Pombia: per l'« abuso» in edilizia tutti assolti, anche l'ex sindaco

Pombia: per l'« abuso» in edilizia tutti assolti, anche l'ex sindaco Sette persone davanti ai giudici del tribunale Pombia: per l'« abuso» in edilizia tutti assolti, anche l'ex sindaco Erano accusati di falso in atto pubblico e calunnia per un vincolo cancellato su una licenza - Per i giudici il messo e un'impiegata "non hanno commesso il fatto" (Nostro servizio particolare) Novara, 28 giugno. Sette persone, tra le quali l'ex sindaco, i componenti la commissione edilizia, il messo e una impiegata comunale ed un privato cittadino di Pombia, sono comparse davanti ai giudici del tribunale di Novara (presidente Fava, giudici e De Luca; pjh. Canfora) per rispondere di falso in atto pubblico e calunnia. Dopo un lungo dibattimento durato quasi 9 ore, tutti sono stati assolti:, due per insufficienza di prove e cinque per non aver commesso il fatto. Questi ultimi sono Angelo Ferrazza, 53 anni, ex sindaco; Giuseppe BoccadeUi, 43 anni, Gino Bau, 48 armi e Alfredo Berti, 52 anni, facenti parte della commissione edilizia; Mario Negri, 66 armi, committenti dei lavori Giovanni Pistocchim, 39 anni, messo muriate, e Enrica Tacchini, 36 anni, impiegata comunale, sono stati assolti per indufficienza di prove. Alla base di tutta la questione un semplice vincolo di distanza fissato in cinque metri su una licenza edilizia e poi cancellato. La licenza era intestata a Mario Negri, pensionato delle ferrovie, e prevedeva la costruzione di ima casa di abitazione su un terreno confinante con la proprietà del cugino Eligio Ne gii. Secondo l'accusa il vincoio di cinque metri era stato revocato illegittimamente con la cancellazione della parte interessata dal verbale. Chi aveva ordinato la cancellazione e da chi era stata eseguita? Per il secondo quesito la risposta è stata immediata. Era stato il messo comunale su ordine del indaco di allora. 'Michele Gramoni, 65 anni, titolare di una officina. Angelo Ferrazza, che era subentrato da poco tempo al Gramoni alla guida del comune, rigettò ogni accusa e tutto sembrò ricadere sulle -spalle del suo predecessore. L'istruttoria condotta dal magistrato accettò prò che le «cancella¬ zriecsvde; | j ì ' ì j zioni» furono esF. _iite posteriormente ai maggio 1970, quando cioè il Gramoni non era più sindaco. Al dibattimento l'ex sindaco Ferrazza ha detto di essersi trovato per le mani questa vicenda senza saperne nulla: «Arerò capito che tutti erano d'accordo sulla correzione che ristabiliva il parere già espresso dalla commissione edilizia — ha aggiunto"— e non riportata nel verbale. Per questo non mi sono interessato se non dopo che mi sono visto accusare». Il messo comunale: «L'ordine mi è stato dato dal sindaco Gramoni e l'ho subito eseguito davanti ai suoi occhi». La sua affermazione è stata ribadita dall'impiegata Tacchini. Michele Gramoni ha sostenuto invece il contrariò, malgrado gli inviti del presidente sulla grave responsabilità che avrebbero svuto le sue carole: zNon c'è stata nessuna discussione in commissione edilizia e quindi abbiamo applicato le disposizioni di legge che erano appunto quelle dei cinque metri di distanza. Non ho mai dato nessun ordine al Pistocchini ed ho appreso della cancellazione soltanto più tardi da Eligio Negri». Soltanto l'intervento del geometra Favini ha portato un ulteriore episodio al vaglio dei giudici. Il Gramoni ed il Negri nel 1973 si sareb! bero recati a casa sua per in! rifarlo a firmare ima dichiarazione nella quale si affermava che i componenti la commissione edilizia avrebbero deciso di-cancellare la famosa imposizione dei cinque metri. Il pjn. ha chiesto una sola condanna: quella del Pistocchini ad un anno e dieci «tesi per la calunnia e l'assoluzione per insufficienza di prove per tutti gli altri. 1.1. Da sinistra: Mario Negri, l'ex sindaco Angelo Ferazza, Giovanni Pistocchini ed Enrica Tacchini, in tribunale (Giovetti) Novara. Alfredo Berti, Gino Bau e Giuseppe BoccadeUi, gli altri imputati

Luoghi citati: Novara, Pombia