Lo scrittore e il mugnaio di Marcello Venturi

Lo scrittore e il mugnaio MOLARE: continua la "guerra,, dell'acqua Lo scrittore e il mugnaio «ivi I! romanziere Marcello Venturi a capo dei 400 abitanti contro ii proprietario mulino che ha vinto la prima causa sul "furto" dell'acqua - Dovrà ora decidere il tribunale di Roma dove lo scrittore s'è appellato • All'acquedotto ii Comune non pensa (Dal nostro inviato speciale) Ovada, 8 novembre. Che ognuno cerchi di tirar l'acqua al suo mulino è cosa naturale, che vediamo accadere metaforicamente tutti i giorni e nessuno se ne meraviglia. Ma -e si tratta di un mugnaio e se l'acqua è quella del Rio Arnione, la faccenda dal simbolico passa al reale, anzi alla lite e al conflitto senza mezze misure. Il caso dell'Arnione potrebbe essere confinato alle cronache giudiziarie e ai verbali del Genio Civile: al massimo ai dibattiti in consiglio comunale <« se gli abitanti di Molare abbiano diritto al loro acquedotto o debbano abbeverarsi ai pozzi »). Invece è diventato, o sta diventando, una bega esemplare, un fatto di costume provinciale e letterario sul quale un regista della vecchia commedia all'italiana potrebbe imbastire subito un soggetto, Le ragioni stanno nei luoghi c nella figura dei contendenti: | i ; \ ! da una parte un romanziere ' noto, marito di una scrittrice non sconosciuta; dall'altra un mugnaio ignorato dalle lettere, ma esperto in tribunali, e personaggio di tanta mole, fisica e psicologica, che parrebbe uscito dalle pagine di un bozzettista dell'Ottocento o dello stesso Edmondo - De Amicis quand'era in véna di far colore. Siamo stati a prendere appunti in una mattinata appena striata di nebbioline, persuasi amichevolmente della eccezionalità del caso e invogliati dai colori del paesaggio, così struggente e autunnale, con foglie d'oro fino sugli alberi, da eccitare le ragazze per le strade e perfino le vecchine sui cancelli. Eccovi dunque il racconto fedele della controversia, vista dai due protagonisti e commentata poi, con economico distacco, dal vicesindaco di Molare, testimone per adesso passivo della guerra delle acque. Lo scrittore Marcello Venturi, autore, fra gli altri buoni romanzi, di Bandiera biaitca a Cefalonia, sedici anni fa lavorava a Milano nella casa Feltrinelli. Li conobbe Camilla Sal- IM liuti I. 1-1 LU1IUUU& cannila Jnr i vago Raggi, scrittrice, marche- ì sa proprietaria di una bellissima tenuta nelI'Ovadese. Si sposarono e vennero ad abitare alle Rocche di Molare, dove lui seppe fondere assai bene (cosa che riesce a pochi) il mestiere di scrittore con gli obblighi dei gentiluomo di campagna che sorveglia le proprie terre. Venturi ci viene incontro sull'uscio di una bellissima villa, coperta di rampicanti arrossati dalla stagione: ha intorno quattro degli otto gatti fulvi che ospita nel suo salotto. Nel salotto ci sono cose preziose di ottimo gusto, ritratti di antenati, ninnoli fra i più belli di tutto l'ovadese, anzi di tutto l'alessandrino. Lo scrittore è il presidente di una società privata rurale costituitasi appositamente per fornire di acquedotto la frazione Rocche di Molare ricevendo gli opportuni finanziamenti governativi. Fino al 1966 gli abitanti (quattrocento) dovevano contentarsi dei pozzi, ad esclusione della villa Salvalo Raggi che possedeva un suo piccolo impianto autonomo. Venturi accettò di buon grado il compito presidenziale, per filantropia e per dovere: ma si accorse presto che portar l'acqua al prossimo non è impresa delle più agevoli. L'acquedotto delle Rocche pesca in due fonti affioranti in un bosco della marchesa Salvago Raggi. Si tratta di acque private, anche il Genio Civile (osserva Venturi) è d'accordo. Si pongono i tubi, si distribuisce la prima acqua, le mucche nelle stalle hanno dopo secoli il privilegio dell'acqua corrente. Ma nessuno ha fatto i conti con il mugnaio Aldo Cavanna, il quale sostiene che le due fonti confluiscono nel Rio Arnione e che pertanto costituiscono acque pubbliche sulle quali lui, il Cavanna, ha una concessione in perpetuo. Le acque del Rio servono infatti a far girare la turbina del mulino e a rendere