Cuneo: solo se specializzati trovano un posto di lavoro

Cuneo: solo se specializzati trovano un posto di lavoro Un'inchiesta sul futuro dei giovani dopo la scuola Cuneo: solo se specializzati trovano un posto di lavoro 1D1I nostro inviato spennici Cuneo, 31 marzo. La «provincia granda» se ha goduto in ritardo e marginalmente del boom economico, non risente ancora della crisi. I motivi sono due: la posizione decentrata rispetto a una grande città come Torino (i problemi socio-economici arrivano qui di rimbalzo » e la grande diversificazione del: l'industria e dell'agricoltura. Di conseguenza, dice Aldo Lombardi, direttore dellXTnione industriali, «la disoccupazione, in particolare quella giovanile non ha assunto fino- ra dimensioni drammatiche, poiché lo sviluppo industriale nel Cuneese, pur attraverso pause, alti e bassi, non si è mai del tutto arrestata. Le in- dustrie locali sono state in grado di offrire ogni anno due-tremila nuovi posti di la- roro nei periodi favorevoli. «La disoccupazione riguar- da essenzialmente i giovani in possesso di titoli di-studio di scarsa utilizzazione nell'attivi-ià produttiva, ma non certamente i licenziati degli istituti professionali, ver i quali non esiste alcun pericolo di disoccupazione». Semmai so- no le richieste delle aziende di operai specializzati «che non possono essere soddisfatte per mancanza di giovani in possesso della qualifica necessaria». In concreto, conclude il dottor Lombardi, il problema va affrontato attraverso «una seria azione per promuovere l'istruzione professionale», Anche per i sindacati il nu- eleo della questione è la qua-lificazione professionale: «/n-sistiamo sui corsi professio-vali rivolti non solo agli ove-rai ma anche agli studenti. La nostra provincia, prevalente- mente agricola, ha un gran bi-sogno di tecnici specializzati. Verranno costituite le unità sanitarie di base: ebbene, non jei sono tecnici di sanità. Per essere inseriti i giovani'devo- no passare attraverso trafile Iclientelari, il sindacato non è le non è possibile. All'Ufficio di collocamento, per quanto riguarda il febbraio 1976. risultano 4780 iscritti nelle Uste di collocamento (4675 nel ancora riuscito a organizzare i disoccupati». Quantificare il fenomeno della disoccupazione giovani- gennaio 76, 4459 nel febbraio dell'anno scorso). I giovani erano rispettivamente lioo, 1000 e 980. «Tenuto conto del- l'incremento della popolazio- ne- l'aumento dei "senza lavo- ro'' è contenuto ». Recentemente in un concor so per pochi posti di portalet- tere, i primi trenta della gra- duatoria erano laureati o di plomati. In un provincia che ha avuto sempre grandi ri- chieste di titoli di studio, non sono pochi i casi di geometri che fanno il manovale. Molti studenti durante le vacanze raccolgono (rutta. Sono tutti lavori temporanei, che non risolvono il problema di un'occupazione stabile. «Tira», invece, la specializzazione operaia: meccanici, tornitori, idraulici, saldatori sono ancona molto richiesti, ma non. se ne trovano. ., , HiTattewdella legg^teÉwnaie sull'istruzione professionale, «il comune di Cuneo — dice Giovanni Cerutti, assessore ai servizi sociali — non ha iniziative particolari. Come assessore, vero, ho in animo di portare in Giunta il progetto di organizzare centridi orientamento scolastico ^professionale, coordinato con un centro di documentazione, per dare ai giovani informazioni e consigli sulle scelte scolastiche e professionaliAvendo i dati sull'occupazione e le tendenze professione per professione, possiamo j istituire prontamente dei corti.e indirizzarvi i giovani, in modo che abbiano uno sbocco professionale sicuro». Le testimonianze dei giovani confermano le loro difficoltà a inserirsi con soddisfazione nel mondo del lavoro. Maura Perotti, 19 anni e mezzo, di Sanfront: «Ho.il diploma di segretària d'azienda, invece sono commessa a Saluzzo». Le maestre sono una categoria particolarmente sottoc- i cupata. Caterina Laghszap. 24 anni, di Saluzzo, in attesa di passare in ruolo lavora alla segreteria del Patronato sco- j lastico, contratto tempora- neo. «Ho partecipato a diver-1 si concorsi — racconta — l'ut rima volta per cinquanta posti eravamo un migliaio. Lo scritto l'ho vinto nel settembre 75. l'orale si farà nel settembre prossimo». Rita Mulaasano di Bra, 21 anni, da due diplomata maestra, fa il pre e doposcuola in un asilo di Fossano: «L'orario è disagevole, dalle 8 alle 9 e dalle 16 alle 18. sono tre ore\ che tengono impegnate tutta ' la giornata». Sono le 1230. dalla «Grandis» di Cuneo escono le allieve: con corsi di due, tre o cinqu« anni si hanno diverse specializzazioni in aramini strazione aziendale. Piera Ma cario. 16 anni, di Robilante, studia da segretaria: «Le diplomate degli anni precedenti hanno sempre trovato lavoro, però sembra che ora sia più difficile». Anna Mondino, pure sedicenne: «Però, se non si è raccomandate...». Alda Menardo, coetanea, conclude: «Molte, per evitare la disoccupazione, continuano a studiare, qualcuna segue corsi d'in- fermiera in ospedale, altre si sono iscritte a Economia e Commercio». E cosi la storia si ripete: il fenomeno dei giovane che va all'università perone non trova lavoro non è più tipico del Mezzogiorno, ormai ha raggiunto anche il Nord. - Giorgio Lombardi Caterina Lathezzo^ Rita Mulaasano i i ! ', \ 1 \ ; j ! ; ! i ' I Cuneo. Un gruppo di allieve all'uscita dell'istituto per il commercio «Grandi»» (Foto «La Stampa» - Piero Goletti)

Luoghi citati: Bra, Cuneo, Fossano, Robilante, Saluzzo, Sanfront, Torino