L'Ente risi sarà abolito?

L'Ente risi sarà abolito? La tutela econo . d-m s r»r% i iv/111ivu *4_ 1 prodotto passerebbe alle Regioni L'Ente risi sarà abolito? II progetto suscita vivaci polemiche - "Sarebbe Un errore — dice il senatore Benaglia — L'esportazione di sei milioni di quintali di risone e i rapporti con ii mercato europeo richiedono programmi unitari" (Dal nostro corrispondente) ' Novara, 11 luglio. [ A Roma, discutendo della j legge 382 che trasferisce duo- ! vi poteri alle Regioni, si èj parlato in modo particolare j dell'articolo 74 che prevede,! per il settore dell'agricoltura, il passaggio alle Regioni della : tutela economica del riso,' della bachicoltura e della canapicoltura. In parole povere si parla della aabolizione dell'Ente nazionale risi e a Nova ra, come del resto nel Vercellese, la questione fa polemica. «Per quanto riguarda il riso — dice il senatore Lucio Benaglia — sarebbe un grosso errore. La pensano cosi non soltanto i parlamentari dei della commissione agricoltu-] ra della Camera e del Senato j ma anche la confederazione dei coltivatori diretti e la confagricoltura». Il ragionamento di Benaglia è questo. La coltivazione del riso in Italia si estende su circa 190 mila ettari e rappresenta uno dei settori produt tivi più importanti di varie regioni quali il Fiemontt, la Lombardia, l'Emilia e la Sardegna. La risicoltura rappresenta 12 mila aziende, 200 impianti di lavorazione. Il 60 per cento della produzione (circa sei milioni di quintali di risone) è destinato all'esportazione con il conseguente apporto di 150 miliardi di valuta estera. Ecco perché la tutela economica di un setto re così importante non può essere affidata a interventi di carattere regionale, ma -deve essere conbeepita e realizzata su un piano unitario nazionale. Dice Benaglia: «Un problema come quello della esportazione di sei milioni di quintali di risone, i rapporti con il mercato agricolo europeo; la difesa del mercato che è soggetto a crisi ricorrenti; la promozione di coordinate ini ziative per la ricerca, la sperimentazione, l'assistenza tecnica ed altre cose ancora, richiedono una formulazione di programmi e direttive che non possono essere che unitarie e nazionali». Sin qui, l'Ente risi si è di-i mostrato uno strumento adatto alla tutela e allo svi Iuppo del settore risicolo e la sua organizzazione rappresenta uno dei pochi esempi di efficiente autogoverno da parte delle categorie interessate sotto la guida e il controllo dello Stato/ «Sarebbe un grave errore — dice ancora Benaglia — distruggere un organismo che si è dimostrato va lido ed utile per passare alle Regioni un compito ("la tutela economica delta risicoltura") che non può essere-assolto da ogni singola regione, ma che deve essere affrontato con una visione unitaria nazionale.e da un unico organi smo». L'errore è ancora più grave, secondo il parlamentare no varese, se si considera che il Senato sta esaminando la legge per la organizzazione dei produttori agricoli: l'Ente risi costituisce un esempio di come dovranno essere strutturate queste nuove forme di organizzazioni dei produttori agricoli di tutti i Paesi della Cee dove rappresentano i punti di forza della struttura economica. «Con il varo della legge sull'associazionismo dei produttori agricoli — dice ancora il senatore Benaglia — anche l'Ente risi troverà la sua col locazióne e la sua utilizzazione ottimale: non si distrugge oggi un organismo che saremo obbligati presto a ricreare non solo per la risicoltura ma anche per altri settori produttivi agricoli». Benaglia . così conclude: «Parlare di agricoltura regionale è rifarsi a schemi ottocenteschi e superati: le tecni che produttive e i problemi economici impongono visioni e strutture nuovi ài passo con i tempi. Il problema del settore risicolo che il Parlamento è chiamato ad affrontare ne è una chiara dimostrazione: in una organica politica del riso non c'è posto per una politica regionale». p. b. sen. Benaglia

Persone citate: Benaglia, Lucio Benaglia

Luoghi citati: Emilia, Italia, Lombardia, Novara, Roma, Sardegna