sopportabili i costi della macinazione. Venturi sorride scrollando le spalle, un poco turbato dal pensiero di essere accusato di furto d'acqua, oggi che i funi Si esercitano SU liquidi più pre- ziosi. Ha raccolto in un foglietto tutte le ragioni della sua società e la storia della vicenda conclusa con una prima sconfìtta dei soci e vittoria del tenace mugnaio. Davanti al Tribunale delle acque di Torino (poiché il tribunale di Ovada s'è dichiara- lo incompetente a giudicare se I le acque in questione siano ! private o pubbliche) la società I rurale delle Rocche sostiene: j 1 ) che le due sorgenti non so- no mai defluite, specie in està- ! te, nel Rio Arnione; 2) che il I mulino da anni supplisce a que-1 sta carenza con energia elettri- ! ca; 3) che anzi il Rio Arnione j | Irimenti non reggerei in estate è sempre in secca; 4) che almeno quaranta sorgenti fanno parte del bacino del Rio Arnione. Il tribunale delle acque di Torino valuta i dati e decide che una delle due fonti defluisce nel Rio Arnione e che bisogna staccarla dall'acquedotto. Venturi e la società, oppongono che in una vertenza analoga il tribunale di Alessandria aveva ritenuto private le acque. Dice Io scrittore: « Questo forse dimostra che la giustizia, contrariamente alla matematica, è un'opinione? ». Subito viene rivolto appello al tribunale superiore delle acque di Roma, mentre i tubi dell'acquedotto restano tenacemente attaccati alla fonte contestata. Venturi scoraggiato, accarezzando un gatto fulvo, riflette: « Ammettiamo pure che le acque della fonte siano tolte al rio Arnione. Il quantitativo tradotto in energia elettrica darebbe una bolletta di circa 9000 lire l'anno. Questo sarebbe tutto il danno del Cavatina». Aldo Cavanna, grande, bianco di farina e sorridente, non ha_ per nulla l'aria dell'attaccabrighe, ma certo della persona puntigliosa e ostinata. « La mia concessione con lo Stato parla i di 52 litri al secondo. Quando ; il Rio cala debbo raccogliere \ l'acqua nell'apposita vasca per ! poter alimentare la turbina, olii ritmo I t ! ; lIi]j' ' indispensabile di .circa ottanta quintali di macinato al giorno». Una volta c'erano tanti mulini nelI'Ovadese, adesso è rimasto solo il suo e tutti si rivolgono a lui. Da 47 anni il mulino è della sua famiglia, fin dagli inizi aggiunsero alla turbina ad acqua un piccolo motore-elettrico per sopperire alle magre del Rio Arnione. Adesso non potrebbe potenziare il meccanismo elettrico? <r Si, ma dovrei /are un nuovo contratto con l'Enel che mi costerebbe quarantamila lire il mese, una spesa insostenibile per chi fa il mio mestiere ». Ci porta a spasso per la val¬ I letta umida e sonante di acque ! fino al famoso Arnione: « £' ocI qua pubblica, nessuno ha il dij ritto di venderla e di incana [aria ». Si spazzola una piccola ! nube di farina dalla maglia e I aggiunge: «■ La società delle 1 Rocche non ha bisogno della ! mia acqua, c'è l'acquedotto delj l'ovadese a poche centinaia di I metri che è dispostissimo t consentire l'allacciamento ». ! Dunque e proprio una con; giura contro la sua acqua? E' l convinto di si. e dice che gli I avversari hanno pazienza e dei naro. Ma l'acqua non è di tut] ti, quando ce n'è bisogno? j « Questa è acqua pubblica e ' serve per il mulino ». A noi sembra che l'ovadese | sia ricco di acque e andiamo | a trovare il vicesindaco di Mo- : fore, Edo Tibaldi, per sapere j come mai il Comune non fa t un bell'acquedotto municipale. ! « Ci stiamo pensando, ma la I spesa è forte. Almeno ottanta milioni, su un bilancio di 150. E bisogna pensare alle strade e alle scuole ». Anche l'acquedotto ovadese è di privati, c'è una costellazione di acquedotti privati che fanno bere la gente, perché i Comuni hanno altri problemi da affrontare. Quando poi i Comuni avranno i fondi, come ci si regolerà per mettere d'accordo le condutture e i diritti di tutti gli acquedotti privati? La piccola battaglia tra lo scrittore Marcello Venturi e il mugnaio Aldo Cavanna è forse solo il prologo di una grande guerra. Le parti la combattono consapevoli di essere all'avanguardia. Stefano Reggiani Lo scrittore Marcello Venturi 1 j