Non vogliono la diga che sbarra la Stura
Non vogliono la diga che sbarra la Stura Dibattito della Comunità a Demonte Non vogliono la diga che sbarra la Stura (Dal nostro corrispondente) Cuneo, 13 marzo. sf è parlato oggi pomeriggio a Demonte della progettata diga sulla Stura fra Gaiola e Moiola in una seduta «aperta» del consiglio delia comunità montana di Valle Stura e dall'andamento del dibattito — al quale hanno presenziato l'assessore regionale all'agricoltura Ferraris, il senatore Martino, il presidente dalla Camera di commercio Chiesa, l'onorevole Baldi in rappresentanza della Provincia e vari altri amministratori regionali e provinciali — ai è constatato che gli umori della vallata sono futtaltro che favorevoli alla realizzazione del gigantesco invaso. Secondo i primi studi, il ba-1 cino dovrebbe contenere oltre 220 milioni di metri cubi d'acqua, nei quali scomparirebbero l'abitato di Moiola e varie altre borgate nonché 800 mila ettari di terreno di cui almeno 600 agrari: destinati cioè a prato, seminativo e altre colture. Il bacino di Moiola si propone di potenziare l'irrigazione della piana cuneese (una fascia in cui operano 300 con. sorci irrigui spesso con carenza d'acqua) e zone limitrofe della provincia di Torino. Altri scopi collaterali, alimentare vari acquedotti, produrre energia elettrica. Nessuno pero aveva finora sentito ufficialmente il parere dei diretti interessati — comuni e privati — i quali dovrebbero sacrificarsi per il grande invaso che gli studi preliminari prevedono. Il primo «test» è stato registrato oggi nella sala consiliare di Demonte, quando dopo una breve introduzione il presidente della comunità, dottor Bignami, ha dato la parola al professor Filippo Barbano che per conto dell'ente montano ha condotto un'indagine sociologico-conoscitiva nella valle. L'equipe del prof. Barbano ha sentito la gente della Valle Stura e in termini statistici il 56,2 per cento degli intervistati si è detto contrario alla diga e solo il 43,8 per cento favorevole. Ha detto il professor Barbano: «Le motivazoni contrarie non hanno in genere un carattere di gretto municipalismo, ma sono ispirate a ra¬ gioni economiche e sociali: mantenimento dell'attuale equilibrio territoriale, rifiuto della "spartizione" dei nuclei abitati, preoccupazioni per la sopravvivenza dell'alta valle. I consensi poggiano quasi esclusivamente sulla possibilità di adottare un progetto ridimensiomito. La maggior parte degli oppositori non è contro gli scopi dell'iniziativa, ma contro le modalità del progetto». Le conclusioni dell'indagine sono che occorre una più attenta analisi dei benefici dell'opera e dei suoi costi. ITònorevole Baldi, come presidente del Consorzio ac¬ que del Tartaro, ha spiegato che da tre anni il consorzio attende invano una risposta dagli enti liguri circa l'opera di sbarramento in predicate sul versante ligure che do vrebbe precedere quella prevista sul versante piemontese presso Torre MondovL Per cui si è guardato all'antico progetto della diga di Valle Stura come ad una alternati va più fattibile. «Personalmente sono convinto dell'utilità di quest'opera, ha detto l'onorevole Baldi, ma concordo che occorre ancora ponderare attentamente il progetto e i suoi costi. Senza aspettare del decenni». n. m.
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