Il tempo si è fermato (72 anni fa) allo "spedale" ostetrico S. Giuliano

Il tempo si è fermato (72 anni fa) allo "spedale" ostetrico S. Giuliano io tra i reparti (problemi e polemiche) dei Maggiore Il tempo si è fermato (72 anni fa) allo "spedale" ostetrico S. Giuliano Fu fondato nel-1905: dieci servizi igienici allora come ora che le degenti sono salite a 160 - Cemento armato dove era un rigoglioso giardino - Per i servizi d'emergenza si deve ricorrere alia sede centrale sprecando tempo prezioso - Mancano medici, c'è un solo anestesista, le pazienti sono ospitate nei corridoi (Nostro servizio particolare) Novara, 5 agosto. Il viaggio attraverso i reparti dell'ospedal Maggiore di Novara ci porta oggi al San Giuliano, la sezione staccata nella quale hanno sede le due divisioni di «ostetricia e ginecologia». All'ingresso dell'edificio, che dista dalla sede centrale poco menò di un chilometro, una targa marmorea ricorda che «questa nuova sede dell'antico spedale di San Giuliano venne solennemente inaugurata da Vittorio Emanuele III ed Elena di Montenegro sovrani d'Italia nel giorno ventesimo terzo del settembre 1905». Ebbene, oggi sono in molti a sostenere che la situazione interna dello «spedale» non è cambiata granché da quella «solenne» data: settantadue anni fa i servizi igienici erano una decina in tutto, esattamente come adesso, con l'aggravante che ai giorni nostri le degenti superano le 160 unità. Nel 1905 c'era tutt"intorno al San Giuliano un rigoglioso giardino. Oggi non c'è più: il terreno 'circostante è stato venduto e l'ospedale risulta ogni giorno di più circondato, stretto, dal cemento armato di altre costruzioni. Nei suoi 72 anni di vita il reparto «maternità» ha subito l'ingiuria del tempo: grondaie crollate, acqua piovana che, superati gli ostacoli della copertura, ha fatto la sua apparizione nelle sale. In tutto questo periodo le opere di rifacimento sono sempre state effettuate «col contagocce». Ma i mah più seri del San Giuliano sono oggi quelli dovuti alla dipendenza dall'ospedale Maggiore per i servizi d'emergenza quali rianimazione, trasfusione, radiologia e pediatria. Dice Giuseppe Rastelli, sindacalista della Fio, che quando capita di dovere ricorrere alla rianimazione «si gioca sulla pelle delle degenti». «Infatti — spiega il sindacalista — si deve chiamare l'ambulanza della Croce rossa per trasportare l'ammalata da qui al "Maggiore" e i minuti trascorrono inesorabilmente mentre sarebbe necessario fare più in fretta possibile». «Succede spesso — aggiunge l'ostetrica Raffaella Personeni — di puerpere che debbono essere trasferite d'urgenza in rianimazione. In qualche caso ci lasciano la pelle. Non dico che questi fa'ti si sono verificati perché si è perso tempo nel trasferire le degenti al "Maggiore", resto però convinta che guadagnare anche pochi minuti in casi del genere può risultare determinante». Dello stesso avviso è un'altra ostetrica. Mavì Romelia, che lamenta anche una grave carenza di medici. «Di notte noi ostetriche restùjmo sole e dobbiamo chiamare a casa il medico di turno se ci rendiamo conto che c'è qualcosa che non va, se un parto presenta qualche anomalia. Il tempo che il medico impiega ad arrivare e a rendersi conto della situazione potrebbe essere risparmiato da una "guardia" continua. In un reparto come questo dove le nascite non hanno orari fissi, la presenza del sanitario dovrebbe essere garantita per tutto l'arco delle 24 ore». Al San Giuliano, come già detto, le divisioni di ostetricia e ginecologia sono due, entrambe capaci di un'ottantina di posti letto. Attualmente la prima sta lavorando a «forza ridotta». Non si sa bene il perché, ma metà del personale è stato destinato altrove e un'intera ala della sezione è stata chiusa. Il dottor Carlo Restani e la dottoressa Giuseppina Gambaro lamentano questo stato di cose perché, dicono, con il cinquanta per cento dei posti letto normali a volte non si riesce a smaltire il lavoro di tutti i giorni. «Quando le de genti sono numerose — dicono i due sanitari — siamo costretti a metterne qualcuna in corridoio, e questo non è il peggiore dei mali. Con i posti letto ridotti e mezzo reparto chiuso diventa inevitabile una promiscuità inammissibile fra le degenti. Accanto a quella puerpera che ha appena avuto un bambino c'è l'altra che deve essere operata di un fibroma con ta differenza di stato d'animo facilmente comprensibile». Alla seconda divisione, dove le camerate da dieci (o anche quindici) della prima sono state divise in ambienti da quattro posti, la situazione è migliore. C'è chi dice che il merito sia del primario, il professor Luigi Cusmano e della sua équipe, della quale fa parte il dottor Ciro Conte che vanta quasi trentanni di permanenza al San Giuliano. Anche il professor Cusmano di questa divisione è un «veterano» essendovi giunto come «aiuto» nel 1949. «Appena arrivato — acconta — ho chiesto all'amministrazione di allora di ripulire i locali. Mi venne detto che sarebbe stato un lavoro inutile perché il reparto stava per essere trasferito. Da allora ho visto succedersi gli amministratori e tutti mi hanno sempre detto la stessa cosa: porti pazienza tanto stiamo per essere trasferiti. Il fatto è che dopo 28 anni se l'ospedale è stato ripuliio, se non piove più all'interno, è perché ho preso la decisione di fare eseguire qualche lavoro». « Problemi attuali? Certo che ce ne sono. Per esempio da anni ci battiamo per risolvere il problema dell'anestesista. Ne abbiamo solo uno che, fatte le 8 ore di servizio, se ne va. Ma qui in maternità gli interventi non possono essere eseguiti ad orario. Un "cesareo" può capitare in qualsiasi momento e se l'anestesista non c'è dobbiamo bloccare tutto e andare a cercarne uno disponibile al ."Maggiore"». «Si parla tanto adesso di dipartimento d'emergenza — conclude Cusmano — ma ci vagimmo rendere conto una buona volta che la maternità è un reparto dove l'emergenza è all'ordine del giorno? Ci servono anestesisti in numero tale da garantire la loro presenza per tutte le 24 ore e non solo gli anestesisti, ma tutti gli altri servizi debbono essere articolati in maniera tale da consentire l'intervento in qualsiasi momento perché è proprio in qualsiasi momento che ci possiamo trovare di fronte alla necessità di operare per salvare una vita». Marcello Sanzo. d Novara. Il dottor Ciro Conte un « veterano » che è al « San Giuliano » da trentanni. Accanto: la dottoressa Giuseppina Gambaro, le ostetriche Mavi Ramclla e Raffaella Personeni, il primario della seconda divisione professor Luigi Cusmano e Giuseppe Ràstelli della Federazione lavoratori ospedalieri Novara. Nella divisione « ostetricia » del « San Giuliano » gli ultimi nati della giornata affidati alle cure dell'infermiera Odilia Beltrami. In questa sezione i problemi sono molti