Un "re" nelle Langhe di Edoardo Ballone

 Un "re" nelle Langhe Personaggi che contano in "provincia granda., Un "re" nelle Langhe Giovanni Gaja. 68 anni, è tra i più prestigiosi produttori di vino Barbaresco lDs.il nostro inviato speciale! j Barbaresco, 2 dicembre. Si parla di crisi economica • ma a 'ui non interessa: c'è la i guerra vinicola tra Italia e l'ran-1 eia ma la sua azienda non ne è ; toccata. E' baciato dalla fortuna, non per altro c un re. Si tratta di Giovanni Gaia. bS anni, uno dei più prestigiosi produttori di Barbaresco, vino tra i più nobili i d'Italia. Le bottiglie di Gaja so-' no coccolate in capienti cantine e messe a riposare in silenziosi : antri. Per almeno quattro anni j non vedono la luce del sole, ma quando escono e felicità per*: ogni bevitore. 11 prezzo minimo è di duemila lire ma per un'an- ■ nata strepitosa tipo '58 o '64 ' possono raggiungere la quotazione di 15 mila, 16 mila lire al -pezzo». Giovanni Gaja prosegue l'attività del nonno omonimo che fondò l'azienda nel lontano 1850. A queii'epoca, con un : grosso carro trainato da cavalli. ; raggiungeva Cuneo e Tonno per vendere il suo profumato vino ai sofisticati palati dei signori., Nonno Giovanni fece fortuna., \\ fjgijo Angelo allargò i locali e ; Giovanni incrementò ulterior- 35 anni. E' laureato in scienze agrarie, i suoi viaggi d'affari li eompic su Mercedes, le sue pre- ziose bottiglie le fa conoscere a •rutta italia attraverso un ufficio mente !'«officina vinoira». Oggi, il titolare è Angelo Gaja junior, ■ milanese di pubblicità. Ormai e j un vero manager. j Tuttavia. l'azienda Gaja resta ' un angolo di produzione artigia-1 na in un settore dove la lecnolo- i già inesorabilmente avanza. Sot- j non compra né uve né vino». Fa ; tutto da sé. Sedici famiglie con- j tadine raccolgono l'uva e poi la vinificano. Un enotecnico con- trolla la produzione, i due Gaja : to un arco dell'enorme cantina '. campeggia una scritta: «Gaia j sovnntemlone. un'impiegata | c sbriga le consegne. Così nascono \ m le circa centomila bottiglie prò-• re dotte annualmente sui colli di ! e Barbaresco. 'Però noi producia- j so mo anche Dolcetto e Barbera I n no nostri figli». Ma l'anziano re lo capiamo, sta mentendo: in ef fetti il suo figlio prediletto è il Barbaresco. Ne! suo nome, Gio vanni è diventato famoso, con lui non conosce crisi economiche, grazie a lui è diventato cavaliere della Repubblica e commendatore. E' proprio un rampollo che ha dato molto. «Ma è vero, commendatore, che i produttori di Barbaresco sentono un certo complesso d'inferiorità rispetto a quelli del vicino Barolo?». E' una domanda infingarda e Gaja lo percepisce. Si gratta la fronte, sorrìde e risponde: «Per carità, nessun complesso! Non c'è motivo. Barbaresco e Barolo sono figli di uno stesso vitigno ma hanno caratteristiche difjerenti. Qual è i! più buono? Entrambi, anche se io preferisco il mio prodotto». Ed è un prodotto con i fiocchi. 1 d'Alba — ci tiene a precisare ! ri Giovanni Gaja — anche loro so-1cospcililLzsnpmgnncddsPql Gaj« predano più sulla qualità ] che sulla quantità. 1 grappoli migliori vengono ancora pigiati con ì piedi; i vini più promettenti sono messi ad invecchiare in botti bordolesi di rovere: le etichette sono applicate a mano per non scuotere troppo «sua eccellenza». Insomma, siamo di fronte ad un capolavoro merceologico. La gente lo ha compreso e ptaegs—c compra questo vino, tasche per- ; mettendo e alla faccia di ogni j recessione. Giovanni Gaja Io sa j e ne va fiero. «Però quanto care i sono le vostre bottiglie!». Il re I non raccoglie la provocazione e j ribatte: «Si, è vero, i miei pezzi costano tanto ma sarei un mìs-ì sionario a venderli a minor i prezzo. D'altra parte se la gente ■ continua sempre più a comprare j il mio Barbaresco, vuol dire che j il suo prezzo non è una truffai. \ La realtà gli dà ragione. 1 nego- ! zi dei buongustai ospitano que- ' sto Barbaresco nelle loro vetri- i ne; i ristoranti più raffinati lo ! propongono nella lista; i som- ! meliers fanno a gara per consigliarlo ai clienti. Lasciamo Barbaresco, le cantine ed il gioiello che custodiscono. Torniamo in città. Ci fa compagnia una bottiglia offerta da Gaja che poco prima aveva deno: «A/i raccomando, non scuotetela, potrebbe ammalarsi». Proprio come un padre affida a qualcuno il pargolo prediletto. Edoardo Ballone j • i 1 ; i ' : j *: ■ ' Barbaresco, lì produttore Giovanni Gaja neiie sue capienti cantine

Luoghi citati: Barbaresco, Italia