Il supertestimone teme vendette dai carnefici dei due innamorati

Il supertestimone teme vendette dai carnefici dei due innamorati Vive costantemente nella paura e chiede protezione Il supertestimone teme vendette dai carnefici dei due innamorati Salvatore Figus si è tagliato barba e baffi per non farsi riconoscere - Telefonate anonime lo accusavano di girare armato per Omegna (Dal nostro corrispondente) Omegna, 6 settembre. Colto da una improvvisa quanto strana amnesia. Salvatore Figus, il mancato «super-testimone» del «giallo del Lago d'Oria», non ritratta più le clamorose rivelazioni sulla tragica Irne dei due amanti di Gozzano, sequestrati nove mesi fa e ritrovati strangolati, tre mesi più tardi, sulle rive del lago, fra Omegna e Pettenasco. Adesso, dopo che il pretore di Omegna gli ha inflitto una condanna ad una anno e un mese di reclusione per il reato di autocalunnia, dice di non saper nulla, di non aver mai fatto rivelazioni, di non conoscere i presunti rapitori. Ma subito si contraddice, affermando: «Se mi avessero credulo (riferendosi alla polizia), forse non starebbero ancora brancolando nel buio». Salvatore Figus, 32 anni, immigrato dalla Sardegna in cerca di lavoro qualche anno fa, l'abbiamo incontrato oggi ad Omegna. La partita a carte che stava iniziando in un caffè vicino alla sua abitazione di via Alberganti, nel centro della città, è stata interrotta bruscamente dall'arrivo di due agenti: «Il maresciallo la vuole vedere subito, venga con noi». Due telefonate anonime, la prima del mattino, la seconda del primo pomeriggio, avevano messo in allarme le forze dell'ordine: «Il supertestimone si trova in un bar del centro, ed ha indosso una P 38». Ma una perquisì zione ha dato esito negativo. «Certo che dovrei armarmi — afferma il Figus, in un momento di sconforto che si confonde con la rabbia —. Vivo nel terrore da quando i giornali si occupano di me come se fossi veramente un "personaggio-chiave". Ma io non so nulla, non ricordo più niente, e so solo che ho fatto quattro giorni di galera, e per giunta ho perso anche il posto di lavoro». Aveva iniziato pochi giorni prima a «dare una mano» ad un amico, lavorava a cottimo. Dopo il processò di sabato l'incarico gli è stato tolto: cosi, Salvatore è disoccupato, moglie e tre figli (undici, otto e sei anni) a carico. Mentitore o testimone involontario del duplice delitto, tornato alla ribalta della cronaca, il Figus, ha ora paura di rappresaglie da parte dei veri carnefici dei due amanti. Con una prudenza troppo ingenua, il mancato supertestimone si è tagliato barba e baffi «per sfuggire meglio ad un riconoscimento». Ha chiesto anche alla polizia una guardia del corpo per alcuni giorni, il che gli sarebbe stato rifiutato. Carabinieri e polizia, frattanto, tacciono. Nessuno vuole a giungere parole a quelle già spese. Il «caso Figus» ha tinto di giallo la già fosca vicenda, riaprendo una piaga dolorosa per i famigliari delle 2 vittime, Adriano Menichini e Ma risa Betti. I genitori di quest'ultima sfortunata giovane oggi si sono recati ad Omegna per sapere qualcosa, per. conoscere la verità sulle esplosive dichiarazioni dell'operaio che avrebbe visto tutto. Ma da parte degli inquirenti c'è il «no comment». f. m.

Persone citate: Adriano Menichini, Betti, Figus, Salvatore Figus

Luoghi citati: Gozzano, Omegna, Pettenasco, Sardegna