L'addio all'agricoltura di molti contadini

L'addio all'agricoltura di molti contadini Diminuisce la terra coltivata nell'Astigiano L'addio all'agricoltura di molti contadini (Dal nostro corrispondente) Asti, 14 febbraio. Nell'Astigiano continuano a diminuire le aziende agricole, la superficie coltivata e il numero degli addetti all'agricoltura. Infatti nel 1381 le aziende erano 41 mila 872, oggi sono circa 34 mila. Dei 220 mila abitanti che costituiscono la' popolazione di tutta la pro-I vincia (compreso il capoiuo-j go, 80 mila abitanti i circa 40 ' mila sono i pensionati, 39 mila i ragazzi inferiori ai 14 anni. Se nel 1961 la popolazione; dedita all'agricoltura era deli 51 per cento (dieci anni pri-i ma era del 63 per cento > oggi i è di appena il 32 per cento.! La provincia un tempo eminentemente agricola va perdendo progressivamente il vecchio carattere di ruralità. «In verità molte amministrazioni comunali, inconsciamente o consciamente, hanno fatto di tutto per danneggiare I l'agricoltura e tuttora affer- \ Rmando demagagicamente che' nl'agricoltura va sostenuta -, Scontinuano a prodigarsi per; t"piazzare" qua e là industrie j di ogni indirizzo produttivo \ con gravi conseguenze per l'a- ! gricolturas. Chi parla è Giuseppe Baiotto, 28 anni, agricoltore, diplomato geometra ; residente a Villanova d'Asti. | Coniugato e padre di due; bambini anche con il diploma ; continua a fare l'agricoltore. E' lui c*e polemizza con le, amministrazioni comunali. «Anche piccoli comuni con 300-400 abitanti continuano a. ncercare l'industria e l'ultimo I esempio viene da Frinco d'A- j sti per il caso della fonderia I di piombo. Aree fertili vengo- j no destinate a zone industria- j li ma il più delle volte non si fanno nemmeno i piani regolatori, i piani di fabbricazione onde permettere agli industriali di scegliere meglio la propria ubicazione». L'agricoltore-geometra parla pure delle speculazioni sui terreni, la corsa folle al reperimento di aree che possono lasciare prevedere un futuro {insediamento industriale. I terreni agricoli non vengono più affittati e quelli posti in I vendita aumentano vertigino- samente di prezzo: 4 milioni per giornata piemontese. «Il risultato è — dice Baiotto — ' che in zone come Villanova e i Riva di Chieri esistono centi na,a di stalle abbandonate Sono stati "tolti" all'agricol tura centinaia di contadini proprio in quelle zone dove la popolazione agricola era in abbondanza e il redditi prò capite abbastanza buono. Non credo che il piano europeo agricolo — ha concluso Baiotto —. tendente a diminuire la popolazione agricola avesse come fine quello di fare abbandonare la terra dai giova ni imprenditori di aziende efficienti, ma semmai farli rimanere a migliorare la produ zione agricola". La crisi agricola provinciale non è solo colpa di certe amministrazioni comunali: è la crisi delle strutture, della scarsa imprenditorialità de! settore, della insufficiente programmazione specie per quei che riguarda i tipi di produzione da realizzare. L'agricoltura poi in questi ultimi anni ha dovuto fare i conti, oltre che con le difficoltà di carattere generale, con lo sfa v0revole andamento climati¬ co che ne ha ridotto la capacità produttiva: basti pensare che per la sola grandine, la provincia di Asti dal 1960 ad oggi ha subito cinquanta miliardi di danni. v. m. ' I j ' ; i i i ! n„„„„„,.„ r--.,.r„ „ „ ■ ;geometra Giuseppe Baiotto

Persone citate: Baiotto, Giuseppe Baiotto, Villanova

Luoghi citati: Asti, Chieri, Frinco