Vita a quaranta sotto zero in "compagnia" di se stesso

Vita a quaranta sotto zero in "compagnia" di se stesso Grande festa provinciale della montagna all'Alpe Veglia Vita a quaranta sotto zero in "compagnia" di se stesso E' quella di Giuseppe Montagnoli, 93 anni, per 25 custode dell'alpeggio • Una folla di 4 mila persone, dopo due ore di marcia, ha raggiunto il pianoro - Riconoscimenti a tutti gli alpigiani, fra i quali gli allevatori Ciocca, Zanola e Ridder, ai volontari del Soccorso alpino (il primo dell'Ossola) e al medico condotto f Nostro servizio particolare) < Varzo, 25 luglio. Lo (chiamano il «custode del Veglia». Giuseppe Monta- ! gnoli, 93 anni, di Varzo. ha] passato da solo venticinque i lunghi inverni sull'alpe. La! sua mansione era quella '.li ! guardiano degli impianti dell'Enel e degli alberghi che d'inverno restano chiusi. Sei mesi di completo isolamento in condizioni atmosferiche proibitive. «Certi inverni — ricorda — si è arrivati anche a quaranta gradi sottozero: gelava persino il vino nelle botti. Fuori, non c'erano mai meno di 4 o 5 metri di neve. Portavo con me quante più provviste potevo, poi mi arrangiavo andando a caccia. Più che le avversità, alle quali sono sempre stato abituato, pesava la solitudine: sei mesi senza incontrare un'anima viva sono tanti. Ogni tanto arrivavo però fino al lago d'Acino per scambiare quattro, chiacchiere con i guardiani della diga». Per questa sua eccezionale attività Montagnoli è stato premiato ieri durante la festa provinciale della montagna che ha richiamato ieri nella stupenda conca glaciale dell'alpe Veglia quattromila persone. Una vera folla che nella quasi totalità si è sobbarcata due ore di marcia per raggiungere il pianoro. ■ Con Montagnoli sono stati premiati, per la loro fedeltà I alla montagna, tutti gU alpigiani del Veglia. Sono an' cora un trentina le famiglie I che ogni estate portano il lo| ro bestiame quassù, in tutto un migliaio di capi. Si sono costituite in un consorzio che sta facendo parecchi sforzi per migliorare le cose e creare nuove attrezzature. Ma la vita degli alpigiani resta difficile. Ogni estate devono rim- boccarsi le maniche per conquistarsi il passaggio verso l'alpe, riparando i danni che ìa neve e il maltempo hanno lasciato sulla «gippabile» che pure è una delle più brillanti realizzazioni del consorzio. Quest'anno, ad esempio, si è dovuto aprire un varco in una valanga alta quindici metri e lunga un centinaio, che è caduta dopo Ponte Campo. Ogni componente del consorzio ha prestato la sua opera gratuitamente, a favore di tutti. Quelli che non sono in grado, di farlo, ma possiedono baite o terreni, si autotassano per far fronte alle spese. Dice il segretario del consorzio, Arturo Lincio: «Abbiamo predisposto un programma che punta su un rilancio dell'attività zootecnica che potrà essere integrata da uno sviluppo turistico che non dovrà però snaturare le caratteristice agricole e pastorali, tipiche dell'alpe. Il programma prevede la sistemazione delle strade di accesso agli alpeggi delle quote superiori che ora sorso abbandonati perché irraggiungibili, la realizzazione di nuovi acquedotti e di un centro consortile per la lavorazione sul posto dei prodotti. Per attuarlo. Ci vogliono finanziamenti: le nostre speranze sono appuntate sulla Regione, che sembra condividere i nostri programmi». La recente istituzione del parco naturale dell'alpe Veglia potrebbe facilitare le cose. Tutti sembrano infatti concordare' sul fatto che il miglior modo di salvaguardare l'integrità del Veglia è quello di restituirgli l'antica vitalità alpestre. Fra gli alpigiani, riconoscimenti particolari per la qualità del bestiame, che durante la festa è sfilato in passerella, sono andati ai fra tetri Antonio ed Ernesto Crocea, Franco Zanola ed Ettore Ridder. Per la loro attività a favore della montagna sono stati premiati anche la guida Giuseppe Antonio Vairoli di Trasquera, tutto il corpo volontari del soccorso alpino di Varzo. il primo ad essere fondato neilOssola: il premio è staio ritirato dal capo del soccorso, Ottavio Claisen e dalle guide Alfredo Del Pedro e Beniamino Vairoli. Un premio anche per il medico di Varzo, Flavio Parvis, sempre pronto ad inerpicarsi sui sentieri di montagna (da trentanni regge una delle condotte più vaste dell'Ossola) per visitare gli ammalati. a. v I componenti del Soccorso alpino di Varzo, Ottavio Claisen, Del Pedro e Vairoli, alla feste dell'alpe Veglia (Falciola)

Luoghi citati: Ossola, Trasquera, Varzo