Tutta Postua va in Francia a festeggiare i suoi emigrati

Tutta Postua va in Francia a festeggiare i suoi emigrati Singolare iniziativa presa da un paese della Valsesia Tutta Postua va in Francia a festeggiare i suoi emigrati lì primo a partire è il sindaco, il professor Martignon: gli altri seguiranno alla spicciolata I compaesani trapiantati si contano a centinaia - Quasi tutti hanno a che fare con mattoni e cemento, ma nessuno ha dimenticato il suo bel Comune che si trova in riva allo Strana Postua, 28 aprile. Patriottismo? Amicizia? Ragioni di campanile? La gente di Postua, un comanello affossato nei contrafforti dell'alta Valsessera, che conto poco più di cinquecento anime, ha rinnovato la carta d'identià e sto facendo I preparativi per andare a Fougères, in Bretagna, nella Francia del Nord, dove, da decenni, sono emigrate alcune famiglie di compaesani: una rimpatriata al contrario. Dopo avere terminato le sue lezioni di letteratura all'istituto di Mosso Santa Maria, il sindaco Claudio Martignon, 33 anni, cognome veneto, padre jugoslavo ma valsesiano di adozione, partirà domani, in automobile, con un amico. Il suo vice in municipio, Giacomo Felisettl, autista di autobus, lo seguirà, a giorno dopo, in treno. Più tardi ancora si metteranno in viaggio il parroco, don Ezio Zangola, e altra gente di Postua; da Adriano Traversino a Massimo Ronco a Pier Giorgio Bcrtottb. Ognuno per proprio conto, ogni mezzo è buono: qualcuno per ragioni di lavoro sarà impegnato fino all'ultimo momento e dovrà servirsi dell'aeroplano per non mancare all'appuntamento. E' un'iniziativa originale, come originale è la storia e il modo di vivere della comunità di Postua. Fino ai primi anni del Novecento il paese era un grosso centro popoloso. Contava più di milleduecento abitanti: gente forte, avvezza alle fatiche della montagna, tanto orgogliosa al punto che, nel 1700, quando dipendevano da Portala, per conquistarsi l'indipendenza, sono scesi, picche alle mani, nel municipio del capoluogo e se ne sono venuti via con il quinterno del libro dell'anagrafe che li riguardava. Da allora hanno avuto una loro casa comunale Allora gli abitanti di Postua vivevano del loro lavoro di boscaiolì. dell'allevamento del bestiame Il progresso ha messo in crisi i montanari che non riuscivano più a sopravvivere, e li ha costretti ad abbandonare le secolari occu¬ pazioni tramandate loro dai genitori per cercare attività diverse. A Postua, oggi, due soli allevatori. Lino \enara, 76 anni, e Luigi Dosso, hanno a che fare con il bestiame. Tochi coltivano ancora la terra. La maggior parte degli abitanti ha trovato impiego nelle cartiere di Guardabusone e di Crevacuore o nelle tessiture della zona. Chi non ha avuto la possibilità di entrare in fabbrica ha dovuto emigrare all'estero. La Valsesia ha mandato gente dappertutto: Postua ha « invaso » la Francia' La famiglia degli Zucchetti, la prima a partire, si è trasferita nella zona di Bordeaux: l'anno dopo i Dosso e Giacchino Novello sono partiti per Tour. Altri nuclei li hanno seguiti, chiamando a loro volta amici e parenti. I fratelli Odetti si sono stabiliti a Chatoroux; i Vercelletto a Le Man. Lo zio del sindaco Erminio Useo ha trovato lavoro nella Còte du Nord, il nipote Giovanni, qualche anno dopo, si è stabilito a Plouha. A Chinon c'è Giovanni Zoechetti, a Cornac Remo Ronco, a Cognac Ruggero Botto e l'architetto Jean Vercelletto. Angelo Balossetti, uno degli ultimi partiti per la Francia, ha sposato Anita Graziano, pure emigrata da Postua, ed ha messo su casa a Fougères. Hanno tutti incominciato a lavorare come manovali e muratori nelle industrie della Francùi, poi hanno messo in piedi piccoli cantieri edili che hanno, via via, ingranato. La gente d Postua in Francia, e i trapiantati si contano a centinaia, ha tutta a che fare con il cemento armato e ì mattoni. Non hanno però dimenticato le anti che origini contadine e anche i figli delle ultime' generazioni mantengono. i .rapporti con il vecchio paese da cui sono partiti. Ricordano « l'acqua più lìmpida del Ròsa» che scorre nel torrente Strana, popolato di trote, il santuario cui venne in pellegrinaggio San Carlo Borromeo e che, più recentemente, è stato «visitato» dai ladri-che hanno trafugato una statua della Madonna In estate gli emigrati ritornano nelle vecchie case rimesse a nuovo, raddoppiano ta popolazione residente: parlano il dialetto di Postua di trenta anni fa, che, già corrotto da tante espressiOt ni italiane, i giovani del paese fanno fatica à capire. Si interessano delta vita amministrativa dei. loro comune ed ogni armo invitano una delegazione nutrita di compaesani a ricambiare loro fa visita invitandoli tn Francia. Sono già stati organizzati diciannove incontri tn diciannove diverse citta: a Nantes, a Cornac, a Libourne, due passi da Bordeaux, a Cognac per cenare nel castello di Francesco Primo e cantare una canzone degli alpini con le lacrime agli occhi per la commozione e la nostalgia. Adesso è la volta di Fougeres. Luigi Bescapè e a e l a ì Uno degli abitanti di Postua che ha i parenti in Francia 11 sindaco Martignon