Tre banditi assaltano una banca a Tortona: bottino trenta milioni di Franco Marchiaro

Tre banditi assaltano una banca a Tortona: bottino trenta milioni Prima di fuggire hanno chiuso a chiave in una stanza i 10 impiegati Tre banditi assaltano una banca a Tortona: bottino trenta milioni lombarde all'angolo*tra''cerso Montanello e corso Ironie'Dal nostro inviato speciale! Tortona, 17 novembre Assalto in banca, alle 13,30 di oggi, a Tortona. Tre bandii hanno fatto irruzione, pochi attimi prima della chiusura, nella sede della Cassa di Risparmio delle Province in centro citta Dopo aver rapinato circa trenta milioni e cmuso m una stanza del semjnterrato i dieci impiegati e u direttore, sono fuggiti, tor53 ^ un'auto targata Vercelli n attesa dinanzi all'istituto bancario nei banditi nessuna tracciti trs 1'nitro l*3llciFm6 è sta* to dato circa un'ora dopo il coipo: hanno cosi avuto un larg0 margine di tempo per allontanarsi, inosservati. Due sono stati notati, mentre uscivano dal portone dell'edificio I su cui si affaccia l'uscita di servizio della banca: dalla ; portinaia, Clotilde Baiardi, che li ha scambiati per impie- j gati nuovi e non si è per nulla ! preoccupata di dare l'allarme. La tecnica è la stessa usata dai rapinatori che venerdì 14 ! novembre avevano svaligiato una banca di Nizza Monferrato, si ritiene si tratti della stessa banda. Dalla descrizione, sommaria, fornita dagli impiegati non si esclude che ! si tratti degli stessi banditi che qualche giorno fa avevano assalito la «Banca del Monferrato», a Casale. Allora ' uno dei presenti responsabili fu fermato; è il ventitreenne Domenico Casolaro, abitante a Crescentino. I carabinieri di ; Tortona> ^ cornando del capi-: tano Tini, intendono interro- ; garlo, nella speranza di racco gliere qualche utile elemento ^ far luce su)la rapma & oggj Enmo ,e 13^0 circa quan. ravalle Scrivia. Vittorio Mo quando si è trovato di f ronte j jn „„.;♦; p-ii ultimi clienti e1 ^sfeli mere^TrmS i ì dSmniKli LTo preoa ^? S==\ gfonier Dino Pelizzari stava ; telefonando alla filiale di Ser- i ravalle gerivia. Vittorio Mo-,nachesi, uno dei bancari, ha aperto la porta di servizio. i tre banditi, il volto coperto , da passamontagna e dai colli rialzati dei maglioni. Tutti impugnavano rivoltelle. I rapinatori, entrati probabilmente da un passaggio secondario del palazzo, si erano appostati nello stretto corri doio, in attesa del momento \ di agire. «Dentro, questa e una rapina», hanno detto al Monachesi, che stava per uscire. Quindi, spingendo l'impiegato, sono piombati nella banca, intimando il «mani in alto». Il direttore, udendo la pa rola rapina, ha interrotto la telefonata con Serravalle, senza avere il tempo di dare l'al- lamie. Ha raggiunto gli altri I impiegati, tutti poi sono stati costretti a sdraiarsi per terra, faccia in giù. Un bandito è ri- U masto a controllarli, i due complici invece hanno vuota to tutte le casse, riponendo le banconote — hanno-t-rasBU7a to i pacchetti di moneta — in un sacchetti di plastica nera, di quelli usati per la raccolta : dei rifiuti. Preso il denaro, una trentiI na di milioni, i tre hanno inti1 maio al cassiere Giancarlo Ali bini, di consegnare le chiavi j j della camera blindata, dov'è- j j rano duecento milioni in bi! ghetti di banca. L'Albini, emoi zionato, ha perso tempo, non • è riuscito subito a trovare la I | chiave, si è messo a tremare. «Va bene, lasciamo perdere 1 — ha detto uno dei banditi, 1 rivolto ai complici — non 1 perdiamo tempo». Ignorava evidentemente l'importo del bottino che stava trascuran-\ do. in quel momento ha suona- ito il telefono, era l'impiegato j di Serravalle che aveva avuto i la comunicazione interrotta mentre parlava col rag. Peliz- ! zari. Ha risposto un rapinato- Tortona. L'impiegato Vittorio Monachesi, il direttore Dino Pelizzari e un gruppo di funzionari appena liberati e limitato a dire il direttore, ed ha abbassato la cornetta. I banditi allora, sempre te-nendoli sotto la minaccia del-le rivoltelle, hanno costretto gli impiegati a scendere nel seminterrato, quindi li hanno chiusi in una stanza, portan- dosi via la chiave. Soltanto tre quarti d'ora dopo i banca- r sono riusciti, con calci e pugni, a sfondare la porta di legno, liberandosi. Hanno telefonato ai carabinieri: e scattato l'allarme, dei banditi però, malgrado i posti di blocco, più nessuna traccia. Erano giovani, ben vestiti — tanto che la portinaia ii ha scambiati per impiegati —; due alti, uno più piccolo. Gli inquirenti non escludono abbiano avuto un basista a Tortona, pratico del palazzo di corso Montebello, dove vi sono diversi uffici, una circostanza che rende più difficile il controllo delle persone che entrano e escono. Franco Marchiaro I ; j pb re, quindi ha passato il telefo-no al direttore, puntandoglila rivoltella alia testa, inti- mandogli di «non fare scher- zi». «Non e'e piii nessunoa. si

Luoghi citati: Casale, Crescentino, Tortona, Vercelli