Cinque operai della Ferrero condannati per lo sciopero

Cinque operai della Ferrero condannati per lo sciopero Ad Alba per la manifestazione del 1971 Cinque operai della Ferrero condannati per lo sciopero (Dal nostro corrispondente) Alba, 12 marzo. Con cinque condanne e trentasei assoluzioni si è concluso nella tarda serata, presso il tribunale di Alba (presidente Rispoli. giudici Lucchese e Di Paolo, cancelliere Sapetti), il processo ai quarantini dipendenti dell'industria dolciaria Ferrerò, in maggior parte sindacalisti e delegati di fabbrica. I giudici hanno condannato Armando Bergamin, 55 anni, residente ad Alba, Luigi Gandolfi. 37 anni. Alba, e Maria Nada, 43 anni. Alba, a due mesi di reclusione ciascuno; Walter Trincherò, 28 armi, di Camo d'Alba, e Domenico Quazzo, 29 anni di Feisoglio, ad un mese di reclusione ciascuno per violenza privata. I primi tre per aver obbligato un compagno di lavoro a scendere da un carrello che manovrava (« stava passando il Corteo di scioperanti e l'uomo non si fermava, rischiando di travolgere gualcano, avevano detto a loro difesa gli imputati). Trincherò e Quazzo avevano tolto lo sgabello ad un compagno di lavoro per indurlo a scioperare, colpendolo con un calcio. II tribunale ha assolto cinque imputati per msufficien- za di prove (Rosso, Vi berti j Macaluso, Bergamin e Falzone), otto per mancanza di querela e gli altri con formula ampia. Si sono così conclusi senza l'auspicato «colpo di spugna » i fatti dell'autunno 1971, che avevano visto i lavoratori Ferrerò impegnati in 75 ore di sciopero (tre mesi di lotta) per ottenere un aumento di 16 mila lire mensili, la riduzione delle categorie da 13 a 7, la parificazione normativa tra operai e impiegati, migliorie di cui, come è stato polemicamente ribadito in aula, hanno usufruito anche quei dipendenti che, su iniziativa dell'azienda, hanno poi Brmato gli esposti contro gli imputati. Stamane l'udienza.si era iniziata con la requisitoria del p.m., dott. Vittorio Venezia, che ha proposto dodici condanne da quattro a 14 mesi di reclusione, e l'assoluzione per insufficienza di prove per il discusso art. 634 «Turbativa violenta del possesso di cose immobili», reato di cui erano accusati quasi tutti, gli imputati in relazione al « picchettaggio» davanti agli ingressi dello stabilimento. Hanno poi preso la parola i nove avvocati difensori: Bonaudi, Bongioanni, Frau, Paganelli, Giorgio, Scagliola, Ro baldo, Vmeis e Guidetti-Serra, n collegio della difesa ha messo in evidenza come-fosse difficile avere prove precise a carico del singoli imputati, essendo i fatti avvenuti in una situazione di grande agitazione, in cui erano coinvolte migliaia di persone. E' stato ribadito da molti difensori come la Ferrerò si sia sostituita all'autorità inquirente e, ha detto Guidetti Serra, « l'abuso dell'azienda per far saltare fuori i nomi degli imputati inquina le prove a loro carico ». L'aw. Giancarlo Bongioanni ha aggiunto: « La giusta dimensione dei fatti è stata data con la deposizione in aula del dottor Viola, della questura di Cuneo. Sono stati episodi sporadici — ha sostenuto il difensore —, gonfiati dalla Ferrerò per incastrare i dirigenti sindacali ». Roba] do e Paganelli hanno poi detto come sia lecito non solo il diritto di sciopero ma anche le cosiddette azioni sussidiarie (come confermano recenti sentenze della Cassazione) intese a coinvolgere gli operai che nelle lotte dimostrano assenteismo. La sentenza, anche se le condanne sono state miti, ha sorpreso gli ambienti politici e sindacali. In fondo, ci si aspettava una assoluzione ge nerale, anche perché gli epi sodi si erano notevolmente sgonfiati. g. f. Alba. Il pubblico assiste al processo contro i quarantun dipendenti della Ferrerò

Luoghi citati: Alba, Camo D'alba, Cuneo, Feisoglio, Ro, Venezia