Cucinavano e pulivano le padelle assessori, candidati e cuochi per presentare il riso del Novarese
Cucinavano e pulivano le padelle assessori, candidati e cuochi per presentare il riso del Novarese Cucinavano e pulivano le padelle assessori, candidati e cuochi per presentare il riso del Novarese La "delegazione dell'amicizia" è tornata stanca, ma soddisfatta e già medita Tanno prossimo di propagandare i vini d.o.c. a Bari Novara, 1 ottobre. Tornati da Palmanova, i «democristiani dell'amicizia» pensavano di cimentarsi nei ludi della competizione elettorale di novembre. Hanno invece, ricevuto la notizia che non si andrà alle urne. Non ci saranno i comizi ma possono ricordare, fra il serio e il faceto, le avventure e gli episodi accaduti in terra friulana in uno stand allestito per fare amicizia con la gente veneta. Dicono che Riccardo Sguazzini, dirigente Cariplo, famoso per i suoi mustacchi attorcigliati sotto il naso e candidato popolarissimo dei quartieri; abbia indossato un camice bianco per vendere le fette del gorgonzola. Ma finiva per assomigliare più ad un medico che a un formaggio. L'assessore Enrico Nerviani, professore, preside di scuola media, abbandonata la sua proverbiale compostezza e dimenticati per una volta ogni tanto i numeri e le percentuali del suo calcolatore elettronico, ha dovuto trasformarsi in cameriere. A onorevoli e a colleghi assessori di altri comuni, a ministri e a giovani con simpatie per lo scudo crociato, ha portato centinaia di porzioni di riso fumante. Un compito più delicato è toccato invece ad Adelmo Brustia che, segretario provinciale della de, ha dovuto coordinare i servizi dello stand. Paola Monfrinotti, Adriano Pivetta e Maria Ernesta Zanari sono stati mandati alla cassa; Paola Marrocu e Vincenzo Porrazu sono finiti in cucina. Ad altri è capitato di peggio. Mario Agnesina, avvocato, assessore all'Urbanistica a Novara e Ruggero Bacchetta, architetto, ex sindaco di Grignasco, arrivati con il pullman alle due di notte, dopo avere pagato di tasca propria il viaggio, sono stati destinati alla «corvè». Come ai tempi lontani della naia, calinda e strofinaccio alla-mano, hanno dovuto raspare tutte le padelle della cucina. Lo stand novarese è stato fra i più frequentati. Polìtici e buongustai sono diventati clienti affezionati della cucina novarese. Il ristorante è stato diretto da Giorgio Purini chef di una schiera di cuochi di Armeno, che, triestino di origine, novarese di adozione, si è sentito ■ a casa sua anche in Friuli. Ha cucinato 20 quintali di riso al gorgonzola, due chili per volta. Domenica pomeriggio, sei ore prima che il festival dell'Amicizia chiudesse! i battenti, non c'era più nulla da mangiare. Il ristorante ha dovuto «chiudere per mancanza di materia prima». I novaresi che sono siati a Palmanova, ad eccezione del comizio-fiume di Zaccagnini, che non hanno potuto disertare per ragioni di solidarietà di partito, non hanno potuto prendere parte a nessuno spettacolo. Erano tutti impegnati nello stand e nel ristorante a pulire, spazzare, grattare fondi di pentole, cucinare. Dormivano poche ore per notte e poi di nuovo al lavoro con lo spirito elettrizzato di chi stava vivendo un'avventura da pionieri. Sono ritornati a Novara stanchi con vistose occhiaie, ma rimuginando già altri programmi per il futuro. Dicono che se questa volta sono andati in Friuli per fare conoscere il loro riso, il prossimo anno andranno a Bari dove porteranno il vino. I. d. b.
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