Problemi delle "terre" alle porte delle Langhe di Bruno Marchiaro

Problemi delle "terre" alle porte delle Langhe Vivace dibattito nel municipio di Canale d'Alba Problemi delle "terre" alle porte delle Langhe (Dal nostro inviato'speciale) Canate d'Alba, 8 dicembre. «Zona dei Roero»: cinque comuni (Canale, Monta, S. Stefano Roero, Monteu Roero e Montaldo) e tante piccole frazioni sparse sulle prime colline dove unisce' la provincia di Torino e comincia quella di Cuneo lungo la strada che porta ad Alba. E' Una specie di sub-comprensorio in quello più vasto di Bra-Alba. Una popolazione di circa 13 mila persone in maggioranza dedita all'agricoltura. Le unità lavorative, per essere più precisi, si possono dividere cosi: duemila per l'agricoltura (viticoltura, frutticoltura e zootecnia); 1300 per l'industria, la maggior parte però pendolari con sedi di lavoro ad Alba, Carmagnola e Torino: 1500 per fi commercio e attività varie. Il reddito annuo di chi vive sulla terra varia da 1 milione e mezzo a due milioni. Un bilancio piuttosto . scarso, quindi. Tutte- une serie di problemi da affrontare per risolvere una crisi che coinvolge sia l'agricoltura che l'industria, le opere sociali e pubbliche. I motivi di questa crisi e i modi per almeno arrestarla in attesa di un augurabile rilancio dell'economia, sono stati discussi domenica mattina nel salone del municipio di Canale nel corso di un dibattito organizzato da « La Stampa » con la collaborazione del sindaco di Canale Pierino Bracco. Erano presenti gii amministratori dei cinque centri che formano la «zona dei Roero », operai, coltivatori diretti, sindacalisti venuti anche da Alba. L'agricoltura, non assicura più un reddito che incoraggi i contadini a uccidersi di fatica ed anzi spinge i gióvani a cercare lavoro nelle più grandi città. Come risanare questo settore? Ricorrendo alla creazioni di cooperative evitando cosi una dispersione delle risorse naturali attualmente favorita dalla polverizzazione delle proprietà? Questo è stato il tema sul quale il dibattito è stato più acceso II sindaco di Canale, Fieri_no Bracco,ha _posto in_evi- denza la difficoltà di giungere alle cooperative tenendo presente la mentalità dei coltivatori della zona e soprattutto perché e è -relativamente facile trovare un mercato dei prodotti, in prevalenza pesche e uva (nebbiolo, barbera, arneis). Il nostro mercato — ha detto — è ancora utile, semmai bisogna pensare a un decentramento in tutti i comuni della sona. Preoccupiamoci, piuttosto di rilanciare i nostri prodotti arrivando anche a un marchio d'origine per le pesche». Il sindaco ha pure elencato una serie di opere pubbliche e sociali che andrebbero realizzate se i mezzi economici del comune non fossero tante impoveriti dall'attuale sistema tributario. La polemica è subito scattata con l'intervento del signor Scarsi del «circolo ca nalese» che ha criticato la mancanza di iniziative per discutere i problemi; più forti ancora le critiche di Tarcisio Barbieri, dello stesso circolo, che ha accusato gli amTnjnt stratori di Canale di non difendere l'occupazione nella industria e di permettere che il lavoro dei contadini venga sfruttato dai grossisti specie nel settore delle pesche che poi arrivano nei negozi a prezzi altissimi. Per risolvere la .crisi della campagna Tarcisio Barbieri chiede la creazione di cooperative sul modello di quelle emiliane, n dott. Vito Valsania, con- sigliere comunale di Monta] dice che la sua cittadina è ora in trasformazione: si abbandona la campagna per la fabbrica, me nel suo comune le aziende sono poche (al massimo occupano 250 persone) e i giovani per trovare lavoro devono spostarsi a Carmagnola o a Torino. Di qui la necessità di servizi di trasporto più rapidi e comodi. Si augura rapporti più stretti fra i comuni che dovrebbero associarsi per risolvere i problemi. n signor Beppe Borbone, perito agrario del gruppo giovani coltivatori, non vede per ora la possibilità di create cooperative agricole: « La proprietà è ancora troppo spezzettata, e la colpa non è degU agricoltori se manca una mentalità per tale progetto». E' anche pericoloso, secondo lui, fare una coope¬ rativa di produttori di vino perché ritiene che la qualità del prodotto perderebbe di credibilità nei clienti. Per il sindaco di S. Stetano Roero, G. Battista Tarasco se non sorgono cooperative l'agricoltura nelle zone è destinata a fallire definitivamente. Gli abitanti del suo comune sono passati in questi ultimi anni da oltre duemila a 1300. Le ragazze non sposano più gli agricoltori e i giovani se ne vanno. «CI servirebbero scuole, strade, ospedali, trasporti, ma il contributo dello stato non copre nemmeno le spese per il personale dell'amministrazione ». La mancanza di importanti opere pubbliche è stata sottolineata anche da Corrado Quadro consigliere di minoranza di Canale, e da tanti altri intervenuti. Il settore dell'industria, è venuto fuori dal dibattito, non è ancora in grado di aiutare in modo rilevante l'economia locale forse finora le circostanze, la tradizione, la posizione geografica della zona hanno ostacolato una evoluzione in tale senso, l'agricoltura, quindi, rimane sempre la fonte maggiore di reddito; ma. cosi com'è adesso, soffre di parecchi malanni e sembra davvero difficile parlare di cooperative senza une profonda trasformazione della mentalità contadina. Bruno Marchiaro

Luoghi citati: Alba, Canale, Carmagnola, Cuneo, Monteu Roero, Torino