Festa popolare a Varzo "vietata" alle majorettes
Festa popolare a Varzo "vietata" alle majorettes A cura della Comunità e della Regione Festa popolare a Varzo "vietata" alle majorettes Lo spettacolo (con cori e murales) realizzato dal collettivo "I nuovi gobbi" e dedicato alla "eterna storia di un contadino" (Nostro servizio particolare) Varzo. 9 luglio. L'abbandono delle attività agricole da parte delle mio-' ve generazioni sarà il tema della festa popolare che si svolgerà domenica pomeriggio a Varzo, organizzata dal comprensorio dell'alto Novarese con la collaborazione della Comunità montana e della Regione Piemonte. Questa festa sarà la prima delle quattro organizzate nella provincia di Novara. La sua particolarità sta nel fatto che si è rinunciato al tradizionale steccato fra i protagonisti dello spettacolo e il pubblico: si cercherà invece di coinvolgere tutti i partecipanti nella riscoperta del folklore e delle tradizioni montane. «Lo scopo di questi appuntamenti — dicono gli organizzatori — è proprio quello di portare alla luce i più validi aspetti della cultura locale». A Varzo è soprattutto sentito il tema dell'abbandono degli alpeggi: negli ultimi anni il numero dei capi allevati nel comune si è più che dimezzato. La festa sarà imperniata soprattutto sullo spettacolo «L'eterna storia di un contadino», realizzato dal collettivo teatrale i « Nuovi gobbi » (fra gli autori c'è anche Dario Fo). Parteciperanno il corpo musicale e la corale di Varzo, il gruppo di ricerca di Roberto Leydi, la corale delle ragazze di Crusinallo, la corale delle mondine dei Cappuccini di Vercelli. Assolutamente bandite le majorettes che, a detta degli organizzatori, non rientrano nello spirito della manifestazione perché rappresentano « l'importazione di un costume tipicamente francese ». Il momento culminante della festa si avrà quando sarà scoperto il «murale» che il pittore Gilberto Carpo di Omegna sta dipingendo sulla facciata del complesso ricreativo « Alveare ». Il dipinto riproporrà appunto il tema dello spopolamento della montagna.
Persone citate: Dario Fo, Gilberto Carpo, Roberto Leydi
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