Domenica Novara commemora i 13 martiri del ponte di Vignale

Domenica Novara commemora i 13 martiri del ponte di Vignale .--'Vii Manifestazione a trentatré anni dall'eccidio Domenica Novara commemora i 13 martiri del ponte di Vignale (Nostro servizio particolare) Novara, 25 agosto. (I. LI L'amministrazione comunale di Novara, il rag' gruppamento unitario della Resistenza e l'Associazione italiana antifascisti commemoreranno domenica mattina i tredici martiri trucidati dalla «squadracela» del famigerato capitano Mattine, il 28 agosto del 1944 a Vignale. Il programma prevede per le 10.30 una messa nella chiesa parrocchiale; alle 11,15 un corteo dalla chiesa al Ponte di Vignale dove avvenne l'ec- cidio, poi la commemorazione ufficiale- Successivamente una delegazione deporrà una corona di alloro al monumento ai caduti della libertà all'interno del Broletto di Novara. Dal libro «Crimini dei nazi-fascisti in provincia di Novara», di'~ Enrico Massara, stralciamo, l'episodio riguardante l'eccidio di Vignale Cosi l'ex comandante partigiano Massara ricorda l'avvenimento: «Ovunque — nelle officine e nella campagna, in città ed in tutti i paesi del basso, medio e alto novarese — si annidava l'opposizióne al nazifascismo, opposizione che si attuava in diverse forme. Con l'azione armata oppure il sabotaggio, con la diserzione o anche solo con il non presentarsi alla ripetute "chiamate alle armi". E ancora dando informazioni alla bande partigiane e fornendo ad esse viveri, vestiario ed armi.-La resistenza non si esauriva quindi nelle battaglie armate che conducevano i partigiani ma si estendeva a tutto il popolo che non piegava anche di fronte alle maggiori minacce dei criminali fascisti e tedeschi». «Le Gap e le Sap — organizzazioni clandestine di pianura — svolgevano la loro attività nelle officine con il sabotaggio, lungo le grandi vie di comunicazione e le stesse strade di città con gir-attacchi alle colonne nemiche di rifornimento. Nazisti e fascisti, vista l'impossibilità di piepare il popolo si macchiavano dei più orrendi delittiNella notte tra il 25 e 26 agosto 1944 la "squadracela" agli ordini di Martino, si gettava nelle campagne della Bassa Novarese alta ricerca di vittime su cui infierire. Dai cascinali riusciva a prelevare 13 giovani:. 9 contadini e 4 operai. Due soli erano renitenti alla "leva fascista", gli altri undici non avevano ancora l'obbligo 'di rispondere alla chùimata. Venivano sorpresi nel sonno e rinchiusi nelle carceri di Novara. Interveniva immediatamente il vescovo di Novara, monsignor Ossola, presso il comando tedesco, ma inutilmente. Infatti pur ricevedendo assicurazione che nessuna esecuzione sarebbe avvenuta. Martino si faceva riconsegnare dalle guardie carcerarie i 13 giovani e con la promessa di avviarli ad un campo di lavoro li caricava su una camionetta che partiva alla volta di Vignale. I prigionieri venivano divisi in due gruppi, davanti a due plotoni di esecuzione già pronti sul posto. I fratelli Orione e Spartaco Berto. Antonio Denti, Pietro Molinari, Giuseppe Schiorlini e Angelo Sanini venivano fucilati sul ponte della ferrovia, affinché i viaggiatori provenienti con i treni dall'Ossola. dal Cusio, dal VerbanOy e dalla Bassa Valsesia potessero essere "bene impressionati" dal tragico j spettacolo. I fratelli Giovanni ■ e Natale Diotti, Faustino Gatti, Renato Crestanmi, Erminio Sara, Secondo Passera e Egidio Mancini venivano assassinati sul ponte delta provinciale».

Luoghi citati: Cusio, Novara, Ossola