E' stata bocciata la "pediatria" a Domodossola

E' stata bocciata la "pediatria" a Domodossola "No„ della Regione E' stata bocciata la "pediatria" a Domodossola (Dal nostro corrispondente) Domodossola, 11 maggio. La giunta regionale ha respinto la richiesta del consìglio d'amministrazione dell'ospedale S. Biagio di trasformare in divisione la sezione autonoma di pediatria. La decisione ha suscitato sconcerto negli ambienti dell'ospedale cittadino «soprattutto perché — si fa osservare — è in stridente contrasto con le promesse verbali che erano state fatte dall'assessore regionale alla sanità, Enrietti, circa la soluzione di questo annoso problema». Ad un. convegno promosso dal partito socialista, l'assessore Enrietti, che milita nel psi. aveva infatti garantito che la questione sarebbe stata risolta subito dopo l'istituzione del dipartimento d'emergenza al S. Biagio, che dovrebbe avvenire nel giro di due mesi. Ma intanto la giunta regionale ha deciso proprio in questi giorni di respìngere la richiesta che era stata avanzato dal consiglio d'arnrninis trazione dell'ospedale domese fin dal settembre 1976. «A questo punto non si sa più a chi credere», dicono al San Biagio. «La trasformazione in dxtoisione delia sezione autonoma di pediatria — dice il segretario dell'ospedale domese, dottor Quagliaroli — non comporta solo l'istituzione di un nuovo primariato, ma costituisce la premessa indispensàbile per un concreto potenziamento del reparto per soddisfare le giuste aspirazioni della popolazione ossolana». Nell'Ossola nascono circa duemila bambini all'anno, ma alla sezione pediatrica del S. Biagio il personale è all'osso ed è costretto a lavorare in difficili condizioni ambientali, soprattutto a causa della mancanza di spazio. Il reparto dispone di tre camerette ma non c'è neppure un locale per l'isolamento: i bimbi colpiti da malattie contagiose devono essere trasferiti a Novara. L'intero reparto è affidato a due soli medici: un aiuto con finizioni da dirigente e un assistente. «Del tutto infondate» vengono definite le motivazioni con le quali la giunta regionale ha respinto la richiesta. Si è invocata la legge ospedaliera del 1968, secondo la quale gli ospedali di zòna, com'è appunto quello dì Domodossola, devono avere «almeno» una divisione di medicina e di chirurgia ed una sezione di pediatria e di ginecologia. «Almeno» significa come minimo, e infatti la legge non ha impedito l'istituzione al S. Biagio di altre divisioni come la ostetricia, il laboratorio, la traumatologia. Quello della pediatria non è comunque l'unico problema sul tappeto. Da tempo l'ospe¬ dale di Domodossola lamenta paurosi vuoti negli organici, che in qualche caso sono addirittura sotto i minimi di legge che, per i medici, prevede un primario, un aiuto ed un assistente in ogni divisione. Qualche esempio: al laboratorio lavorano un primario e un assistente ed è vacante il posto di aiuto; alla traumatologia ci sono i primari e l'aiuto e manca l'assistente, all'oculistica c'è addirittura solo l'aiuto. Fra il personale le carenze sono ancora più vistose e riguardano praticamente tutti i reparti. L'ospedale S. Biagio, e in particolare i suoi medici, sono da tempo sotto tiro: la gente non lesina critiche che riguardano soprattutto il trattamento dei degenti. «Ma non sempre si tiene conto — ribattono ora i medici — delle condizioni in cui siamo costretti a lavorare». a. v.

Persone citate: Enrietti, Quagliaroli

Luoghi citati: Domodossola, Novara, Ossola, San Biagio