore alle braccia, affaticate dagli mutili tentativi di liberarsi da solo. «Non andrò più in quel posto», dice Alessandro, suo cuginetto annuisce assieme a lui. Sul loro volto c'è ancora un po' di paura: soltanto adesso si rendono conto del grave pericolo corso, g. g.

Persone citate: Alessandro Peirano, Angelo Buscaglia, Buscaglia, Davide Seve, Riera

Luoghi citati: Ceva