Vogliono salvare opere d'arte

Vogliono salvare opere d'arte Studenti a Mondovì Vogliono salvare opere d'arte (Dal nostro corrispondente) Mondovì. 13 gennaio. (g.t.) Un altro capitolo si aggiunge al «libro bianco» che i giovani di «Alternativa Artistica» ttn*Tfrff mettendo insieme in questi rasai, andando atta italica dei mota unenti da salvare ma. ritta. Usano un mrtoiio piuttosto singolare, ma efficace, se non altro perché riasce a araTrJhflfcKzare la popolazione: hrirriduato l'edificio e la chiesa che sta andando in rovina, to prendono d'assalto con cartelli e scritte di protesta, chiedendo l'intervento di quanti sono responsabili di uno stato di cose a volte insostenibile. Cosi dopo la chiesa di Sant'Evasio, a Carassone, e il Teatro Sociale di Piazza, è state la volta della chiesa di Santo Stefano, nella centralissima via Sant'Agostino, un piccolo gioiello del barocco piemontese fatiscente all'esterno e adibita a maga77imo-esposiaone di mobili. La chiesa è sotto la giurisdizione detta vicina parrocchia dei santi Pietro e Paolo, ma il parroco, don Gianfranco Grosso, «"*^*"« e dimostra che non vi sono fondi sufficienti nemmeno per iniziare i restauri- Il Comune si è limitato a intimare, tanto a don Grosso quanto alla ditta che occupa Santo Stefano, di prendere le misure necessarie per evitare che il cornicione crolli in strada e provochi danni ai passanti; ma nulla s'è fatto.

Persone citate: Gianfranco Grosso

Luoghi citati: Grosso, Mondovì, Santo Stefano