Dopo il Ferragosto cassa integrazione per tanti lavoratori

Dopo il Ferragosto cassa integrazione per tanti lavoratori Nel Novarese e in Valsesia la pausa estiva non per tutti è serena Dopo il Ferragosto cassa integrazione per tanti lavoratori (Nostro servizio particolare) Novara, 12 agosto. Novara è ferma. La gente è partita per le ferie lasciando semivuota la città: ma la stasi estiva non maschera una serie di difficoltà per molte aziende della provincia che sono con l'acqua alla gola e che, dopo aver chiuso i battenti, prima di Ferragosto, non sanno se riusciranno a riprendere a lavorare in autunno. Molti segni negativi in queste settimane hanno fatto da campanello d'allarme suscitando preoccupati interrogativi fra sindacalisti ed imprenditori che vedono il loro futuro con apprensione. Per molte industrie il «dopo ferie» si presenta, decisamente, nero: c'è lo spauracchio della cassa integrazione. La Pavesi e la Pai di Novara vivono di riflesso l'intricata vicenda sindacale della Unidal (Motta e Alemagna) alla quale sono legate attraverso alcune finanziarie che creerebbero, se crollassero sul mercato, una situazione economica ed occupazionale difficile per le due aziende nova resi. Sono preoccupati anche i dipendenti della Pan Electric che un anno fa sembrava sull'orlo del fallimento e che adesso dà segni di ripresa in un contesto commerciale, però, sfavorevole. La ceramica «Pozzi» di Gattinara ha confermato la cassa integrazione per i 500 dipendenti che non riprenderanno a lavorare dopo le ferie. Sono nei guai le industrie tessili che stanno attraversando in questi tempi una paurosa crisi di contrazione del mercato. C'è stata, spiegano gli esperti, una «caduta verticale» della produzione: le commesse non sono state rispettate, non c'è più gente che compra e, conseguentemente, manca il lavoro. Dei settemila dipendenti che lavorano nel settore tessile nelle fabbriche della «Bassa» Novarese almeno la metà saranno costretti a prolungare le vacanze dopo Ferragosto. La filatura di Grignasco, in Valsesia, il più grosso complesso tessile del Piemonte, si è trovato alla vigilia delle ferie con i magazzini stracolmi di scorte senza che fosse possibile piazzarle sul mercato: dovrà ricorrere alla cassa integrazione. Analoghe difficoltà ha la Montefibre. Ma sono allarmati anche gli imprenditori che dirigono complessi chimici o metalmeccanici. Non è solo Novara in crisi: la provincia risente della recessione nazionale che crea una situazione generale di disagio economico. «Tutta Italia, non solo Novara teme il prossimo autunno — spiegano all'associazione industriali — oltre il venti per cento delle aziende denuncia alla vigilia delle ferie un esaurimento degli ordini. I magazzini sono pieni, le commesse mancano: occorre fermare le macchine. Il ciclo produttivo è in discésa e non è possibile prevederne una ripresa prima del prossimo anno». Ci sarà una recessione, anche minima, che finirà per fare diminuire i posti di lavoro: conseguenza ancora più grave perché cade in un momento in cui si sta tentando di trovare un'occupazione ai giovani diplomati e laureati iscritti alle liste di collocamento. E a Novara coloro che sperano nella «legge speciale» sono oltre duemila. l.d.b.

Persone citate: Alemagna, Motta, Valsesia

Luoghi citati: Gattinara, Grignasco, Italia, Novara, Piemonte