E il vecchietto, dove lo metto?

 E il vecchietto, dove lo metto? La "Bassa,, affronta (e risolve) il problema della terza età E il vecchietto, dove lo metto? Tre paesi, seimila abitanti in tutto, tre case di riposo - Tornaco, Borgolavezzaro e Vespolate si stanno ponendo all'avanguardia nell'assistenza agli anziani - Molte storie diverse, un solo problema : la solitudine (Dal nostro inviato speciale) Tornaco, 27 ottobre. Terna: solitudine della terza età. Svolgimento: casa di riposo. Meno di seimila abitanti, due case per anziani già esistenti, una terza che sta per essere costruita. Tre paesi della Bassa novarese (Borgolavezzaro, Tornaco e "Vespolate) sono all'avanguardia nell'assistenza ai pensionati soli. Per Borgolavezzaro l'obiettivo sterza età» comincia nel 1947, a Tornaco nel 1962. fra pochi mesi a Vespolate, con la realizzazicr-.c di un centro-modello per anziani. I tre Comuni distano uno dall'altro solo Quattro chilometri: si potrebbe parlare di concentrazione di case di riposo, in realtà non è così. I consigli d'amministrazione ogni giorno sono costretti a respingere richieste di ospitalità che arrivano non solo dagli abitanti ma da ogni parte d'Italia. Anche nella vecchiaia è sempre il sposto », questo drammatico problema, che ricorre. Per alcuni anziani quattro mura, pasti, un letto, assistenza e un po' di compagnia, sono stati trovati tra le ri- saie delta Bassa. Vivono in un'altra dimensione o continuano il contatto con. il mondo, sono fetido fingono di esserlo? A loro la parola. Tornaco. mule abitanti, casa realizzata con- il lasdto c Girèlla », quando era sindaco Carlo Pezzami. Nell'edificio alla periferia del paese ci sono venticinque persone, oltre all'assistente-cuoca Maria Vivono di Novara, all'assistente Pierino Migliavacca e ad altro personale. Nel piccolo cortile stagna una nebbia grassa, la luce filtra a fatica dalle finestre, prende subito la tristezza invece il clima è vivace, allegro. Maria Martelli è una donna sull'ottantina ma con un sorriso civettuolo: « Ho contato gli anni sino ai sessanta poi ho perso il conto, mi spiace, non posso esserle utile». Faceva l'operaia tessile in una fabbrica di Vigevano, ha vissuto i momenti più importanti delle rivendicazioni sindacali. Giuseppe Lara, 82 armi ed Ernesta Coldesina, 87, sono due coniugi di Vespolate, qui da otto mesi. Il marito era agricoltore e taceva anche il mediatore'di granaglie e immobili. « Abbiamo ritrovato una seconda giovinezza — dice la moglie — siamo ancora autosufficienti ma vivere da soli sarebbe stato molto triste e saremmo invecchiati prima». Francesca Andreotti, 87 anni, s'intrattiene sulla soglia detta casa con alcuni passanti. Per lavoro ha sempre dialogato con il pubblico ma preferisce parlare subito della MgUa: «E* a Ivrea, ha sposato un maresciallo della Finanza. Ah, si, ricordo, ho gestito un bar, poi ho diretto un circolo ricreativo, ero anche la vivandiera». Dalle camerette si avvicinano altri ospiti e se chiedi loro di parlare detta vita subito ti rispondono descrivendo i figli. «Se sono contento? Come no? Mangio,e vivo bene e i figli vengono una volta alla settimana, questo non è importante?». / coniugi Montano sono di Lesa. Hanno lasciato il La- [ go Maggiore per scegliere le nebbie delle risaie.e non si j se bene perché. Domanda ; che non ha risposta: «Mio figlio era il medico condotto di Meina» dice soltanto^ Andrea Montano, 89 anni. Altri sono più giovani: Francesco Pedrinelli, 67 anni, ha figlia e nipote in un paese poco distante, spesso esce, e va a trovarli; Edi Salvarezza, novarese, ha solo cinquantanni: «Dna malattia alle gam¬ be mi ha obbligata a chiedere aiuto, l'ho trovato qui a Tornaco». La coesistenza con i più anziani non è difficile, potrebbe consumare i pasti nella sua cameretta ma la Salvarezza va nella sala-pranzo per non sentirsi isolata. Conlesta, nel cassetto ha un diario zeppo dì appunti sull'organizzazione della casa, muove rilievi alle reazioni dei pasti e ai rapporti con il, personale inserviente ma si capisce. che non lascerebbe mai Tornaco. Dice U presidente, dottor Francesco Frego: sii vere, unico guaio, è che mancano i soldi per ampliare l'edificio, già allargato alcuni anni fa. L'anmiinistrazione vive con le rette e contributi di privati. Inoltre non conosciamo il nostro futuro: con la legge 382 anche le case di riposo dovrebbero passare sotto la giurisdizione della Regione». Gianfranco Quaglia Ospiti della casa di riposo. Da sinistra: i coniugi Giuseppe Lora ed Emesta Coldesiha; Francesco Pedrinelli; i coniugi Montano; Francesca Andreotti , Mri Vi i Maria Viverra, cuoca-assistente della casa di riposo Il presidente dottor Francesca Frego, un'anziana ospite, Maria Martelli, l'assistente Pierino Migliavacca, ed Edi Salvarezza, che ha trovato compagnia tra i «vecchietti»