Cellio: novecento abitanti presentano il loro presepe

Cellio: novecento abitanti presentano il loro presepe A Natale si rinnova il fascino dell'antica leggenda Cellio: novecento abitanti presentano il loro presepe Nel paesino che ha il più alto campanile della Valsesia una sacra rappresentazione La "Natività" del Sacromonte di Orta. Questo presepe che illustra la nascita di San Francesco, è ospitato nella prima cappella costruita nel 1600 con le offerte degli ortesi, una delle più suggestive. La cappella, e il quadro del Procaccini che la completa, è stata prenotata per il restauro dalla famiglia Alessi di Crusinallo. Il progetto di ripristino è sul tavolo della Soprintendenza: non appena sarà approvato cominceranno i lavori. Le statue della cappella sono state presentate dal Tg 1 in un servizio di Edilio Antonelli che nei prossimi giorni sarà proiettato dalla Tv spagnola Cellio, 21 dicembre. (r. e.) Assomiglia ai paesini del presepio, tanto è minuscolo. Eppure emana un fascino particolare. E' Cellio, radicato sulle colline die fanno cornice a Borgosesia. Di giorno lo si nota dalla bassa valle: il suo campanile (il più alto della Valsesia), con i suoi 56 metri, sembra avere una dimensione pari a tutto il resto del paese. Di notte lo si intuisce da lontano, perché è simile ad una piccola costellazione di punti luminosi raggruppati. E nel buio della notte di Natale, da Cellio scaturisce un significato particolare. Il presepe, per i suoi novecento abitanti, diventa una tradizione, una realtà. Viene impersonato in modo «vivo», conserva il fasdno della rappresentazione sacra e folcloristica, ma esprime soprattutto una testimonianza e una pagina di storia. «E' nato soltanto sette anni fa, per mobilitare l'attenzione della provincia su questo piccolo centro che si sta spopolando», dice il parroco, don Giuseppe Teglia. In poco tempo la manifestazione si è imposta fra le iniziative di maggior richiamo: è un appuntamento che convoglia la gente dei paesi vicini, un severo impegno per gli | abitanti, che da lavoratori dei campi o montanari si sono trasformati in operai pendolari delle rubinetterie di Valduggia e delle industrie tessili di Borgosesia. Un complesso apparato organizzativo sta alle spalle della manifestazione: accanto a don Teglia figura Rachele Denicola, presidentessa della Pro loco. A Franco Ferrara, studente liceale, è demandato il compito di coordinare le varie opere: al tassista Nino Zangrone «spetta» la parte sonora. Ed è tutta la popolazione di Cellio ad essere chuimata in causa: infatti, i costumi della rappresentazione sono stati cuciti dalle sarte del paese; Giovanni Visca e Angelo De Matteo hanno innalzato la capanna che ospiterà la sacra famiglm; falegnami, muratori, elettricisti sono mobilitati in blocco per i ritocchi dell'ultima ora. Infine gli attori Giuseppe Ottinetti e Grazia Costantini, da anni, rivestono i ruoli di San Giuseppe e della Madonna; Marcello Bricarello è Gelindo, il pastore che leggerà la tradizionale poesia dialettale. Ma, in realtà, i veri interpreti sono loro, gli abitanti di Cellio, un piccolo paese che una volta l'anno sa scoprirsi «grande». i i

Luoghi citati: Borgosesia, Cellio, San Giuseppe, Valduggia