Da bambino a Oleggio Dario Fo s'incantava a guardare farfalle

Da bambino a Oleggio Dario Fo s'incantava a guardare farfalle Il "giullare dello scandalo tv,, nel ricordo dei maestri Da bambino a Oleggio Dario Fo s'incantava a guardare farfalle La pittrice Palestrinì, vicina di casa e amica della famiglia (il padre era capostazione), rievoca parecchi episodi curiosi dell'attore di cui parlano tutti gli eleggesi Oleggio, 5 maggio. Da quando il «Mistero buffo» in televisione ha suscitato polemiche nazionali, gli oleggesi non parlano che di Dario FO, lo scatenato «giullare», che domani sera torna svi teleschermi con il suo «Settimo: ruba un po' meno» ha infatti vissuto parte della sua infanzia a Oleggio. All'anagrafe esiste la scheda numero 2703, nella quale è annotato che «Dario Fo, nato a San Giano il 24 marzo 1926. giunse a Oleggio, proveniente da Voghera, il 15 marzo 1935 e si trasferì con la famiglia a Portovaltravaglia, un'centro sulla sponda orientale del Lago Maggiore, in proomnein di Varese, il 19 ottobre 1936». La famiglia Fo (il padre di Dario era sottocapostazione alle Ferrovie di Oleggio) abitava al primo piano detto stabile di via Novara 1. Chi ricorda Dario Fo Qualche suo compagno di giochi (Dario aveva solo 9 anni e frequentò a Oleggio la terza e la quarta elementare) e i suoi maestri. Il maestro Giuseppe Petrocchi lo rammenta giocare con gli altri sul piazzale detta chiesa, proprio dirimpetto atto stabile dove abitava: la madre,- Pina, spesso lo doveva richiamare perché il ragazzo era vivacissimo. Ma chi ha molto da raccontare su Dario Fo, ad Oleggio. è la pittrice Rina Palestrinì, vicina di casa della famiglia Fo — composta dal padre, dalla madre e dai due fratelli di Dario Fulvio e Bianca —. Rina Palestrinì. che fu per molti anni insegnante elementare, ebbe spesso Dario a casa sua con le sorelle Carlotta e Angelina. «Era un ragazzo sveglio ed i suoi occhi rivelavano una viva intelligenza — ricorda la pittrice —; Era molto osservatore e assorbiva tutto quanto gli capitava di avvicinare e di vedere». Nel rievocare fatti ed episodi di quarant'armi orsono, Rina Palestrinì racconta che una volta Dario tornò a casa impressionato per aver veduto per strada alcuni accattoni che chied-jvcr.o l'elemosina: «Quegli straccioni lo avevano molto impressionate Divenuto attore, imno recitò una scenetta che risentiva di quel ricordo d'infanzia e che aveva per protagonisti proprio dei mendicanti straccioni». Allora, il protagonista dello «scandalo» televisivo era un ragazzino che trascorreva ore ed ore ai giardini pubblici di Oleggio, ad osservare il volo dette farfalle o ad ascoltare il cinguettìo degli uccelli. «Tanto che spesso capitava — ricorda la Palestrinì» che Dario tornasse senza il berretto ed il pacchetto dei cibi che.la madre gli aveva detto di acquistare in negozio e che egli aveva regolarmente dimenticato su una panchina». Rina Palestrinì ricevette da Dario Fo. quando questt si diede alla . pittura dopo avere frequentato Brera, un depliant di una sua personale con questa dedica: Alla mia prima maestra nell'arte e nella sincerità». Poi passarono degli anni e Fo ricomparve a Oleggio. assieme ad un pittore novarese, alla guida di un tandem. Indossava una camicia tipo «Capri» su calzoncini cachi e zoccoletti. Aveva compiuto il percorso Milano -Portovaltravaglia in bicicletta. Era tornato da poco da Parigi, dove aveva soggiornato per affinare il suo stile pittorico, e volle fare una tappa ad Oleggio per salutare la «maestra» che ammirava. A Rina Palestrinì, che non aveva riconosciuto, l'attore, con quel suo sorriso ampio, esclamò allargando Te braccia: dia sono Dario!». E l'episodio- si concluse con un lungo abbraccio. Rina Palestrinì nori vuole esprimere giudizi sullo spettacolo di Fo atta televisione: a lei piacciono gli spettacoli più tranquilli; ricorda- solo quel ragazzino intelligente, geniale e vivace che visse due anni in casa sua.'E' un piacevole ricordo di anni fe- f liei, che si unisce a quello del poeta Ezio Julitta. al ', quale è intitolato la biblioteca civica oleggese. u. g.