Suno: uva, industria e storia (ma anche qualche problema) di Francesco Allegra

Suno: uva, industria e storia (ma anche qualche problema) Alla scoperta del "dipartimento,, dell'Agogna Suno: uva, industria e storia (ma anche qualche problema) La ricchezza deìT«oro nero» - I campi e l'allevamento - L'architettura e gli studiosi (Dal nostro corrispondente) i Suno, 21 maggio, La chiamano «oro nero», forse con una certa esagera- zione ed è una delle ricchezze di queste terre: in particolare di Suno, antico borgo signori- le, che conserva solide tradì- zioni agricole nel contesto di una zona industrializzata damolti anni. Si tratta di uva americana da tavola, che matura precocernente tri Motioscarone e Mezzomerico, nella seconda metà di agosto, eccezionalmente anche alla fine della prima decade del mese e che viene poi venduta sui mercati della Svizzera e della Germa- ma, dove è molto apprezzata: assai più che dalle nostre par- ti, dove viene facilmente confusa con la varietà settembrina, destinata a lunga conserrazione e, un tempo, impiega-ta nella confezione di dolci paesani di pane. Quanta uva americana di pronto consumo viene prodotta nelle vigne locali, tirate su «a tendone», un sistema di coltivazione tipo «maggiorino», che consente però l'uso del motocoltivatore? Risponde l'avvocato Luigi Baraggia, grande conoscitore di Suno e dei sunesi: «E' uno dei segreti di questo paese di gente labo- riosa, tenace, individualista, poco disposta alle confidenze.Gli abitanti di Suno fannospesso due lavori, in fabbrica e nelle proprie aziende agricole; hanno molto spirito d'i- niziativa, ma sono poco amanti della pubblicità». Carlo Fallarini, detto «Pi- pò», commerciante di granaglie, sensale, presidente dei cacciatori e coltivatore di vite americana precoce, ammette di averne tremila piedi: «Nel solo territorio di Suno — dice — penso che se ne coltivino 70 mila piedi, con una produzione di almeno 5 mila quintali di uva». Sono dati che andrebbero verificati. «E' difficile fare statistiche in questo paese», spiega il sindaco Genesio Zanardi: «Prendiamo gli allevamenti e i macelli, che sono una caratteristica di Suno. Potremmo sapere quanti bovini, equini e suini vengono allevati, ma non il numero dei polli che vengono giornalmente macellati». E' un fatto che esistono a Suno numerosi allevamenti di bovini, due di cavalli, una mezza dozzina di allevamenti di maiali e altrettanti di polli da carne e di galline ovaiole. Ogni giorno, partono dal paese migliaia di polli e di uova Ai macelli locali vengono a rifornirsi da tutta la provincia e anche da fuori. Paese singolare, con dietro di sé una lunga storia che risale al periodo romano, fiero di custodire i corpi dei due Santi patroni, entrambi dì no- me Genesio: uno noterò di Arles e l'altro comico a Roma, protettore dei notai il primo e il secondo degli attori. Sull'importanza storica della sua chiesa plebana, ha scritto recentemente un interessante saggio Giancarlo Andenna: «Nobiltà e clero fra XI e XIII secolo, in una pieve delle diocesi di Novara». «Ma non c'è bisogno di andare troppo lontano — racconta Baraggia — per riscontrare la presenza di nobili in paese. Fino a qualche anno fa c'erano i conti Della Porta, che donarono l'edificio del Comune: ma, forse, più rilevante fu la presenza dell'avvocato Voli, cinofilo di fama mondiale, che era solito ospitare fra gli altri Mafalda di Savoia». Davanti al Palazzo Vela, ora dei Biscaretti di Ruffia, c'è la piazza intitolata al trasvolatore Arturo Ferrarin, un altro ospite abituduuiiio tu Suno, dove si conserva il modello dell'aereeo che compì il leggendario volo Roma-Tokyo. Il castello dei Della Porta appartiene adesso a Santino Tarantola, patron del Novara, e del cugino Primo Tarantola, assessore novarese al Commercio. «Parliamo delle cose di oggi», dice il sindaco Zanardi: «Suno ha purtroppo grossi problemi di strutture primarie. La distribuzione dell'abitato in diverse località, dal vecchio centro storico attorno alla Pieve, alla popolosa frazione Baraggia che si allunga sulla statale del Lago d'Orta, da Mottoscarone a Piana e a Pieve, è all'origine di tutti i nostri guai. La proliferazione delle costruzioni avvenuta in questi ultimi anni ha complicato ulteriormente la già difficile situazione». Spiega il sindaco: «Le limitazioni previste dalla legge 765 per le costruzioni al di là della perirne trazione non sono servite, data la larga disponibilità di suolo a disposizione dei sunesi, in gran parte proprietari». E' sorto così un grosso agglomerato di case sparse, che è difficile raggiungere con i servizi pubblici. Il paese, quasi tremila abitanti, sta avendo solo adesso, ma non dappertutto, l'acquedotto. Per la rete fognaria, vi sono problemi, al momento, irrisolvibili. Dice Baraggia, l'assessore a Novara, ma che ha sempre a cuore i problemi dei paese natio. «Il fatto che vi siano così tante case è dovuto anche all'individualismo del sunese, che non sopporta ne sun compromesso. Non esistono condomini in questo paese, nemmeno piccole costruzioni plurifamiliari. Questo è per certi versi un elemento positivo, anche se è pacifico che occorrerebbe dare a Suno un più ragionato assetto urbanistico». Intanto, i sunesi lavorano per otto ore nelle fabbriche e per altrettante nei campi. Francesco Allegra Suno. Luigi Baraggia e il sindaco Genesio Zanardi