I "convitti alpini" invece delle scuole

I "convitti alpini" invece delle scuole Per trecento ragazzi del Cuneese I "convitti alpini" invece delle scuole (Nostro servizio particolare) Cuneo, 10 febbraio. Oltre trecento ragazzi, tra, i sei e i dodici anni, alunni delle elementari e delle medie dell'obbligo, tutti residenti in montagna e-nelle località più sperdute e disagiate, possono frequentare regolarmente le lezioni come i coetanei più fortunati grazie ai convitti alpini aperti nelle vallate e sulle colline della Langa. L'Istituzione dei convitti è unica nell'arco alpino e pone quindi il Cuneese all'avanguardia in questo settore, da cui dipende anche il futuro della nostra montagna. Sono grosso modo dei collegi, ma si servono esclusivamente di personale laico, soprattutto pratico, rette poco più che simboliche, 7-10 mila " lire mensili, per non mettere a disagio chi è obbligato a frequentarli. Il primo convitto alpino è stato costituito in Valle Stura, nel 1952, su iniziativa dell'Azienda montagna della Camera di Commercio di Cuneo, prima a Vinadio e quindi a Demonte, dove si trova tuttora. Negli anni successivi sorsero altre scuole-pensionati, per ragazzi della montagna più povera, a Sampeire, Paesana, Pradleves, Serra di Pamparato, Stroppo, Frabosa Soprana. Vi hanno diritto di frequenza i ragazzi che vivono nelle borgate dove non c'è più la scuola elementare oppure allievi delle medie che non possono viaggiare quotidianamente, soprattutto d'inverno, quando la neve e le slavine ricoprono le strade e isolano le frazioni. Gli studenti entrano in convitto il lunedi mattino e tornano a casa nel primo pomeriggio di sabato. Negli altri giorni frequentano le elementari generalmente nella stessa località dove sorge il convitto, oppure raggiungono con mezzi pubblici le mèdie nel paese più vicino. Al pomeriggio sono seguiti nel doposcuola, giocano nel tempo Ubero', imparano a vivere in una comunità ed è una esperienza che sarà senz'altro positiva per il loro futuro. Ogni convitto alpino ha ora una propria amministrazione, un presidente, di solito il capo della comunità montana o il sindaco del Comune più importante dell'area interessata, un Consi¬ glio, una direttrice, o direttore, gli assistenti. Gli allievi dei convitti alpini variano di numero, a seconda della densità della popolazione nelle zone in cui operano. Vanno da un massimo di 50 altmni, fra elementari e medie, a Paesana e Sampeire, ai 20 di Pradleves, il più piccolo perché sorge in una zona spopolata. Le spese per il vitto, il riscaldamento, l'affitto dei locali, la biancheria, il personale sono molte; ad esse provvedono la Regione, la Provincia, la Camera di commercio, gli aiuti*internazionaii, le Comunità montane, i Cornimi e in ultimo anche le famiglie degli allievi Proprio perché è una istituzione unica sulla montagna piemontese, i convitti alpini non godono ancora di un finanziamento fisse, pubblico, in grado di garantire tutte le spese che debbono sopportare.'Ogni armo i consigli di amministrazione sono cosi costretti a salti acrobatici per pareggiare i bilanci. Ora, però, la situazione dovrebbe decisamente migliorare: venerdì, una delegazione di presidenti dei convitti accompagnati dai dirigenti delle comunità montane e dal geometra Bignami, direttore dell'Azienda montagna di Cuneo, saranno ricevuti a Torino dall'assessore regionale all'assistenza, Forno, per un ampio esame della situazione e per affrontare i problemi che attendono di essere risolti. Quasi sicuramente, ai convitti alpini saranno destinati nuovi sostanziosi contributi che ne assicurino la sopravvivenza e lo sviluppo in favore della montagna più disagiata, quella che ha perso le scuole. Gianni De Matteis

Persone citate: Bignami, Consi, Forno, Gianni De Matteis, Stroppo

Luoghi citati: Cuneo, Demonte, Paesana, Pradleves, Torino, Vinadio