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Scarpe di Vigevano verso gli Usa dopo il "placet" di Jimmy Carter Soddisfatti i calzaturieri della Lomellina Scarpe di Vigevano verso gli Usa dopo il "placet" di Jimmy Carter (Dal nostro corrispondente) Vigevano, 5 aprile. (gc. r.) «La liberalizzazione degli Stati Uniti dell'importazione delle calzature dai Paesi della Cee. di cui l'Italia è la produttrice più qualificata, è un risultalo superiore ad ogni più rosea previsione e per i nostri fabbricanti un polmone per il collocamento di un notevole quantitativo di paia di scarpe». L'affermazione è del presidente dell'Associazione nazionale calzaturifici italiani, della Confederazione europea dei fabbricanti e dell'Associazione vigevanese industriali, Ottorino Bossi. Per Jimmy Càrter, la decisione sulla importazione di calzature negli Stati Uniti, è stata una mossa economica rilevante dopo il suo insedia¬ mento alla Casa Bianca. «La sua scelta — ha detto Bossi — è il riconoscimento dèlia validità del libero scambio. Questo mi era stato anticipato dal nuovo amb"?ciatore Usa in Italia; Rtchurd Gardner, giovedì pomeriggio. Un uomo attento e profondo conoscitQre dei problemi — ha sottolineato il presidente del l'Anci — e delle attese del nostro Paese». Tornando al prowedimento di Carter, che ha rinunciato ad applicare aumenti daziari progressivi p ad imporre limitazioni sulle scarpe in arrivo negli Stati Uniti, Bossi ha rilevato che «ora si aprono nuove e concrete prospettive per i fabbricanti iialiani, dal ! momento che ci sono le condizioni oggettive per recuperare il terreno perduto». ' Ha quantificato la flessione degli ultimi due anni del no stro export in Usa: «Dal '74 al '76 la nostra esportazione è scesa da 64 a 49 milioni di paia. Questa grossa fetta è recuperabile con un'adeguata azione promozionale». Il problema esportativo delle calzature negli ultimi mesi aveva assunto una dimensione europea. «Non poteva essere diversamente. Soltanto muovendoci in questa sfera — ha proseguito Bossi — sarebbe stato possibile far valere le nostre ragioni». Ed ha concluso: «Per i calzaturieri italiani è un risultato stimolante che dovrà dare anche una spinta a migliorare ulteriormente la nostra scarpa, peraltro già molto richiesta proprio dagli americani».